PROTESTA DI PIAZZA
Vito Bianchi: 'Questa amministrazione è come il Titanic e per questo se ne deve andare a casa'
Il movimento 'in Comune' è tornato in piazza per protestare nuovamente contro la Tares e il contratto Tradeco
FASANO - E' tornato in piazza a parlare di Tares e contratto Tradeco, questa mattina (domenica 2 marzo), il movimento "in Comune". Lo ha fatto 48 ore dopo un tumultuoso consiglio comunale dove sono volate accuse anche all'indirizzo del leader del movimento stesso Vito Bianchi. Quest'ultimo ha voluto replicare in mezzo ai cittadini quanto gli è stato rimproverato in assise. "Innanzitutto - ha esordito Bianchi -, a scanso di equivoci, invitiamo tutti quanti gli intervenuti a non agitarsi troppo e a non accettare le istigazioni di chi è stato mandato qui, come spesso avviene, per provocare e contaminare con la violenza questo momento di pacifica aggregazione: il movimento “in Comune” rigetta ogni forma di violenza e aggressività. Ci vogliono incastrare facendoci passare per dei fomentatori, e così, magari, possono coprire le loro malefatte e i loro pasticci attribuendo ad altri le colpe della disperazione a cui è giunta buona parte della popolazione fasanese: ma in realtà, quello che facciamo noi del movimento “in Comune”, e che continueremo a fare, è soltanto raccontare i fatti come essi si svolgono e offrire alle persone gli strumenti per comprendere da chi e come siamo governati. Ci tacciano di infamia, i vecchi politicanti. Quelli che vogliono continuare a rimanere chiusi nelle stanze del potere e a governarci zitti zitti, senza far conoscere a nessuno i come e i perché delle loro scelte, dei loro “sì” e dei loro “no” in consiglio comunale. Ci tacciano di infamia perché noi, invece, noi del movimento “in Comune” rifiutiamo di restarcene nelle stanze dei bottoni e, diversamente da quei vecchi politicanti, andiamo fra la gente e con la gente interagiamo, scambiamo opinioni, discutiamo. Informiamo le persone, all'insegna della trasparenza, affinché le persone sappiano, conoscano meglio, possano finalmente avere degli elementi con cui giudicare l'operato di chi ci amministra".
Bianchi è poi tornato sul consiglio comunale. "L'altro giorno c'è stato il consiglio comunale - ha detto il capogruppo consiliare del movimento -, e in quel consiglio comunale abbiamo presentato un documento con cui chiedevamo di risolvere il contratto con la Tradeco, in seguito a tutta una serie di inadempienze evidenziate puntualmente nel servizio di raccolta dei rifiuti. La risoluzione del contratto-capestro, da cui dipende l'onerosità della Tares per Fasano, lo scioglimento di quel contratto che è stato firmato con tanta bella superficialità da chi ci governa, è fondamentale per poter rimodulare i costi del servizio e, di conseguenza, per far pagare di meno i Fasanesi. Contemporaneamente, sempre nello stesso documento presentato in consiglio comunale, abbiamo chiesto di annullare gli avvisi inviati ai contribuenti e il ricalcolo d'ufficio, da parte del Comune di Fasano, con un nuovo recapito degli avvisi di pagamento. Ci hanno risposto, da una parte e dall'altra, che risolvere il contratto provocherebbe un contenzioso con la ditta appaltatrice, che ci sarebbero ulteriori spese legali e che per senso di responsabilità non si può fare: insomma, la vogliono portare per le lunghe, “campana campana”, vogliono annientarci per sfinimento. Perché, in realtà, non è vero che non ci sia la possibilità: semplicemente, non c'è la volontà politica di riparare al danno e di sciogliere quel vincolo tanto “amorevolmente” stipulato fra il gruppo che fa capo al sindaco Di Bari e la Tradeco. Dunque, le firme degli oltre cinquemila cittadini che hanno chiesto di risolvere il contratto-capestro e di rimodulare al ribasso le tariffe della Tares, per i vari Di Bari, Angelini, Moncalvo, Zaccaria e compagnia bella, sono insignificanti. Il grido di dolore di tanti cittadini, per chi ci amministra, non conta nulla. Bel modo di tenere in considerazione le istanze della popolazione fasanese. Bel modo di esercitare il governo della città".
Bianchi non ha mancato di fare riferimento anche alla mancanza di democrazia che ornmai si vive sull'intero territorio nazionale parlando dell'insediamento di Renzi alla Presidenza del Consiglio e tornando, a livello locale all'indifferenza mostrata dall'Amministrazione comunale alle 5mila firme raccolte contro la Tares e il contratto Tradeco. "A Fasano - ha continuato il consigliere comunale - laddove, le voci di migliaia e migliaia di persone, che hanno firmato una petizione contro la Tares non per poter risparmiare o evadere una tassa, ma perché davvero non ce la fanno a pagare somme incredibili e assassine, ebbene, quelle voci sono state, semplicemente, ignorate. Come se non esistessero. Come se la richiesta immediata, accorata, a tratti disperata di famiglie, di esercenti, di artigiani, di disoccupati o di pensionati non contasse nulla. Come se la gente non contasse nulla, se non per drenare voti al momento opportuno ed elargire, qua e là, qualche favore personale. Ma basta: questa è una politica schifosa, e non ne possiamo più! Ci hanno detto, in consiglio comunale, che se si rescinde il contratto si rischia di dover pagare per il danno provocato all'azienda che gestisce la raccolta dei rifiuti: e ai danni che sono stati provocati all'economia cittadina dalle scelte sbagliate di questa amministrazione, chi ci pensa? Alle tantissime famiglie che non sanno ancora oggi come fare a pagare la Tares, chi ci pensa? Combinano pastrocchi con l'invio di avvisi sballati, prendono decisioni assurde per la città e il tutto si scarica sulle tasche dei cittadini fasanesi. Loro sbagliano, e noi dobbiamo pagare! Non possiamo più accettarlo!"
Bianchi ha poi rielencato le numerose inadempienze della Tradeco che sarebbero passibili di risoluzione di contratto e su come alcune categorie, agevolate dopo la protesta, ora non alzino più la voce a difesa del resto della cittadinanza. "Favorire alcuni e abbandonare altri - ha spiegato - genera quella divisione sociale che fa il gioco di chi governa e così può mantenere il controllo della situazione dividendo le persone, lacerando appositamente la comunità, creando solchi nella cittadinanza. Ecco che quindi diventa importantissimo restare insieme, beneficiati e no, per farci sentire, per protestare contro le ingiustizie di questa Tares o di altri imbarazzanti e truffaldini balzelli (come quella del controllo degli impianti termici, su cui ci soffermeremo una prossima volta), in maniera continua e ossessiva per chi ci malgoverna. Non facciamoci fregare con quello che prima era un panino con la salsiccia e ora è un piccolo sconto sulla Tares “perché sei tu”, elargito in previsione elettorale, come un favore personale da non dire a nessuno: perché quanto lo pagheremo amaro, quel piccolo sconto del “perché sei tu”, se pure lo avremo. Non possiamo permettere che chi ci amministra ci porti al tracollo, al naufragio generale".
Il capogruppo di "in Comune" alla fine del suo intervento ha paragonato l'Amministrazione comunale al Titanic. "Questa amministrazione comunale - ha chiosato Bianchi - sembra il “Titanic”: sta affondando per la negligenza di chi timonava la nave e ci ha portato a sbattere. Qualche assessore continua a suonare il violino mentre si affonda, come se niente fosse, come se non si rendesse conto che la fine è vicina; i cittadini sono stati lasciati a se stessi e al massimo rabboniti dicendo loro che è tutto a posto, che non ci sono problemi, che basta indossare precauzionalmente i giubbotti di salvataggio e tutto filerà liscio. E loro, gli artefici del disastro, sono pronti già a salvarsi grazie alla scialuppa su cui sapranno saltare al momento opportuno, infischiandosene di tutto il resto, dello scempio perpetrato nei confronti di una comunità di persone lasciate in balìa del destino, gabbate con il fumo negli occhi di un sistema informatico che non fa fare la fila alla Tricom, di una possibilità di rateizzare l'importo assassino: come se quell'importo, alla fine, non lo si dovesse pagare ugualmente! Come se fossimo davvero tutti dei deficienti! Ci trattano da deficienti! E siamo disposti a farci trattare ancora così? A farci prendere per i fondelli di nuovo, e di nuovo e di nuovo ancora? La soluzione, visto che non vogliono fare marcia indietro, è che costoro se ne vadano. Prima se ne vanno via, prima lasciano quel Municipio dove tessono le loro insane manovre, meglio è per i cittadini fasanesi. Bisogna che lo capiscano, che se ne devono andare: e perciò lo abbiamo chiesto, anche questo, e con forza, l'altro giorno in consiglio comunale: dimettetevi! Liberate la città dal vostro malgoverno. Smettetela: avete combinato pasticci, avete ipotecato il presente e il futuro dei cittadini fasanesi, di noi e dei nostri figli: andate via. Non siete più credibili, non siete più sopportabili, con i vostri errori e con la vostra ormai acclarata incapacità amministrativa. Vi chiediamo di dimettervi, nel nome della libertà dei fasanesi: vogliamo sentirci liberi dall'angoscia della Tares, liberi dalla paura di non farcela, liberi di poter prospettare un futuro ai nostri bambini, liberi di vivere un territorio in cui ci sia un genuino interesse di chi governa per il bene comune, per la cittadinanza tutta, e non soltanto per sé".
di Redazione
02/03/2014 alle 15:49:06
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