AL PROCESSO IN CORSO
Masseria Donadoni: sentiti anche i periti
Il giudice monocratico Gianantonio Chiarelli ha sentito gli esperti sia dell'accusa che della difesa rinviando successivamente il processo al 24 ottobre
Masseria Monsignore
FASANO – Altra udienza importante, quella tenutasi ieri mattina (venerdì 13 luglio) nella sezione distaccata di Fasano del Tribunale di Brindisi, relativa ai presunti abusi edilizi rilevati all'interno di Masseria Monsignore, struttura acquistata dall'ex commissario tecnico della nazionale Roberto Donadoni. Mercoledì (11 luglio) era toccato al dirigente comunale dell'ufficio urbanistica di Fasano Antonello Carrieri, agli ex proprietari della masseria poi acquistata dai Donadoni e ai rappresentanti dell'impresa edile che ha effettuato i lavori presentarsi davanti al giudice monocratico Gianantonio Chiarelli. Ieri, invece, è stato il giorno dei periti di parte. Ha cominciato a relazionare quello della pubblica accusa dopo di che si è passati a quelli delle persone indagate per abuso edilizio. Questi ultimi hanno cercato di smontare in ogni modo la tesi accusatoria facendo acquisire agli atti dettagliate relazioni.
Non sono mancati anche vivaci scambi di battute tra l'accusa e gli stessi tecnici chiamati a perorare la causa di Donadoni e della moglie Cristina Radice. Quest'ultima anche ieri era presente in aula mentre il tecnico ha già lasciato Fasano in quanto oggi (sabato 14 luglio) dovrà raggiungere il Parma per iniziare il ritiro precampionato. La diatriba giudiziaria verte soprattutto sulle concessioni a costruire rilasciate dal Comune di Fasano alla famiglia Donadoni. Sono trascorsi 5 anni da quando l'ex giocatore del Milan decise di acquistare Masseria Monsignore e ben 25 ettari di terreno circostante. A seguire ecco giungere al Comune di Fasano un progetto di ristrutturazione riguardante il fabbricato rurale. Lo stesso progetto venne autorizzato dall'ente comunale e i lavori, eseguiti da una ditta fasanese, ebbero inizio. Dopo di che cominciarono i guai giudiziari. Il corpo centrale della masseria di Roberto Donadoni, sita a Savelletri, in contrada Pettolecchia, venne sequestrato il 10 novembre del 2009 dalla Guardia di Finanza. A ordinare il provvedimento è stato il pubblico ministero del Tribunale di Brindisi Antonio Costantini. Nell'ufficio di quest'ultimo era giunto un articolato esposto con la denuncia di presunti abusi edilizi. Il pubblico ministero allertò le Fiamme Gialle che effettuarono i sopralluoghi. Vennero anche acquisiti tutti i documenti inerenti alla pratica edilizia. Gli stessi finanzieri rilevarono alcune difformità rispetto alle concessioni rilasciate che andavano a violare, secondo il pubblico ministero e la guardia di finanza, i vincoli ambientali e paesaggistici. Sotto accusa un piccolo vano tecnico sulla terrazza, la piscina e uno scavo sottotraccia in un frantoio ipogeo annesso alla villa.
Alcune persone finirono sul registro degli indagati. Un anno dopo sempre i finanzieri fecero nuovamente visita alla villa dei Donadoni ma questa volta sequestrarono, a scopo preventivo, l'intera tenuta. Non solo il corpo del fabbricato quindi ma anche gli ettari di terreno. La decisione fu del giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Brindisi Eva Toscani ancora una volta su richiesta del sostituto procuratore della Repubblica Antonio Costantini. In questi giorni il dibattimento giudiziario è entrato nel vivo con l'audizione di testimoni e periti. Il giudice Chiarelli, al termine dell'udienza, ha rinviato il tutto al prossimo 24 ottobre quando ci sarà la requisitoria del pubblico ministero.
di Redazione
14/07/2012 alle 06:51:41
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