PIANO DI RECUPERO
Informazioni di garanzia: al sindaco Di Bari spostata di 24 ore l'audizione dal magistrato
L'incontro previsto per il 20 giugno è stato spostato al 21 giugno con il primo cittadino che dovrà spiegare la sua versione dei fatti
Lello Di Bari e Fabiano Amati
FASANO – Slitta di un giorno l'appuntamento con il giudice per il sindaco Lello Di Bari nella vicenda che lo ha visto raggiunto, insieme all'assessore regionale Fabiano Amati, da un'informazione di garanzia per abuso d'ufficio in concorso. Era infatti previsto per domani (mercoledì 20 giugno) l'audizione del primo cittadino davanti al magistrato Valeria Farina Valaori ma se ne riparlerà dopodomani (giovedì 21 giugno). Le informazioni di garanzia ad Amati e Di Bari riguardano il piano di recupero del centro storico. Un esposto ha portato la magistratura ad indagare sulla vicenda.
Nel 2009 Amati, allora consigliere comunale di opposizione, fu delegato da Di Bari a seguire l'iter delle integrazioni dello strumento urbanistico che doveva disciplinare gli interventi edilizi nel centro storico della città. Secondo il primo cittadino, avendo Amati svolto nell'Amministrazione precedente, quella guidata da Donato De Carolis, l'incarico di assessore all'Urbanistica, era la persona migliore per modificare uno strumento di tale importanza. Cosa che l'attuale assessore alle Opere pubbliche fece nonostante le tante polemiche di natura politica che un incarico simile scatenò in città. Ma la questione che ha poi portato all'informazione di garanzia riguarda l'eventuale incompatibilità di Amati che non avrebbe potuto occuparsi del Piano di recupero del centro storico in quanto nell'area che lo strumento indica come centro storico lui e i suoi familiari hanno una serie di interessi.
Per questo, nella primavera del 2009, ci furono anche due ricorsi al Tar di Lecce. I due atti avevano un comune denominatore: puntavano il dito contro il consigliere Amati. Ma i giudici amministrativi respinsero le due istanze in quanto non hanno ritenuto il piano di recupero “non viziato da alcuna irregolarità, senza violazioni di legge e dei principi di materia di pianificazione urbanistica”. I ricorrenti sostenevano che Amati non avrebbe potuto occuparsi del Piano di recupero del centro storico in quanto nell'area che lo strumento indica come centro storico lui e i suoi familiari, come detto, hanno una serie di interessi.
Ma lo stesso Amati, in una relazione presentata al Tar, dimostrò come ben 24 consiglieri comunali avevano proprietà nel perimetro delimitato da quello che viene considerato il centro storico di Fasano (delimitato da via Roma, via Mignozzi, corso Perrini e via Nazionale dei Trulli) e che quindi se proprio doveva esserci obbligo d'astensione sul provvedimento sarebbero stati davvero tanti i consiglieri a doverlo attuare, compreso il sindaco. Ma il Tar spiegò che per i piani generali non c'era obbligo d'astensione.
di Alfonso Spagnulo
19/06/2012 alle 18:42:10
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