ADDIO POLEMICO
L'associazione Zona In perde il suo presidente: Cofano si dimette
L'ingegnere parla di sopraggiunti impegni personali ma non manca di polemizzare con i residenti della zona industriale per quanto accaduto al primo turno delle Comunali
L'ingegner Antonio Cofano
FASANO – L'associazione “Zona In”, nata qualche mese fa come reazione di un nutrito gruppo di cittadini fasanesi al persistente immobilismo di tutte le amministrazioni comunali succedutesi alla guida della città, non ha più il suo presidente. L'ingegnere Antonio Cofano, infatti, ha rassegnato le dimissioni dal suo incarico adducendo motivazioni personali ma nella missiva non manca di polemizzare su quanto accaduto al primo turno delle elezioni Comunali.
«A causa di sopraggiunti impegni personali e lavorativi sono costretto, mio malgrado – scrive Cofano -, a rassegnare con effetto immediato le dimissioni dalla presidenza della Associazione Zona In. Desidero ringraziare tutto il gruppo del direttivo ed i simpatizzanti che hanno contribuito, con il loro grande impegno, a dare visibilità ad una parte della città che, fino a pochi mesi fa, era abbandonata a se stessa e sopravviveva solo grazie alle iniziative personali di alcuni residenti. Cionondimeno, devo rilevare come la maggioranza assoluta dei residenti abbia ancora una volta espresso, attraverso percentuali inequivocabili, la massima fiducia nell'attuale amministrazione, indicandola come la più idonea per portare avanti il programma di riqualificazione della Zona Industriale Nord. Tale consenso ha superato di gran lunga e la media espressa nel resto della città ed indica, a mio opinabile parere, non solo mandato per i prossimi anni ma anche approvazione incondizionata dell'operato della Giunta nella passata legislatura.
Personalmente non posso che rallegrarmi con gli amministratori per questo risultato, ma allo stesso tempo mentirei a me stesso se non ricordassi che avevo accettato l'incarico dalla "Associazione Zona In" proprio perché mi sembrava inaccettabile per la mia azienda operare in una zona così disastrata. Andare al mattino in ufficio e fare uno slalom tra le buche dell'asfalto; fare ogni volta fatica a spiegare ai clienti come raggiungere l'azienda (vista la mancanza di ogni segnaletica..); sentire l'ormai familiare puzza dell'autospurgo che ricordava a tutti l'assenza del sistema fognario; non poter lasciare il lavoro troppo tardi per non rischiare di essere avvolti dal buio, nell'assenza di illuminazione pubblica; sentire le lamentele dei residenti per pratiche di condono decennali; vedere ogni anno diminuire le imprese che operano in quella zona; per questi ed altri motivi avevo accettato di essere il portavoce delle centinaia di persone che il 24 febbraio avevano riempito, come raramente accade, le sale del Laboratorio Urbano. Alla luce di quanto accaduto, unitamente ai sopramenzionati impegni personali e lavorativi, non posso fare a meno di chiedermi cosa possa essere cambiato in meno di tre mesi e trarre la conclusione che, forse, sia meglio tornare a dedicarmi alle mie precedenti attività ed interessi».
di Redazione
13/05/2012 alle 07:10:55
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