Minacciò il sindaco di Fasano Lello Di Bari: richiesto rinvio a giudizio per 59enne fasanese

FASANO - Nel 2013 lasciò un bigliettino intimidatorio sotto la porta dell'ufficio del sindaco Lello Di Bari in cui si leggeva "Lo vedrai il gioco pesante, e di brutto". Un atto, insieme alle continue violazioni di alcuni obblighi impostigli dall'autorità giusiziaria, che è costata al 59enne fasanese Mario Mancini, già noto alle forze dell'ordine, una richiesta di rinvio a giudizio da parte del pubblico ministero Milto Stefano De Nozza. Mancini, difeso dall'avvocato Francesco Gentile, dovrà presentarsi il 2 luglio prossimo davanti ai giudici.

Sono due le contestazioni, quindi, rilevate dal pm nei confronti di Mancini nell'atto di richiesta di rinvio a giudizio. La prima è quella relativa alle minacce rivolte al primo cittadino. Mancini pare si fosse recato più volte nell'ufficio del sindaco per chiedere un posto di lavoro. L'ex detenuto era impiegato nella fallita cooperativa "Alba Nuova" ma aveva rifiutato di entrare nella cooperativa !Aquarius B" ritenendo il compenso non equo al lavoro svolto. Per questo si era spesso lamentato con il sindaco tanto da arrivare, il 27 giugno del 2013, a minacciarlo attraverso un bigliettino lasciato sotto la porta dell'ufficio sindacale. Vi era scritto "Lo vedrai il gioco pesante, e di brutto". Di Bari si era rivolto così ai Carabinieri che hanno svolto indagini e passato poi tutto alla Procura della Repubblica.

Parte lesa anche il ministero della Giustizia in quanto con la sua condotta Mancini è venuto meno anche ad alcuni obblighi impostigli dall'Autorità giudiziaria tra cui quello, appunto, di non commettere alcun tipo di reato. Anche per questa violazione, così come per le minacce al sindaco, il pubblico ministero ha disposto la richiesta di rinvio a giudizio per Mario Mancini. Il gip Giuseppe Licci ha disposto l'udienza preliminare per il prossimo 2 luglio.