DOPO DUE SOSPENSIONI
Ripresi i lavori di messa in sicurezza del porto di Savelletri
La Soprintendenza ai Beni culturali ha concesso tutte le autorizzazioni in merito e adesso comincia la lotta contro il tempo
Ruspe di nuovo al lavoro a Savelletri
FASANO - Il 3 novembre dello scorso anno, con un'apposita cerimonia, venne gettata in mare simbolicamente la prima pietra per l'inizio dei lavori di messa in sicurezza del porto di Savelletri. Poi il calvario. Due sospensioni, i tempi che si allungano e ora, finalmente, le ruspe sono di nuovo in moto. Sono ripartiti proprio ieri i lavori di un'opera tanto attesa quanto tribolata. Dopo aver ottenuto il “via libera” dalla Soprintendenza ai Beni archeologici regionale la ditta “Doronzo infrastrutture srl” di Barletta ha ricominciato lì dove aveva interrotto qualche settimana fa.
Il progetto prevede una serie di opere da realizzarsi, a cominciare da cala Grottelli, dove, esternamente, sarà costruito il prolungamento del rifiorimento e la messa in sicurezza della diga di tramontana esistente. In particolare, si doterà la diga esistente di una banchina sul lato interno della larghezza di circa 6 metri per una lunghezza, oltre quella già esistente, di circa 192 metri, la quale servirà anche per poter realizzare, via terra, il prolungamento del molo. Questo consisterà nella realizzazione di un ulteriore tratto della lunghezza di circa 170 metri del tipo a gettata in massi di pietra naturale di pezzatura idonea all'uso con masso di coronamento superiore, necessario, con la creazione della diga di levante, a rendere sicuro l'intero bacino portuale. Nei primi due tratti del molo di tramontana, banchinati, sono previsti poi pozzetti per l'impianto idrico, cavidotto idrico, pozzetti per l'impianto elettrico, cavidotto elettrico, predisposizione base per i pali della pubblica illuminazione. In tutti i restanti tratti del molo di tramontana sono previsti solo pozzetti per l'impianto elettrico e un cavidotto elettrico per l'alimentazione del segnalamento marittimo posto all'estremità. L'intervento prevede inoltre la realizzazione di un nuovo molo di levante che, insieme col prolungamento di quello descritto poc'anzi, realizza la chiusura del bacino portuale a levante.
Non un'opera facile, quindi, che ha subito diversi rallentamenti nel corso di questi mesi. Qualche giorno dopo la posa della prima pietra, infatti, ecco la prima sospensione. Il motivo? Un disguido burocratico. La Capitaneria di porto di Brindisi, nella conferenza dei servizi, non avrebbe coinvolse quella di Taranto. Quest'ultima è specializzata nello scandagliamento dei fondali marini. Quando ci sono opere che interessano, come in questo caso, marinerie e porti l'operazione scandagliamento è obbligatoria. Venne così inoltrata la richiesta alla Capitaneria di Porto di Taranto e si dovette aspettare che questa effettuasse lo scandagliamento per ripartire con i lavori. Ma a gennaio ecco il secondo stop. L'alt arriva dalla Soprintendenza ai Beni archeologici dopo un esposto in cui viene segnalata la presenza, nello specchio d'acqua interessato dai lavori, di reperti archeologici tra cui addirittura un relitto di una nave. Ecco quindi che il Comune di Fasano ha ingaggiato un archeologo subacqueo per esplorare la zona e rendicontare la situazione. Quest'ultimo, a causa delle avverse condizioni meteo, ha iniziato le immersioni molti giorni dopo il conferimento dell'incarico. Una volta appurato che il tratto di mare non nasconde reperti archeologici ecco che la Soprintendenza ha dato l'okay per ricominciare a lavorare e gli operai ora cercheranno di recuperare il tempo perduto.
di Alfonso Spagnulo
17/05/2012 alle 06:48:12
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