INIZIATIVA DI PROMOZIONE
L'associazione 'Flavio Arconzo' promuove la sicurezza stradale anche a Locorotondo
Il sodalizio presieduto da Katia Schiavone ha incontrato alcuni giovani nella sede centrale dell'autoscuola Pieffe
FASANO - Dopo l'interessante convegno di sensibilizzazione tenuto la scorsa settimana all'autoscuola Pieffe di Fasano, l'associazione "Flavio Arconzo - Vittime della strada e della giustizia" ha riproposto l'incontro venerdì 7 marzo nella sede centrale Pieffe a Locorotondo. Un incontro che per circa due ore ha lasciato i presenti in silenzio assoluto, attenti e avidi di assorbire ogni immagine e parola. Circa una cinquantina i giovani ai quali sono stati proposti diversi video di sensibilizzazione, supporto fondamentale per tenerli tutti col fiato sospeso.
Grande la soddisfazione espressa dai volontari per l'alto grado di attenzione dei ragazzi agli interventi del docente Francesco Perrini, e, in seguito, decisamente provati dalla drammaticità delle parole della presidente Katia Schiavone, che dopo aver presentato l'associazione, ha portato testimonianza personale della tragedia che ha colpito la sua famiglia, con la morte di Flavio, il figlio diciassettenne. Immancabile la sottolineatura della presidente sull'importanza del rispetto delle regole e, accorato l'appello a far tesoro di quei momenti di forte emozione per "usarlo" sulla strada, perché "basta un attimo, una telefonata, e la vita va in frantumi - ha spiegato la Schiavone -. Fate in modo che vostra madre e vostro padre non ricevano mai quella telefonata".
Subito dopo si è aperto un interessante dibattito che ha visto gli interventi, oltre che della Schiavone e del Perrini, anche di Angela Pugliese, Carmen Pistoia e Vito Piva, volontari e membri del Direttivo del sodalizio. Incisivo anche l'intervento di un medico presente in sala, il professor Maurizio Gasperi, che ha dato la sua opinione sull'importanza delle sanzioni da infliggere ai trasgressori. "Anni fa - ha spiegato il dottor Gasperi -, fui felice quando a mio figlio sospesero la patente perché fermato con tasso alcolemico nel sangue superiore alla norma. Gli fu impedito di guidare per diversi mesi e, in seguito, assunse comportamenti più responsabili". Apprezzatissimo quest'ultimo intervento che ha toccato un altro punto importante, quello di tanti genitori che in seguito a questo tipo di accadimento, cercano in tutti i modi di “coprire” il proprio figlio cercando di far togliere la sanzione inflitta. Un comportamento decisamente criticabile e poco costruttivo, che sicuramente nuoce all'educazione dei figli e spesso alla loro stessa vita.
di Redazione
08/03/2014 alle 06:44:19
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