ABUSO D'UFFICIO IN CONCORSO
Piano di recupero del centro storico: informazioni di garanzia per Fabiano Amati e Lello Di Bari
A richiedere l'atto di presentazione, notificato dagli agenti del commissariato di Ostuni, il sostituto procuratore Valeria Farina valaori
Lello Di Bari e Fabiano Amati
FASANO - Abuso d'ufficio in concorso. Questa sarebbe l'accusa per cui sarebbero stati notificati da agenti del commissariato di Ostuni, nella giornata di oggi (mercoledì 13 giugno), due informazioni di garanzia, firmate dal sostituto procuratore Valeria Farina Valaori, per l'assessore regionale ai lavori pubblici Fabiano Amati e il sindaco di Fasano Lello Di Bari. La questione riguarda il piano di recupero del centro storico. Secondo le indiscrezioni trapelate pare ci sia un esposto che ha portato il magistrato ad indagare sulla vicenda. Ora, ecco, secondo l'art. 375 del codice di Procedura penale, l'invito a presentarsi davanti al magistrato, il prossimo 20 giugno, per Amati e Di Bari, sottoposti ad indagine per la questione piano di recupero.
Nel 2009 Amati, allora consigliere comunale di opposizione, fu delegato da Di Bari a seguire l'iter di definitiva approvazione dello strumento urbanistico che doveva disciplinare gli interventi edilizi nel centro storico della città. Secondo il primo cittadino, avendo Amati svolto nell'Amministrazione precedente, quella guidata da Donato De Carolis, l'incarico di assessore all'Urbanistica, era la persona migliore per redigere uno strumento di tale importanza. Cosa che l'attuale assessore alle Opere pubbliche fece nonostante le tante polemiche di natura politica che un incarico simile scatenò in città. Ma la questione che ha poi portato all'informazione di garanzia riguarda l'eventuale incompatibilità di Amati in quanto non avrebbe potuto occuparsi del Piano di recupero del centro storico in quanto nell'area che lo strumento indica come centro storico lui e i suoi familiari hanno una serie di interessi.
Per questo, nella primavera del 2009, ci furono anche due ricorsi al Tar di Lecce: uno presentato da Saverio Potenza, ed uno da Maria Rosiello, Francesco e Vincenzo Saponaro. I due atti avevano un comune denominatore: puntavano il dito contro il consigliere Amati. Ma i giudici amministrativi respinsero le due istanze in quanto non hanno ritenuto il piano di recupero “non viziato da alcuna irregolarità, senza violazioni di legge e dei principi di materia di pianificazione urbanistica”. I ricorrenti sostenevano che Amati non avrebbe potuto occuparsi del Piano di recupero del centro storico in quanto nell'area che lo strumento indica come centro storico lui e i suoi familiari, come detto, hanno una serie di interessi.
Ma lo stesso Amati, in una relazione presentata in consiglio comunale e al Tar, dimostrò come ben 24 consiglieri comunali avevano proprietà nel perimetro delimitato da quello che viene considerato il centro storico di Fasano (delimitato da via Roma, via Mignozzi, corso Perrini e via Nazionale dei Trulli) e che quindi se proprio doveva esserci obbligo d'astensione sul provvedimento sarebbero stati davvero tanti i consiglieri a doverlo attuare, compreso il sindaco. Ma il Tar spiegò che per i piani generali non c'era obbligo d'astensione. Ora ecco un altro esposto con il passaggio dal diritto amministrativo al diritto penale con i due noti esponenti che, il 20 giugno, si presenteranno davanti al giudice per farsi ascoltare.
di Alfonso Spagnulo
13/06/2012 alle 21:10:22
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