TRISTE VICENDA
Arresto di Vito Calianno: i particolari della vicenda dove il bambino era il 'pacchetto'
I Carabinieri pensano che quello di Messina non sia stato un episodio unico mentre per Save The Children è un forte segnale d'allarme
FASANO - Lo chiamavano il 'pacchetto', ma era un bambino romeno di 8 anni, trattato però come un pacco da vendere. Pronto a prenderlo in consegna per fare fronte alla loro voglia di essere genitori, ma senza seguire il normale iter per le adozioni, una coppia di siciliani da anni residenti in Svizzera, con un figlio già grande. Prezzo già fissato, 30mila euro, e consegna definita, a Messina. Ma al momento di concretizzare la 'cessione' sono intervenuti i carabinieri del locale comando provinciale che hanno bloccato tutto, preso in consegna il 'pacchetto', ed eseguito 8 fermi per associazione per delinquere finalizzata alla schiavitù. Tra loro la coppia, 48 anni lei e 57 lui, che aveva 'acquistato' il bambino, con pagamento anticipato avvenuto lo scorso 17 gennaio in un paesino dei Nebrodi, ma anche la mamma e un fratello del bambino. Oltre a loro quattro persone tra organizzatori e intermediari: Vincenzo Nibali, 47 anni, di Castell'Umberto; i fratelli Franco e Aldo Galati Rando, di 46 e 54 anni, entrambi di Tortorici; e Vito Calianno, di 43, di Fasano.
Emergono particolari inquietanti sulla triste storia che ha visto protagonista anche, come detto, un fasanese. Le indagini dei carabinieri, coordinate dalla Dda della Procura di Messina, nascono nell'ambito di un'altra inchiesta su un traffico di auto rubate. E i militari, all'inizio, pensano a una vettura quando nelle intercettazioni telefoniche i fratelli Rando parlano in maniera criptica di 'pacchetto' o 'cosetto', discutendo dei termini dello scambio. Poi è emersa la verità: l'oggetto del 'traffico' era un bambino. E col piccolo di 8 anni, accompagnato dalla madre e da un fratello, sono stati bloccati al loro arrivo al porto di Messina. Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, che hanno monitorato costantemente i movimenti degli indagati, la coppia, originaria di Castell'Umberto, nel Messinese, che da anni vive in Svizzera, gestendo alberghi e night, ha un figlio grande. Avrebbero voluto un altro bambino da crescere, ma volevano 'accorciare' i tempi con un'adozione illegale. Un piano progettato da tempo se, come sembra, i due avrebbero denunciato nel 2008 la nascita di un figlio mai esistito. La ricerca del bambino da parte degli organizzatori sarebbe avvenuta prima in ambienti degradati siciliani, poi si sarebbe spostata in Toscana. Infine, attraverso Vito Calianno e i suoi contatti in Romania, sarebbe stata trovata la famiglia, con gravi problemi economici, pronta a cedere un figlio in cambio di soldi: parte dei 30mila euro che sono stati poi pagati in anticipo.
"Quello che è accaduto è un fatto incredibile e molto grave - ha commentato il comandante provinciale dei carabinieri di Messina, il colonnello Stefano Spagnol - cercheremo di approfondire come questa coppia abbia potuto presentare un certificato di nascita che attestava che aveva avuto un figlio di cui in realtà non c'è traccia. L'indagine è destinata a proseguire, anche perché ci sono ancora tante altre cose da verificare e chiarire, compreso se esistono altri casi del genere".
Per Save the Children l'episodio è un "forte segnale di allarme e in Italia da troppo tempo siamo in attesa del varo, da parte del dipartimento Pari opportunità della Presidenza del Consiglio, di un Piano nazionale di contrasto alla tratta e allo sfruttamento, che rafforzi tutte le misure di protezione nei confronti dei minori a rischio".
di Redazione
27/02/2015 alle 06:51:41
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