BEGA MONETARIA
Società di consulenza porta il Comune di Fasano in Tribunale: pretende oltre 700mila euro
Il vecchio contenzioso con l'Enel rischia di costare caro all'ente comunale che comunque è pronto a resistere in giudizio
FASANO – Ricordate il contenzioso tra il Comune di Fasano e l'Enel per la mancata manutenzione poi risolto a favore dell'ente comunale che doveva incassare un milione e 700mila euro? Bene. Parte di quel denaro potrebbe finire nelle casse della società specializzata di consulenza incaricata dallo stesso Comune fasanese che ha deciso di portare davanti al Tribunale civile di Brindisi. Ma ripercorriamo la storia.
Nel 2003 la dirigente dei Servizi finanziari del Comune di Fasano (all'epoca Anna Carmen Picoco, attuale dirigente dei Servizi finanziari della Provincia di Brindisi), nell'esaminare attentamente le fatture emesse da “Enel spa” nei confronti del Comune di Fasano, si accorgeva che, in forza di quanto previsto da alcune convenzioni stipulate negli anni 80', nelle medesime fatture era sistematicamente contemplata, a carico dell'Ente locale, una voce, “manutenzione rete”, che incideva sull'importo complessivo di ogni singola fattura, mensilmente, per un importo di complessivi 27.000.000 delle vecchie lire (circa 14mila euro). In considerazione del non secondario importo mensile richiesto da “Enel spa”, la dirigente disponeva i tempestivi ed opportuni accertamenti, sia tramite l'Ufficio tecnico, che attraverso la Polizia municipale, per verificare se la società elettrica svolgesse effettivamente attività manutentiva (sostituzione corpi illuminanti, tiranti, lampade, ecc.) su tutti gli impianti di pubblica illuminazione esistenti nell'intero territorio comunale (Fasano centro e frazioni). Da tali accertamenti emergeva che, in realtà, l'attività manutentiva non era stata svolta, o, in alcuni casi, soltanto parzialmente svolta. Aveva inizio una fitta e formale corrispondenza fra Comune e “Enel” con la quale l'ente locale inoltrava richiesta di restituzione delle somme pagate senza giustificazione. Si tennero, così, a Palazzo municipale, diversi incontri tra dirigenti “Enel” e rappresentanti dell'Amministrazione comunale finalizzati anche a valutare ipotesi di accordi bonari; tuttavia, tali incontri non ebbero esito positivo, in ragione della modesta entità delle somme offerte, volta per volta, da “Enel”. L'Amministrazione comunale del tempo (sindaco De Carolis), con provvedimento di giunta, confermato dalle successive Amministrazioni (sindaci Ammirabile e Di Bari), incaricavano una società specializzata nel settore, la Svimservice Spa, per effettuare ulteriori accertamenti sull'effettivo svolgimento o meno dell'attività di manutenzione degli impianti di pubblica illuminazione da parte di “Enel spa”. Anche da questi accertamenti risultava che l'attività manutentiva, nel decennio dal 1990 al 2000, non era stata effettuata, ovvero era stata solo parzialmente effettuata, e che, conseguentemente, il Comune di Fasano aveva corrisposto a “Enel spa” e, in parte, a “Enel Sole spa” (nel frattempo succeduta alla prima società), una somma più o meno pari a 1.800.000 euro. Sicché, dopo ben 7 atti di diffida rimasti senza riscontro da parte di “Enel spa”, il capo dell'Avvocatura comunale Ottavio Carparelli, nel 2005, su espresso incarico conferitogli dall'allora sindaco Vito Ammirabile, confermato dalle Amministrazioni successive, dava inizio all'azione giudiziaria.
Quest'ultima vide la vittoria del Comune di Fasano dato che il Tribunale di Brindisi, nell'aprile del 2013, condannò “Enel spa” e “Enel Sole spa” a rimborsare al Comune di Fasano 2.007.528,80 euro (di cui 1.716.540 di capitale e 290.888,80 euro per interessi maturati dal 2005, ossia dall'inizio dell'azione giudiziaria intrapresa dal Comune). A questa condanna le società Enel proposero appello ma nei giorni successivi Comune e la stessa Enel raggiunsero un accordo sul versamento della somma dovuta.
Ma in tutto questo è entrata ora la Exprivia Healthcare It Srl, già Svimservice, che ora chiede che il Comune di Fasano riconosca quanto fatto dai suoi esperti in quella vecchia consulenza. Per ottenere “giustizia” si è rivolta al Tribunale di Brindisi chiedendo l'accertamento se la consulenza è stata effettivamente utilizzata dall'ente comunale fasanese e pertanto chiede il pagamento di una fattura del 2001 ammontante a 234mila euro. Non solo la Exprivia chiede altri 514.962 euro, frutto del 30% della somma incassata dal Comune più interessi e rivalutazione monetaria. Insomma in totale vorrebbe quasi 750mila euro dal Comune fasanese. Quest'ultimo, naturalmente, non ci sta e ha dato incarico all'avvocatura comunale di resistere in giudizio alla richiesta.
di Alfonso Spagnulo
11/06/2014 alle 07:42:23
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