BRUTTA VICENDA
Donna fasanese maltrattata e perseguitata dal suo ex compagno
All'uomo, un mesagnese di 30 anni, è stato notificato l'avviso di conclusione delle indagini preliminari: rischia il processo
FASANO - Prima amore, poi violenza e persecuzione. E' una brutta vicenda quella che ha visto coinvolta una giovane fasanese che è stata costretta a rivolgersi ai carabinieri per poter tornare quanto meno ad una vita tranquilla. La donna aveva intessuto una relazione con un 30enne di Mesagne. Sembrava una bellissima storia d'amore coronata dalla nascita di una bambina ma la convivenza (i due nel frattempo si erano trasferiti ad Erchie) si è poi trasformata in un incubo per la giovane che è stata picchiata e successivamente molestata dal compagno tanto che, esasperata, ha prima depositato una querela ai carabinieri di Erchie e poi fatto ritorno dai genitori a Fasano. Storia conclusa? Assolutamente. Con la scusa di voler vedere la bambina l'uomo ha cominciato a tormentare la fasanese anche quì arrivando anche a palpeggiarla senza consenso tanto che è arrivata un'altra denuncia per il mesagnese.
Nei giorni scorsi all'uomo è stato notificato, dal pubblico ministero Pierpaolo Montinaro, l'avviso della conclusione delle indagini. Per lui le accuse sono pesanti: violenza sessuale, maltrattamenti in famiglia e atti persecutori. Sul documento del pm ci sono pochi dubbi e il 30enne mesagnese rischia parecchio al processo. L'uomo avrebbe, dal 24 maggio del 2013 al 9 febbraio del 2014, con "condotte reiterate, maltrattato la propria convivente (la giovane fasanese difesa dall'avvocato Bernardo Turchiarulo, ndr), ripetutamente percuotendola, mediante schiaffi e spintoni, in un'occasione, lesionandole timpani e la mandibola con uno schiaffo, ancora mordendole un braccio, dopo averla afferrata e bloccata, per impedirle di messaggiare con la madre e sottraendole il telefono. In altra occasione schiaffeggiandola e spaccandole il labbro, un'altra volta spingendole il letto di ferro contro le gambe, afferrandola per il collo e per i capelli, cagionandole anche lesioni e disprezzandola in vario modo con epiteti vari sottoponendola, in tal modo, a vessazioni fisiche e morali, anche sotto l'influenza di sostanze alcoliche e stupefacenti".
Le violenze di cui sopra costrinsero la donna, come detto, a denunciare l'uomo e a tornare a Fasano, a casa dei genitori. Ed è in questa seconda fase che iniziano le attività di stalker dell'uomo. Stando a quanto scrive il pm il mesagnese ha "reiteratamente molestato e minacciato la donna, dopo la rottura della loro relazione ad opera di quest'ultima, e allo scopo di indurla a riprenderla, in modo da cagionarle un perdurante e grave stato d'ansia e di paura tanto da ingenerare un fondato timore per l'incolumità propria e da costringere la stessa ad alterare le proprie abitudini di vita. In particolare recandosi presso l'abitazione dei genitori della donna in compagnia di due persone e pretendendo di prelevare la figlia minore, senza preavviso, ingiuriandola mediante telefonate e l'invio di numerosi sms dicendole 'ricordati che se ti fidanzi con un altro lui non dovrà mai prendere in braccio la bambina altrimenti gli spezzo le gambe... ringrazia il Signore che c'è la bambina di mezzo altrimenti farei saltare per aria la casa dei tuoi genitori... ricordati che posso presentarmi da te a Fasano con i miei amici', in tal modo impedendole di vivere serenamente e di svolgere il suo lavoro in tranquillità creando uno stato di ansia e paura".
L'ultimo capo d'accusa, al mesagnese, rinviene da un episodio accaduto l'11 giugno 2014 quando costrinse la donna a subire palpeggiamenti "ai glutei in modo proditorio ed improvviso".
di Redazione
20/10/2015 alle 06:55:36
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