BRUTTA VICENDA
Ammanco al Comune: la prossima settimana la decisione sul dipendente indiziato
Per la terza volta il dipendente indiziato non si è presentato davanti alla commissione disciplinare: aveva chiesto un rinvio che gli è stato negato
FASANO - Ammanco nelle casse comunali: neanche ieri (mercoledì 17 settembre) il dipendente dell'ente locale sospettato di essere il responsabile del buco (che stando all'esito della ricognizione eseguita dal dirigente del settore Risorse di Palazzo di città e dalla task force che in tutta fretta è stata costituita per fare il punto della situazione, ha raggiunto la stratosferica quota di 330mila euro) si è presentato dinanzi alla commissione disciplinare del Comune.
Il suo legale ha chiesto il rinvio dell'audizione motivando la richiesta con la necessità da parte del suo assistito di studiare in modo più approfondito le contestazioni che le vengono mosse. La commissione, dal canto suo, ha fatto presente all'avvocato che di tempo per studiare la documentazione ed eventualmente controdedurre alle contestazioni che vengono mosse il suo assistito ne ha avuto a sufficienza. Di qui la decisione di negare il rinvio. Tecnicamente, quindi, il procedimento disciplinare a carico dell'ex economo di Palazzo di città si può ritenere concluso. Al massimo la settimana prossima arriverà il verdetto dell'organismo che, alla luce della gravità dei fatti oggetto delle contestazioni, potrebbe decidere il licenziamento del dipendente.
Ad accorgersi che i conti dell'ente non quadravano sono stati, all'inizio dell'estate scorsa, i revisori dei conti, che hanno subito messo al corrente della cosa il segretario generale, i dirigenti e gli amministratori. Immediatamente è scattato un esposto-denuncia alla Procura della Repubblica per il tramite dei carabinieri. Dall'analisi delle contabilità dell'Economato di Palazzo di città è venuto fuori che dalle casse comunali sono usciti, attraverso il meccanismo delle fatture pagate due volte, 330mila euro. Il lavoro di ricognizione si è rivelato, lo hanno sperimentato sulla propria pelle dirigente, funzionari e impiegati a cui è toccato spulciare gli ultimi cinque anni di contabilità dell'Economato comunale, particolarmente complesso.
Si è trattato di mettere a raffronto due contabilità, quella dell'Economato e quella della Ragioneria comunale, per individuare le fatture che sono state pagate due volte. Il meccanismo truffaldino era più o meno sempre lo stesso: il pagamento al fornitore avveniva attraverso la banca che svolge il servizio di tesoreria per conto del Comune, il pagamento “cabriolet” avveniva per cassa in un momento successivo e i soldi finivano nelle tasche dell'impiegato infedele. Le verifiche hanno acclarato che le fatture pagate due volte erano centinaia e che questo sistema aveva causato un ammanco, la cui consistenza al momento è stimata, per l'appunto, in 330mila euro.
di Redazione
18/09/2014 alle 06:18:34
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