DECISIONI GIUDICE
Piantagione di marijuana alla Selva: arresto convalidato ma tornano in libertà i tre fasanesi
Sono stati i carabinieri della Stazione di Fasano a prendere con le mani nel sacco i tre giovani che ieri sono comparsi davanti al giudice
FASANO - Ieri mattina (sabato 6 agosto) si è tenuta ludienza di convalida per i tre fasanesi arrestati l'altro ieri in quanto trovati, dai carabinieri della Stazione di Fasano, all'interno di una piantagione di marijuana in un bosco tra la Selva di Fasano e Monopoli. Giancarlo Cosenza e Vito Cosenza (il primo accusato anche di lesioni e resistenza), difesi dagli avvocati Oronzo De Leonardis e Gabriele Contini, e Giuseppe Marzulli (difeso dall'avv. Pasquale Di Natale) si sono presentati davanti al giudice monocratico del Tribunale di Bari, dott. Cafagna, la quale ha convalidato l'arresto rigettando la richiesta dei domiciliari avanzata dal pubblico ministero e, accogliendo la richiesta dei difensori, disponendo l'immediata rimessione in libertà dei tre con l'obbligo di soggiorno a Fasano.
Intanto emergono altri particolari sull'operazione che ha portato alla scoperta della piantagione. Questa volta è davvero il caso di dire “avere fiuto” per le indagini. E' stato un provvidenziale soffio di vento a permettere ai carabinieri della Stazione di Fasano di individuare, nella fitta boscaglia, la piantagione e arrestare successivamente, per coltivazione e produzione di sostanze stupefacenti i fasanesi Vito Cosenza di 36 anni, Giancarlo Cosenza di 31 anni e Giuseppe Marzulli di 28 anni. I militari dell'Arma, al comando del maresciallo Piero Pugliese, avevano il sospetto che in quella zona di campagna, ai confini tra la Selva di Fasano e Monopoli, ci fosse una piantagione di cannabis. Giovedì scorso, localizzata l'area, il problema era trovare il punto esatto. Sono così cominciate le ricerche che inizialmente non avevano dato alcun risultato positivo. La fitta vegetazione ostacolava non poco il lavoro delle forze dell'ordine. Ma, poi, ecco la folata di vento provvidenziale che ha portato l'odore della cannabis nella zona pattugliata dai militari. Era la conferma che si attendeva.
I tre avevano disboscato circa 200 metri quadri di terreno recintandolo con rami secchi e oltre questi tanti rovi. Il che rendeva impossibile per i carabinieri raggiungere la piantagione ma i militari hanno scoperto il percorso, anch'esso impervio, preparato dai tre arrestati per raggiungere le piante. Questo lascia pensare che non sia una coltura recente ma che, probabilmente, a quanto sospettano gli investigatori, questa situazione sia stata creata nel corso degli anni. Scoperta la piantagione senza non pochi problemi anche fisici per i carabinieri che hanno dovuto farsi largo tra i rovi è partito il servizio di appostamento. I carabinieri hanno atteso ore ed ore, anche di notte, e alla fine, l'altro ieri, ecco arrivare i tre fasanesi. I militari hanno aspettato che i due Cosenza e Marzulli entrassero nella piantagione per intervenire.
Alla vista dei militari, però, i tre hanno cercato di scappare ma sono stati bloccati. Nell'inseguimento, a piedi, due carabinieri si sono anche procurati ferite. La piantagione di cannabis era estesa per circa 200 metri quadri ed era composta da un centinaio di piante dell'altezza variante tra un metro e un metro e mezzo. Nella circostanza, oltre alle piante, sono stati rinvenuti materiali per l'irrigazione, fertilizzanti e attrezzi agricoli, il tutto sottoposto a sequestro.
di Redazione
07/08/2016 alle 06:04:54
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