OPERAZIONE GDF
Arresto membri di un'associazione legata al 118 a Fasano: i particolari dell'operazione
Nella sede della Procura della Repubblica di Brindisi chiarite le motivazioni che hanno portato all'arresto anche di una fasanese
FASANO - Nelle prime ore di questa mattina il Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Brindisi ha eseguito un'ordinanza con cui il Gip del Tribunale, su richiesta della Procura della Repubblica di Brindisi, ha disposto l'applicazione di quattro misure cautelari personali nei confronti del presidente di un'associazione di volontariato incaricata del servizio di pubblica emergenza/urgenza 118 e di suoi 3 stretti collaboratori, per concorso in peculato continuato, frode in pubbliche forniture, truffa aggravata perché commessa ai danni di un ente pubblico e tentata somministrazione di medicinali guasti e/o imperfetti perché scaduti di validità. Quattro le persone agli arresti domiciliari, 3 uomini di Brindisi (ma uno residente a Fasano) e una donna di 51 anni residente a Fasano, che hanno operato in concorso fra loro.
L'indagine ha avuto origine dalle denunce sporte nel mese di ottobre 2014 da parte di due dipendenti di un'associazione di volontariato fasanese, in qualità di autisti soccorritori del servizio ambulanze 118 presso le strutture ospedaliere brindisine, con cui si contestava, fra l'altro, la sistematica distrazione, da parte del presidente della menzionata associazione e di alcuni suoi collaboratori, di medicinali e presidi medici ospedalieri utilizzati, in realtà, per l'esecuzione del servizio di primo soccorso in strutture private da parte di una cooperativa sociale presieduta dal medesimo soggetto. I successivi approfondimenti investigativi svolti dalla Guardia di Finanza, in completa sintonia con la Procura della Repubblica, hanno evidenziato che le stesse persone gestivano sia una Cooperativa di servizi sociali (Getras) che una Associazione di Volontariato (A.V.F., senza fini di lucro), aventi la medesima sede legale ed operativa nel territorio di Fasano. La Cooperativa gestisce in regime privatistico un parco ambulanze con cui svolge, fra l'altro, il servizio di primo soccorso presso la Centrale Enel di Cerano e la Centrale Enipower di Brindisi, nonché il servizio di trasporto in ambulanza per il Consorzio San Raffaele di Ceglie Messapico. Di converso, la associazione di volontariato svolge attività di soccorso in convenzione con la locale Azienda Sanitaria attraverso la gestione diretta delle postazioni di emergenza/urgenza del 118 in Brindisi. In realtà ricorrendo a vari artifizi e condotte illecite i costi della Cooperativa venivano riversati sulla Asl, aumentando in tal modo il profitto conseguito. In particolare i farmaci ed i presidi sanitari utilizzati dalla Cooperativa venivano sottratti dalla dotazione delle ambulanze destinate al servizio 118; i rimborsi spese corrisposti dalla Asl per i volontari dell' A.V.F. venivano utilizzati per pagare i dipendenti della Cooperativa, che risultavano falsamente aver svolto attività di volontariato; le ambulanze sostitutive che l'Associazione di volontariato era obbligata a tenere a disposizione del servizio 118 per il caso di malfunzionamento dell' ambulanza principale o di grandi eventi di emergenza venivano invece utilizzate dalla Cooperativa per fini di lucro (in una circostanza, addirittura, un mezzo è stato utilizzato per il trasporto a pagamento di un paziente nel Nord Italia). La piattaforma indiziaria è stata arricchita, altresì, dalle risultanze emerse dalle operazioni di perquisizione disposte che hanno consentito di rintracciare e sottoporre a sequestro probatorio consistente materiale farmaceutico e sanitario “per uso ospedaliero” ma nella disponibilità della Cooperativa, oltre a copiosa documentazione amministrativa e contabile.
Agli arrestati sono stati contestati i seguenti reati: concorso in peculato continuato (per l'appropriazione da parte degli indagati, quali incaricati di un pubblico servizio, sia dei farmaci e dei presidi sanitari che dei rimborsi spese corrisposti dalla Asl ai finti volontari); frode nelle pubbliche forniture e truffa aggravati ai danni di ente pubblico; tentata somministrazione di medicinali guasti e/o imperfetti.
Le indagini sono state svolte dal Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza con l'utilizzo di vari strumenti investigativi come l'acquisizione ed esame di copiosa documentazione relativa all'affidamento del servizio di pubblica emergenza/urgenza 118 ed alla rendicontazione contabile periodica dei turni svolti dagli addetti al servizio; indagini tecniche, captazione di conversazioni telefoniche di notevole valenza dimostrativa; servizi di osservazione, controllo e pedinamento, con rilievi fotografici degli incontri più significativi fra le persone di interesse investigativo; attività ispettiva con il sequestro di forniture medico-ospedaliere di pubblica provenienza (oltre 1.500 articoli sottratti alla Asl, di cui 280 scaduti di validità); esame di persone informate sui fatti.
Il gip ha ritenuto sussistenti sia il pericolo di inquinamento probatorio (essendo stato documentato il tentativo degli indagati di indurre un teste a ritrattare) che il pericolo di reiterazione del reato in quanto “la capillarità, sistematicità ed organizzazione delle attività di depredazione di beni pubblici è risultata tale…da rendere altamente probabile che ancora oggi essa sia in corso”.
di Redazione
20/04/2016 alle 11:22:38
Arrestati presidente e tre collaboratori di un'associazione legata al 118: tra questi un fasanese
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