AMBIENTE IN PERICOLO
Trivellazioni in Adriatico: il senatore Nicola Latorre risponde a Vito Bianchi
Il movimento civico 'in Comune' aveva chiesto all'esponente politico del Partito Democratico di intervenire sulla materia
FASANO - Nel numero in edicola di Osservatorio, l'edizione cartacea del nostro giornale, con un approfondito articolo ha denunciato i pericoli sempre più concreti di possibili trivellazioni petrolifere al largo di Savelletri. Osservatorio ha anche pubblicato le mappe allegate al progetto del permesso di ricerca di idrocarburi in mare che una società australiana, la Global Petroelum Limited con sede a Londra, ha presentato al Ministero dell'Ambiente. Nell'articolo si da notizia che il 4 agosto prossimo scade il termine per la presentazione delle osservazioni ai progetti proposti dalla società australiana. Le ricerche petrolifere potrebbero essere avviate a meno di 50 chilometri dalla costa di Savelletri e Torre Canne.
Subito dopo la pubblicazione del nostro articolo, il consigliere comunale del movimento “In Comune”, Vito Bianchi, ha indirizzato una lettera al senatore Nicola Latorre, promotore di un disegno di legge contrario alle ricerche petrolifere nel nostro mare, per avere notizie in merito.
Questa la risposta a Vito Bianchi, fatta pervenire nella nostra redazione dal sen. Nicola Latorre. "Caro Vito - scrive Latorre - da alcuni media apprendo di aver ricevuto una tua lettera che, per probabili difficoltà postali, in realtà non mi è mai pervenuta. Ne conosco dunque solo le parti anticipate a mezzo stampa. Ti ringrazio molto per questa iniziativa. É la prima volta, dopo nove anni di mio incarico parlamentare, che un esponente istituzionale della mia città prende atto dell'attività svolta a tutela del nostro territorio e mi sollecita una ulteriore iniziativa sulla giusta battaglia contro trivellazioni che espongono a rischi seri di inquinamento i nostri mari, con tutte le conseguenze del caso. Vorrei confermarti che non abbiamo abbassato neanche per un minuto la guardia su questo tema. In data 3 giugno 2013 ho ripresentato il mio DDL (n. 763) che con un articolo unico mira a vietare «la prospezione, la ricerca e la coltivazione di idrocarburi liquidi nelle acque prospicienti alla nostra Regione», proprio perché le piattaforme così dette "off-shore" nella fase esplorativa e in quella estrattiva riversano in mare un quantitativo di idrocarburi che produce effetti molto negativi in termini di inquinamento oltre al rischio non quantificabile di lento e progressivo abbassamento verticale del terreno che può essere indotto dalla minore presenza dei fluidi estratti. Inoltre, il 2 giugno 2014 abbiamo discusso in Aula e approvato a larga maggioranza, un ordine del giorno che impegna il governo su una serie di obiettivi: effettuare una rigorosa ricognizione sulla situazione attuale; rivalutare il complesso delle autorizzazioni; prevedere che l'istruttoria per le perforazioni in mare sia effettuata da alcuni istituti nazionali ben identificati; disporre la riorganizzazione delle attività di coltivazione di idrocarburi entro le 12 miglia; lavorare per una progressiva riduzione del numero complessivo di piattaforme in mare. Consapevoli dei grandi rischi ai quali il nostro territorio sarebbe esposto sia in termini ambientali che economici, ti assicuro, che continueremo a vigilare e, se necessario, assumeremo ogni iniziativa utile per preservare l'integrità ambientale delle nostre coste"
di Redazione
30/07/2014 alle 15:38:17
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