CASO SENZA FINE
Palmina Martinelli è stata uccisa ma i responsabili non pagheranno
Si è tenuta a Brindisi l'udienza per discutere l'opposizione all'archiviazione: per la Procura si tratta di omicidio ma gli indagati non sono più processabili
FASANO - Tragica fine di Palmina Martinelli, la 14enne fasanese bruciata viva 34 anni fa: la Procura della Repubblica di Brindisi è convinta che si trattò di un brutale omicidio, ma al contempo i magistrati inquirenti ritengono che ciò non basti per poter formulare una richiesta di rinvio a giudizio. Oggi (martedì 24 marzo) si è celebrata a Brindisi, dinanzi al gip Tea Verderosa l'udienza per discutere l'opposizione all'archiviazione della inchiesta bis sulla morte della 14enne fasanese. La procura di Brindisi sostiene la tesi secondo cui "è ragionevole ritenere che si trattò di un omicidio", ma il procuratore capo Marco Dinapoli e il pm Iolanda Daniela Chimienti, titolari del fascicolo di indagine, ritengono che ciò non basti per poter formulare una richiesta di rinvio a giudizio. Gli indizi di reato emersi, in merito al presunto delitto, sono infatti riferibili – secondo i pm – a persone già giudicate e assolte dalla Cassazione e quindi non più processabili.
Prevalse quindi all'epoca la teoria secondo cui la 14enne si tolse la vita dandosi fuoco, nonostante lei stessa, in punto di morte, avesse dato indicazioni su coloro che le avevano dato fuoco. Il caso è stato riaperto su denuncia contro ignoti formulata nell'ottobre 2012 dalla sorella di Palmina, Giacomina Martinelli, assistita dall'avv. Stefano Chiriatti che ha allegato alla querela una perizia dell'anatomopatologo Vittorio Pesce Delfino, il quale ha utilizzato recenti tecniche di analisi di immagine computerizzata sulle ustioni di Palmina. "Il volto di Palmina era protetto – scrive tra l'altro Pesce Delfino – con entrambe le mani prima dello sviluppo della vampata e quindi dell'innesco dell'incendio. L'incendio fu quindi provocato da altri", impostazione questa condivisa dalla procura che ha anche fatto inoltre eseguire un accertamento grafologico su un biglietto lasciato da Palmina da cui emerge che furono almeno due le persone a scrivere. Secondo quanto sempre affermato dall'accusa, originariamente sostenuta dal pm Nicola Magrone che si è poi a lungo battuto perchè la verità venisse accertata, Palmina sarebbe stata uccisa perchè aveva rifiutato di entrare in un giro di prostituzione gestito dai fratellastri. Nel corso delle indagini, riavviate dopo più di trent'anni dai fatti, sono state inoltre ascoltate numerose persone, tra cui una ex compagna di scuola di Palmina, mai ascoltata perchè trasferitasi in Germania subito dopo i fatti. Il giudice delle indagini preliminari si è riservato di decidere sulle osservazioni della parte offesa la quale ritiene, invece, che vi sia ancora margine per indagare e che chiede di giungere a individuare i responsabili di quel delitto.
"Quello che ci auguriamo che accada, al di là di una possibile affermazione di responsabilità, è che vi sia un giudicato che cristallizzi la tesi che Palmina non si suicidò ma che fu vittima di un omicidio". Lo afferma l'avv.Stefano Chiriatti, che assiste la sorella di Palmina, Giacomina, e che insieme a lei da anni conduce una battaglia per giungere alla verità.
di Redazione
24/03/2015 alle 19:41:45
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