PER NON DIMENTICARE
Fasano ha onorato i suoi caduti in guerra
Alla cerimonia tenutasi nel centro cittadino hanno partecipato, per la prima volta, anche studenti di ogni ordine e grado delle scuole fasanesi
FASANO - Fasano ha onorato i suoi caduti in guerra questa mattina (martedì 4 novembre) nel corso della tradizionale manifestazione voluta dall'Amministrazione comunale. In piazza Ciaia si sono così schierate le associazioni combattentistiche e d'arma, nonché, per la prima volta, gli studenti di ogni ordine e grado che gli amministratori fasanesi hanno voluto coinvolgere. Presenti numerose autorità politiche e militari. E' stato il sindaco facente funzioni Gianleo Moncalvo a deporre la prima corona ai piedi della lapide posta sulla parete dell'ufficio anagrafe proprio in piazza Ciaia. Dopo di che il corteo si è spostato nella Chiesa Matrice dove don sandro Ramirez ha celebrato una santa messa.
Al termine dell liturgia lo stesso don Ramirez ha esortato i ragazzi presenti alla pace. "Non spetta a voi risolvere i conflitti in Medio Oriente, Siria o Africa centrale - ha sottolineato il Priore - ma la Pace si costruisce in casa, con la famiglia e nelle scuole". Poi, sempre in corteo, ci si è spostati nel Parco delle Rimembranze per la deposizione delle corone e l'alzabandiera. Un rappresentante della Marina Militare ha letto il messaggio del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano preparato per il 4 novembre dopo di che ha preso la parola Moncalvo. "Cento anni fa il mondo si dichiarava guerra - ha esordito il sindaco facente funzioni -, tra nazioni contrapposte, per interessi, significati e vantaggi contrastanti di ciascuna nazione contro altre, di alleanze tra Paesi contro altri. L'Italia entra in quella drammatica prima Guerra mondiale il 24 maggio del 1915. Centinaia di migliaia di uomini in divisa, compresi i nostri militari fasanesi i cui nomi sono incisi qui dinanzi a noi ad imperitura memoria, combatterono e morirono per la libertà e la difesa dell'Unità d'Italia: sia in quel triennio tragico del '15-118, sia nel lungo arco della Seconda Guerra del '39-'45. Oggi altri giovani in divisa combattono e muoiono per difendere la libertà e la democrazia di nazioni minacciate da certo terrorismo internazionale di stampo fondamentalista. Gli uni e gli altri sono legati spesso da un filo rosso indelebile: la privazione violenta della possibilità, anzi del diritto di ciascuno, di rivedere i propri cari, di riabbracciare mogli, fidanzate, padri, madri, fratelli, sorelle, amici. C'è quel filo rosso, fatto di sangue, che ancora oggi non si spezza, che ancora oggi lega i giovani di ieri ai ragazzi di oggi che consacrano la propria vita ai grandi ideali della libertà e della democrazia: ieri per difendere la nostra libertà e la nostra dignità di italiani, oggi per difendere la dignità e la libertà di altri cittadini del mondo, in Kosovo, come in Afghanistan, Libano e Siria. E come non ricordare ancora, oggi, chi per difendere la libertà e la sicurezza della nostra nazione è ingiustamente prigioniero in uno stato straniero. Il nostro pensiero va al fuciliere di Marina Salvatore Girone, detenuto in India e al suo collega Massimiliano latorre, in Italia solo a causa delle sue gravi condizioni di salute.
E allora - ha continuato Moncalvo -, questo 4 novembre non è una pagina di storia ricoperta di naftalina ma un momento fondamentale di riflessione profonda, che unisce lo ieri dei soldati allo sbando nelle due Guerre mondiali all'oggi di uomini, in divisa come ieri, ma impegnati in operazioni di pace negli Stati Mediorientali e del cosiddetto Vicino Oriente. E' per questo che, l'Amministrazione comunale, ha voluto che le nostre scuole fossero coinvolte in questa importante giornata di commemorazione, perché i cento anni dalla Prima Guerra Mondiale sembrano collegarsi a chi imbraccia un'arma, ancora oggi, nelle missioni internazionali di pace. Siamo qui insieme in questo 4 novembre per omaggiare chi non c'è più, ma anche chi, pur con compiti, funzioni, ruoli differenti, veste oggi le divise dell'Arma dei Carabinieri, della Guardia di Finanza, dell'Esercito, della Marina Militare, dell'Aeronautica, dei volontari della Protezione Civile e della Croce Rossa, ed io vi aggiungo anche la Polizia di Stato e la Polizia locale, la Guardia Costiera, i vigili del fuoco, ed il corpo forestale che quotidianamente presidiano le strade e le piazze delle città, i nostri mari e i nostri boschi, per difendere la nostra incolumità o per aiutare coloro che si ritrovano nel bisogno. Saranno tante le celebrazioni in tutto il mondo per il centenario della Prima Guerra Mondiale: grandi intellettuali e uomini di cultura hanno profuso tempo e studio per dedicare il proprio pensiero e la propria attività alle tragiche pagine di quella guerra: penso al "poetico£ Ermanno Olmi" che ha tratteggiato alcuni drammatici momenti di immagini, in quello che sarà definito certamente il suo capolavoro, 'Torneranno i prati', proiettato proprio oggi contemporaneamente in quasi cento nazioni di ogni continente.
Bellissimo - ha concluso il giovane amministratore -, poi, è il ricordo, tenero e nello stesso tempo graffiante, dei giovani di ieri fatto da Aldo Cazzullo nel suo volume 'La guerra dei nostri nonni', edito da Mondadori (che invito caldamente i ragazzi presenti a leggere): il giornalista del 'Corriere della Sera' traccia un altro tipo di storia, non quella di colonnelli e generali, di uomini di Stato e di diplomatici, ma di uomini e donne comuni, dei nostri bisnonni e dei nostri nonni. E, dunque, il 4 novembre, simbolicamente rappresenta e deve continuare ancor di più a rappresentare oggi l'abbraccio tra generazioni diverse a suggello di quel patto intergenerazionale che, solo, può consolidare e sviluppare una democrazia sana. Viva l'unità della nostra nazione, viva le forze armate, viva l'Italia".
Momenti di apprensione si sono vissuti per un lieve malore accusato da un bambino che si è poi fortunatamente ripreso.
Celebrazioni del 4 novembre si terranno anche a Pezze di Greco, Pozzo Faceto e Montalbano.
di Redazione
04/11/2014 alle 13:07:07
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