QUESTIONI EDILIZIE
Sfilano i testimoni per i presunti abusi edilizi di villa Donadoni
Si è tenuta oggi, 11 luglio, un'importante udienza del processo che deve far chiarezza sui fatti che hanno portato al sequestro della masseria acquistata dall'ex ct della Nazionale
La masseria di Roberto Donadoni
FASANO - Sono cominciate questa mattina (mercoledì 11 luglio), al Tribunale di Brindisi, sezione distaccata di Fasano, le audizioni dei testimoni riguardo il processo riguardante presunti abusi edilizi perpetrati all'interno della masseria di proprietà dell'ex ct della Nazionale Roberto Donadoni e della moglie Cristina Radice (quest'ultima presente in aula accompagnata dall'ex calciatore Renato Olive, amico di famiglia). Davanti al giudice Gianantonio Chiarelli si sono presentati il dirigente comunale dell'ufficio urbanistica di Fasano Antonello Carrieri, gli ex proprietari della Masseria Monsignore poi acquistata dai Donadoni e rappresentanti dell'impresa edile che ha effettuato i lavori.
Donadoni acquistò Masseria Monsignore nel 2007. Dopo di che presentò al Comune di Fasano un progetto di ristrutturazione del corpo di fabbrica. Quest'ultimo venne autorizzato dall'ente comunale e i lavori, eseguiti da una ditta fasanese, ebbero inizio. Dopo di che cominciarono i guai giudiziari. Il corpo centrale della masseria di Roberto Donadoni, sita a Savelletri, in contrada Pettolecchia, venne sequestrato il 10 novembre del 2009 dalla Guardia di Finanza. A ordinare il provvedimento è stato il pubblico ministero del Tribunale di Brindisi Antonio Costantini. Nell'ufficio di quest'ultimo giunse un articolato esposto con la denuncia di presunti abusi edilizi. Il pubblico ministero allertò le Fiamme Gialle che effettuarono i sopralluoghi. Vennero anche acquisiti tutti i documenti inerenti alla pratica edilizia. E gli stessi finanzieri avrebbero rilevato alcune difformità rispetto alle concessioni rilasciate comunque in violazione dei vincoli ambientali e paesaggistici. Pare si trattasse di un piccolo vano tecnico sulla terrazza e uno scavo sottotraccia in un frantoio ipogeo annesso alla villa. Alcune persone finirono sul registro degli indagati.
L'8 ottobre dell'anno successivo, poi, ancora i militari della Guardia di Finanza si recarono nuovamente alla nascente villa Donadoni per dare esecuzione ad un decreto di sequestro preventivo dell'intera tenuta di proprietà dell'attuale allenatore del Parma e di sua moglie. Il decreto fu emesso dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Brindisi Eva Toscani sempre su richiesta del sostituto procuratore della Repubblica Antonio Costantini. Vennero apposti alcuni cartelli attestanti il sequestro lungo il viale d'accesso alla villa, sulla cancellata d'ingresso della tenuta e su un vialetto secondario. Ora, a distanza di mesi, ecco che il processo per abusivismo edilizio è entrato nel vivo. Dopo alcune udienze preliminari si è passati all'audizione dei testimoni. Venerdì 13 luglio ci sarà un'ulteriore udienza e non è detto che non vengano ascoltati Donadoni e sua moglie.
di Redazione
11/07/2012 alle 18:32:23
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