ATTIVITà GIUDIZIARIA
Ammanco nelle casse comunali a Fasano: la ex dipendente sarà processata
Il sostituto procuratore della Repubblica di Brindisi Raffaele Casto ha formalizzato la richiesta di rinvio a giudizio per l'ex economa comunale

FASANO - Sarà processata per peculato la ex economa del Comune di Fasano accusata di aver provocato un "buco", quantificato in 375mila euro, nelle casse comunali. Il sostituto procuratore della Repubblica Raffaele Casto, che ha curato le indagini, ha ratificato il rinvio a giudizio per la ex dipendente comunale ed è stata fissata per il 15 novembre prossimo l'udienza preliminare davanti al gup Maurizio Saso. Nel processo il Comune fasanese si costituirà parte civile ma non sarà il capo dell'avvocatura comunale Ottavio Carparelli a curare gli interessi dell'ente ma l'avvocato Carlo Panzuti ai quali lo stesso Carparelli, con apposita determina dirigenziale, ha affidato l'incarico.
Ecco quindi che la vicenda fa registrare una nuova tappa. Ad accorgersi che i conti dell'ente non quadravano sono stati, all'inizio dell'estate del 2014, gli allora revisori dei conti comunali, che misero subito al corrente della cosa il segretario generale, i dirigenti e gli amministratori. Immediatamente scattò un esposto-denuncia alla Procura della Repubblica per il tramite dei carabinieri. Dall'analisi delle contabilità dell'Economato di Palazzo di città venne fuori che dalle casse comunali erano usciti, attraverso il meccanismo delle fatture pagate due volte, oltre 350mila euro. Il lavoro di ricognizione si rivelò, e lo sperimentarono sulla propria pelle dirigente, funzionari e impiegati a cui toccò spulciare gli ultimi cinque anni di contabilità dell'Economato comunale, particolarmente complesso. Si trattò di mettere a raffronto due contabilità, quella dell'Economato e quella della Ragioneria comunale, per individuare le fatture erano state pagate due volte. Il meccanismo truffaldino era più o meno sempre lo stesso: il pagamento al fornitore avveniva attraverso la banca che svolgeva il servizio di tesoreria per conto del Comune, il pagamento “cabriolet” avveniva per cassa in un momento successivo e i soldi finivano nelle tasche dell'impiegata infedele.
Nel settembre del 2014 per la dipendente arrivò il licenziamento senza preavviso e con effetto immediato, decisione presa dal Comune di Fasano con un atto firmato dallo stesso avvocato Carparelli. Per la cronaca l'accusata non si era neppure presentata, per ben tre volte, dinanzi alla commissione disciplinare. Nel novembre del 2015, poi, ecco arrivare il sequestro preventivo per equivalente della Guardia di Finanza di un'abitazione a Fasano, un'autovettura e un conto corrente bancario per un valore pari al profitto del peculato.
di Redazione
06/08/2016 alle 05:09:48
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