INIZIATIVA DI CONTROLLO
Cucina della mensa scolastica: nuovo blitz di Vito Bianchi
Il capogruppo consiliare del movimento 'in Comune' ha voluto effettuare un sopralluogo senza preavviso
FASANO - Senza preavviso: così si è svolto il blitz di Vito Bianchi nelle cucine dove si preparano i pasti per i bambini delle scuole dell'infanzia di Fasano. Giorni fa, accompagnato da una mamma, il rappresentante del movimento “in Comune”, tenendo fede all'impegno preso con i cittadini fasanesi, ha effettuato un sopralluogo per verificare l'origine degli ingredienti dei cibi somministrati ai bambini. Ed ecco il puntuale report. “Appena arrivati davanti alla sede dell'azienda preposta alla mensa scolastica – racconta Vito Bianchi – l'attenzione mia e della genitrice è stato attirato da un cumulo di cartoni in attesa di essere ritirati, che recavano impressa l'etichetta del prodotto e la provenienza: KR Sea Foods, seppie intere pulite e congelate dall'India. Entrati nei locali dell'azienda e indossati gli indumenti protettivi, abbiamo potuto registrare l'alacrità e la professionalità del personale addetto alla cucina. Abbiamo ispezionato la dispensa, e qui ci siamo trovati davanti a provviste di vario genere e di diversa qualità. C'erano, per esempio passata di pomodoro bio (Manfuso) e brik di pomodoro convenzionale (marca “Casino” con istruzioni in sola lingua francese); confezioni di pasta biologica (Bio Lori) e non (Riscossa, La Molisana, Spiga di Puglia, Majora); tortellini secchi (Pagano) e sacchetti di riso (Scotti); latte di provenienza estera (MG) e scatole di fiocchi di patate (Pfanni); farina (Frumenta) e sacchi di legumi (Geca), oltre a stoviglie biodegradabili (Ipil) e a detergenti poggiati in un armadietto metallico non nuovissimo.
Abbiamo fatto rilevare a un addetto - continua Bianchi -, che ci ha seguito nell'ispezione, come alcuni barattoli di salsa fossero infossati in seguito ad urti, e abbiamo sottolineato la necessità che lo scatolame dovesse rimanere intatto e non scalfito, per non disperdere all'interno particelle metalliche che compromettono la salubrità del prodotto. La frutta in preparazione in cucina (nella circostanza mele) era sistemata in cassette senza indicazioni di provenienza, sebbene successivamente ci sia stata presentato un contenitore a marchio Orogel. Nelle celle-frigorifero abbiamo osservato kiwi da Rotondella-Trisaia (in Basilicata) e verdura sia importata dall'estero che locale. Il pezzo di parmigiano esibito, ancora avvolto sottovuoto nel cellophane, era lo stesso presentato durante la precedente visita ufficiale, organizzata giorni prima, al pari del concentrato d'uovo. Non abbiamo invece potuto conoscere la provenienza e la qualità delle carni, in quanto esse giungono dal deposito di un'altra città. L'igiene c'è parsa complessivamente nella norma. Per il resto, riguardo ai prodotti, non intendiamo giudicare la qualità degli ingredienti utilizzati: il nostro intento era di fornire un resoconto con cui le famiglie possano operare le loro scelte in maniera più consapevole per il servizio di mensa scolastica. E comunque, altre visite a sorpresa non mancheranno”.
di Redazione
25/04/2014 alle 00:11:02
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