Vogliamo solo giustizia: tanta gente al sit in in piazza Ciaia per Stefano Cucchi

FASANO - Ieri (domenica 9 novembre) l'associazione "Fasano Antirazzista" e la Curva Sud di Fasano hanno organizzato un momento di riflessione per chiedere giustizia per Stefano Cucchi. Ultras, studenti, cittadini, anziani, amici, ma anche tanti bambini e tante bambine. Tutta gente che ha sentito l'esigenza di mandare un segnale: nessuno si senta più solo o sola di fronte a questi abusi perché sono un problema comune come comune è il desiderio di non accettare più l'arroganza e l'impunità.

Al centro della piazza, numerose piccole candele componevano la scritta “Giustizia” e allo stesso tempo venivano distribuiti dei volantini che illustravano i motivi della manifestazione. Al grido di “Vogliamo solo giustizia”, sono state accese alcune torce sotto lo striscione “Accendiamo la verità per Stefano Cucchi e le vittime dello Stato”. "Non servono troppe parole per raccontare quello che accade ogni giorno nelle carceri, nelle celle di sicurezza dei tribunali, nelle caserme, nelle strade e negli stadi - dichiarano gli organizzatori della manifestazione -. La lista delle persone uccise dagli abusi di potere è già troppo lunga, è già insopportabile. Siamo scesi in piazza per accendere la verità, per avere giustizia, perché la repressione fa male a tutti e affinché tutto questo non accada mai più Tante, troppe volte, abbiamo visto anche sulla nostra pelle la durezza della repressione. Abbiamo visto morire Gabriele, un ultras come noi, solo perché portava una sciarpa al collo, tra l'altro proprio domani (11 novembre, ndr) ricorre l'anniversario del suo barbaro assassinio Abbiamo visto nascere decreti anti-ultras che poi puntualmente sono stati applicati nella vita di tutti i giorni. Abbiamo visto abusi sugli Ultras, sugli operai, sugli immigrati e abbiamo capito che c'è un velo di impunità, di omertà e che la divisa non si processa. Quando c'è polizia dappertutto vuol dire che non c'è giustizia da nessuna parte. Ma la nostra piazza ci ha lanciato un segnale, c'è tanta gente che non è disposta a chinare la testa o a guardare da un'altra parte e che ora qualcosa sta cambiando e questo ci apre uno spiraglio di speranza".