RISPOSTA POLEMICA
Ufficio del Giudice di Pace: l'Amministrazione comunale di Fasano risponde a muso duro al Pd
In una nota diramata dall'ufficio stampa comunale arrivano parole di fuoco contro i piddini fasanesi accusati di sciacallaggio politico
FASANO - “Un'azione di vero e proprio sciacallaggio politico: non c'è altro modo per definire l'indegno plotone di esecuzione messo su dal Pd in questi ultimi mesi sulla questione Giudice di Pace”, così si esprime all'unanimità l'Amministrazione comunale di Fasano nei confronti del Pd locale, in risposta alle critiche mosse dai piddini all'Amministrazione sulla gestione della vicenda.
Di seguito, le dichiarazioni dell'intera Amministrazione comunale: “Si era capito sin dalle battute iniziali come, sull'argomento, gli esponenti del Pd avessero fiutato la ‘speculazione': nei passaggi successivi, si è poi compreso che non avevano alcuna intenzione di mollare la presa. Si rassegnino, tuttavia: i loro sforzi di gettare fango sull'amministrazione di centrodestra creandosi “rendite di posizione” non ha reso elettoralmente sinora e non renderà loro alcunché neanche in futuro. Sgombriamo il campo da equivoci: questa Amministrazione è sempre stata critica su un provvedimento, quello del governo Monti reso esecutivo dal governo Renzi, che scarica scandalosamente l'amministrazione della Giustizia sulle spalle gracili dei Comuni. Sappiano i cittadini che il Governo italiano, il cui Ministero della Giustizia è oggi retto da un esponente del Partito Democratico (sic), ha pensato bene di “tagliare” indiscriminatamente tutte le sezioni locali dei Tribunali e dei Giudici di Pace d'Italia per creare, a loro dire, “un risparmio gestionale”: quale sia questo risparmio, onestamente, non si capisce. “Volete conservare gli uffici locali?”- ha chiesto il governo ai Comuni – “bene: pagateveli”. Come dire: “togliete risorse dall'assistenza ai più deboli e dalle opere pubbliche e pagatevi un servizio che la Costituzione prevede sia a carico dello Stato”. Mentre la maggior parte dei Comuni italiani decideva di gettare immediatamente la spugna, questa Amministrazione (unica della provincia di Brindisi insieme con quella di San Pietro Vernotico) ha compiuto un gesto coraggioso e, pur sapendo che l'impresa era ardua e che gli avvoltoi politici erano già pronti ad attaccare, ha deciso di provarci.
L'Amministrazione fasanese - continua il comunicato - otteneva dunque un impegno formale da parte dell'Amministrazione di Cisternino affinché venissero divise le spese di gestione; non tanto quelle logistiche, che Fasano si era detta pronta ad accollarsi integralmente, quanto quelle del personale: ben più gravose giacché, si sapeva, gli uffici comunali non sono nelle condizioni di poter concedere personale all'esterno e soprattutto perché sarebbe stato necessario ottenere il consenso dei dipendenti, i quali avrebbero dovuto acconsentire ad assumere mansioni completamente diverse rispetto a quelle per cui sono stati assunti. Tanto in forza della normativa che impone ai Comuni di esercitare lo strumento del “distacco” del personale presso altra Amministrazione, esclusivamente con il loro previo consenso. Ebbene, l'Amministrazione fasanese ha fatto esattamente ciò che la legge le consentiva: indirizzare una manifestazione pubblica di interesse ai dipendenti comunali informandoli della possibilità di venire distaccati presso la cancelleria del Giudice di Pace; a tale avviso rispondeva positivamente un dipendente di categoria “C” mentre, in un secondo momento, si aggiungeva un dipendente di categoria “b”. Alla data prescritta del 29 giugno 2014, dunque, il Comune di Fasano comunicava i propri nominativi al Ministero; il Comune di Cisternino, invece, si tirava fuori dalla partita. Con missiva pervenuta al protocollo del Comune di Fasano il 10 luglio 2014, l'ufficio del Giudice di Pace di Brindisi, nello svolgimento delle funzioni di coordinamento all'interno del distretto, comunicava la convocazione dei dipendenti comunali indicati per il giorno 15 luglio presso il medesimo ufficio, al fine di avviare il periodo di formazione/affiancamento (cfr. in piena estate…).
Accadeva - si legge ancora nella lunga nota di risposta al Pd - che i dipendenti precedentemente indicati formalizzavano la revoca della propria disponibilità al distacco, per ragioni personali e insindacabili. Non potendo che prenderne atto, l'Amministrazione, rilevato che, in ogni caso, mancava la terza unità lavorativa prevista dall'originario piano del fabbisogno, la cui indicazione era a carico del Comune di Cisternino, con missiva del 16 luglio 2014 comunicava tali circostanze al Ministero della Giustizia ed al Giudice di Pace di Brindisi e chiedeva autorizzazione a posticipare il periodo di formazione onde consentire l'individuazione di altri lavoratori. Alcun riscontro perveniva dal Ministero della Giustizia tanto che, anche a seguito della mozione approvata dal Consiglio comunale di Fasano il 5 settembre 2014, l'Amministrazione comunale formalizzava un ulteriore sollecito a mezzo raccomandata a.r. trasmessa il 10 settembre 2014. Seguivano interminabili solleciti telefonici agli Uffici del Ministero della Giustizia, anche alla presenza degli esponenti Pd, con i quali si concordava l'intendimento di coinvolgere la politica nazionale, di qualsiasi colore politico, purché interessata a dare una mano. Sarebbe stato gradito un interessamento diretto degli esponenti romani del Pd, ben più vicini ai “posti di comando” del Ministero della Giustizia retto, come detto, da un esponente di quel partito: ma evidentemente, nonostante i “40 euro del biglietto del treno”, cui hanno riferito alla stampa, fossero loro rimborsati, agli esponenti renziani faceva più comodo defilarsi in attesa, forse, di speculare all'esito. L'Amministrazione locale inviava, allora, nei giorni successivi una mail dettagliata al parlamentare di zona Nicola Ciracì di Forza Italia, il quale, vista l'inerzia degli uffici competenti, depositava un'interrogazione al Ministro delle Giustizia, in cui facendo propri i suggerimenti di questa Amministrazione chiedeva: “in primo luogo, di riaprire i termini per la formazione del personale a beneficio dei Comuni che non ne avessero ancora beneficiato, posticipando dunque il termine del 29 ottobre per gli accorpamenti; in secondo luogo, preso atto della difficoltà da parte dei Comuni ad individuare personale disponibile al «distacco», autorizzare i competenti uffici ministeriali a esercitare il comando dei dipendenti attualmente in forza alle sedi di Giudice di Pace affinché essi vengano presi in carico dai relativi comuni sede degli uffici; ciò consentirebbe di avere personale già formato e di ovviare alle problematiche connesse al distacco di personale interno”.
Per inciso - conclude la nota dell'Amministrazione comunale fasanese -, l'interrogazione è stata chiamata (come si dice in gergo) il 29 ottobre nella seduta n. 320 della Camera e, ad oggi, il Ministro della Giustizia del PD non si è degnato di darvi risposta, se non con il provvedimento ultimo del 10 novembre. Altro che i teatrini dei piddini fasanesi L'Amministrazione si era resa disponibile, se autorizzata, ad evitare sia lo spostamento dei dipendenti comunali (uomini, con le loro necessità, non merce da utilizzare come i piddini vorrebbero far credere) sia quello dei dipendenti ministeriali attualmente occupati presso l'ufficio locale. Il Ministero della Giustizia a marca Pd non ha voluto sentire ragione ed ha sentenziato l'accorpamento dell'Ufficio di Fasano così di tutti gli altri della Provincia di Brindisi: stessa sorte per altre centinaia in tutta Italia. Noi che abbiamo sottratto ore della nostra vita per questa causa non possiamo che provare amarezza per l'esito non positivo; siamo consapevoli, comunque, che abbiamo fatto bene a provarci poiché non la politica attendistica e di posizione non ci appassiona: preferiamo finire in pasto agli avvoltoi che rinunciare ad una battaglia. Gli speculatori della prim'ora, invece, farebbero bene a ripiegare i loro striscioni scontati ed offensivi ricordando che, quelli che affissero dieci anni fa sulla facciata dell'ospedale, sono serviti solo a far eleggere i loro compagni: il resto, infatti, è storia di questi giorni”.
di Redazione
17/11/2014 alle 13:53:39
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