INTERVENTO TECNICO
Giuseppe Angelini: 'Contratto Tradeco? Ora parlo io'
L'assessore all'ecologia ha preparato un articolato documento che ha inviato a sindaco, Giunta, consiglieri comunali e dirigenti
FASANO - L'esosità delle bollette a saldo Tares ha fatto sì che tutti (politici, stampa e cittadini) intervenissero sulla questione rifiuti. O meglio sul contratto stipulato dall'Amministrazione comunale con la società altamurana Tradeco. Tante parole, tante verità ma anche tante fandonie. Ecco quindi che proprio oggi (martedì 4 febbraio) sull'argomento è intervenuto l'assessore all'ecologia Giuseppe Angelini, uno dei due "tecnici" della Giunta Di Bari (l'altro è Vito Martucci, assessore alle Politiche sociali). Bene, l'assessore Angelini ha inviato al sindaco, Giunta, consiglieri comunali e dirigenti un lungo documento in cui spiega come si compone il costo complessivo del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti solidi urbani e cosa si può fare per contenerlo. Un'iniziativa personale dell'assessore al ramo affinché si possa avere una base di partenza nel caso in cui venga allestito il tavolo di concertazione sul contratto Tradeco richiesto in consiglio comunale.
Anche se molto esteso riteniamo necessario pubblicare integralmente il documento in quanto tocca diversi argomenti di cui si è molto parlato nelle ultime settimane. Questo il testo:
Premessa
L'acceso dibattito seguito alla emissione dei bollettini Tares ha fatto emergere l'esigenza di una riflessione approfondita sulla composizione del costo complessivo del servizio da coprire con questo tributo. A tal fine è stato proprio il sindaco, durante i lavori consiliari, ad anticipare l'intenzione di aprire un confronto sul tema convocando un tavolo specifico nei prossimi giorni. Per queste ragioni ritengo possa essere utile fornire alcune informazioni e condividere qualche ragionamento che potranno servire come spunti di riflessione sia al tavolo tecnico che più in generale nelle tante discussioni sull'argomento di cui sento e leggo in questi giorni, naturalmente senza alcuna pretesa di esaustività. Il documento è rivolto a tutti i cittadini, ma principalmente ai consiglieri comunali che li rappresentano nella massima assise cittadina, confidando che possa contribuire a far crescere la consapevolezza di ciascuno.
Composizione del costo complessivo da coprire con la Tares
L'importo complessivo da coprire con la Tares pari a circa nove milioni di euro nel 2013, è costituito sostanzialmente da due voci: una riviene dal costo del servizio oggetto di contratto con il gestore, pari a circa sei milioni di euro, e l'altra da una serie di costi non compresi nel contratto di cui di seguito mostrerò le voci principali, per un importo di circa tre milioni di euro.
Intanto la prima voce.
Come è noto, a seguito di gara d'appalto avviata nell'aprile 2012 è risultata aggiudicataria del servizio di raccolta dei rifiuti solidi urbani (RSU) per sette anni con decorrenza dal 1 luglio 2013 la Tradeco srl di Altamura per un importo di euro 44.544.500,00 iva compresa (6.360.000,00 l'anno). Il precedente servizio costava 5.280.000,00 annui, quindi circa un milione di euro in meno, ma occorre tener presente che si trattava di un servizio differente. L'attuale contratto prevede l'obiettivo di raggiungere nel primo anno il 65% di raccolta differenziata (RD) e di mantenere tale valore nel periodo successivo. Il raggiungimento di questo obiettivo comporta una drastica riduzione dell'ecotassa e degli oneri di conferimento in discarica. La gara espletata per l'aggiudicazione del servizio è stata una gara cosiddetta “all'offerta economicamente più vantaggiosa”. Si tratta di una modalità di concorrenza tra candidati che gareggiano non solo rispetto al prezzo, ma anche su aspetti migliorativi che siano in grado di proporre. Per questa ragione può accadere che risulti aggiudicataria una offerta che presenta un prezzo maggiore. Questo può capitare se sono offerti servizi o attività aggiuntivi (cosiddette migliorie) tali da far pendere la bilancia della valutazione a proprio favore. Così è accaduto con la Tradeco per cui, a mio modo di vedere e come peraltro osservato argutamente anche dal direttore di Osservatorio in questi giorni, il punto vero nei rapporti con il gestore sta nel vigilare che i servizi aggiuntivi, oltre a quelli ordinari ovviamente, siano correttamente svolti piuttosto che fare ragionamenti intrisi di dietrologia e retropensiero. A questo proposito, più volte in Consiglio Comunale e in conferenze stampa ho dichiarato che in un contratto di tale complessità avere una rigidità tale da contestare dal secondo mese eventuali inadempienze può non essere il modo migliore per tarare il servizio alle esigenze del territorio. Avevo dichiarato che avremmo dovuto disporre di una prima serie di dati prima di poter fare proiezioni attendibili per il futuro e avviare una serie di correttivi. Ora che abbiamo i dati del primo semestre di attività abbiamo tutti gli elementi per intervenire con ragionevolezza e intanto pretendere che nei prossimi mesi il gestore realizzi tutto quanto previsto dal contratto e non ancora fatto. Senza pretesa di esaustività (questo sarà compito degli uffici), ma giusto per farmi comprendere, mi riferisco ai centri di raccolta, eco point, compostatori, arredo urbano, pulizia edifici scolastici, sistema di tracciamento (tessera amica), ecc. Occorrerà la stessa attenzione sui servizi eventualmente non resi, così come andrà fatta una analisi dei costi dei servizi aggiuntivi svolti al di là delle previsioni contrattuali per far fronte a specifiche criticità non previste dal contratto (per intenderci: intensificazione del prelievo di taluni tipi di rifiuto da alcune attività produttive, ecc.). Convengo sulla necessità di contestare formalmente le inadempienze, come osservato da autorevoli commentatori, perché è pacifico che nessuna ditta sarebbe disposta a riconsiderare il proprio compenso sancito da un contratto in assenza di azioni tali da poterlo mettere in discussione. Da questo punto di vista voglio evidenziare due livelli di rimodulazione possibili. Intanto si possono trattare e concordare con il gestore aggiudicatario tutta una serie di correttivi che rendano più efficaci i servizi senza variare gli importi contrattuali. Questo è molto più facile da fare e per niente superfluo perché incide molto sull'accettabilità complessiva del servizio (è evidente che la disponibilità ad accettare il costo di un servizio dipende molto dal fatto che questo sia e venga percepito come un servizio di alta qualità). Poi vi è, in linea teorica, la possibilità di rivedere il contratto al ribasso eliminando alcuni servizi o riconsiderando alcuni aspetti. Dico “in linea teorica” perché è intuibile la difficoltà di trattare in questa direzione se prima non sono state consolidate rilevanti contestazioni. Peraltro occorre fare molta attenzione a non pensare che siano facilmente rimodulabili aspetti che sono stati oggetto di valutazione in sede di gara, perché si correrebbe il rischio di alterare le condizioni che hanno portato all'affidamento. Mi spiego. È tutta da approfondire giuridicamente la possibilità di risparmiare eliminando una attività o servizio offerto come miglioria perché anche sulla sua presenza la commissione di gara ha fatto le proprie valutazioni. Sono aspetti molto delicati che vanno valutati scongiurando il rischio di contenzioso.
Vediamo ora i principali fattori che compongono la seconda voce di costo dell'importo complessivo Tares. I benefici della raccolta differenziata.
È questo un tema che comprensibilmente appassiona molti. In tanti infatti hanno osservato come sia ingiusto che solo il 20% del ricavato di vendita delle frazioni di rifiuti che hanno mercato (principalmente carta-vetro-plastica) vada al comune e l'80% al gestore del servizio. A questo proposito faccio davvero un appello a comprendere quale sia lo stato delle cose per evitare dichiarazioni che, anche se in buona fede, alimentino aspettative che non possono essere soddisfatte. Il fatto che il Capitolato prevedesse una ripartizione dei ricavi della vendita di alcune frazioni (carta, cartone, plastica, vetro e metalli) per l'80% a favore del gestore e per il 20% al comune ha la sua ragione nel fatto che in questo modo si pone una leva di interesse per l'azienda a impegnarsi nella raccolta differenziata, visto che una percentuale rilevante dei benefici sono a suo vantaggio. Certo poteva operarsi una scelta diversa, e io devo dire l'avrei regolata diversamente se avessi avuto qualche ruolo a quella data, ma devo ammettere, per onestà intellettuale, che questo parametro di Capitolato (cioè posto nei documenti a base di gara) è stato di certo valutato attentamente da tutti i partecipanti nel loro piano di investimento. Cioè, il beneficio economico riveniente dall'80% è stato preso in considerazione da ciascuno per fare l'offerta del prezzo. Intendo dire che se nel Capitolato ci fosse stato scritto che il 40% del ricavato dalla vendita delle frazioni raccolte sarebbe andato ad appannaggio del gestore, l'offerta del prezzo – di ciascun partecipante - sarebbe stata verosimilmente più alta. Detto questo chiediamoci ora quanto vale una tonnellata di carta, una tonnellata di vetro, una tonnellata di plastica. Nei documenti di offerta i prezzi indicati sono 90,00 euro/ton per la carta, 18,00 euro/ton per il vetro, 195,00 euro/ton per la plastica. È pur vero che esiste una grande variabilità di tali valori. Se ci riferiamo ai dati Conai per il 2013 abbiamo 94,95 euro/ton per la carta, 18,73 euro/ton per il vetro (seconda fascia), da 0 a 331,38 euro/ton per la plastica a seconda di una serie di parametri (flussi, fasce di qualità, gradi di purezza). Quindi al comune spetta il 20% del prodotto delle quantità di carta, vetro e plastica raccolte, moltiplicato per il prezzo unitario indicato nei documenti dell'offerta. Per dare una idea più concreta, avendo raccolto nel secondo semestre 2013 circa 1.000 ton di carta, 1.000 ton di vetro e 650 ton di plastica sarà possibile ricavare dalla vendita circa 235mila euro di cui il 20% (46mila) destinati al comune. Non tutti però sanno, che perché siano conseguiti i ritorni economici per la vendita delle frazioni raccolte con la differenziata occorre sostenere dei costi cosiddetti di selezione o di valorizzazione (sui quali invito davvero tutti a documentarsi) che possono portare a situazioni paradossali. Cosa sono questi costi. Banalizzo. Perché io possa vendere una tonnellata di plastica, raccolta con la RD devo conferire il prodotto (la plastica) ad un impianto che ne faccia una serie di operazioni (cernita, eliminazione delle frazioni estranee, ecc.). Lo stesso discorso vale per le altre frazioni. Solo dopo queste operazioni il materiale può essere venduto e produrre i ricavi di cui ho detto prima. Ed è per questo che è importante differenziare meglio che si può (ad esempio non mettendo la carta o il vetro in buste di plastica, non inserendo imballaggi misti carta-plastica nella carta o nella plastica, ecc.) Bene, ciò detto, qual è l'entità di tali costi e chi li deve sostenere? Questi costi sono estremamente variabili perché dipendono dalle quantità, dalle distanze delle piattaforme di trattamento autorizzate, dalla purezza della frazione raccolta (a sua volta dipendente dal tipo di raccolta) e sono purtroppo a totale carico del comune. Non senza un energico sforzo dell'amministrazione, la cui traccia è affidata solo alla coscienza di chi l'ha sostenuto, siamo riusciti a contenere il costo di selezione nel primo semestre in 44 euro/ton per carta e vetro e 126,5 euro/ton per la plastica. Come detto prima, nel secondo semestre del 2013 con la RD spinta nel comune di Fasano sono state raccolte circa 1.000 ton di carta e cartone, 1.000 ton di vetro e 650 ton di plastica. Ciò ha comportato un costo per la valorizzazione di circa 44mila euro per carta e cartone, 44mila euro per il vetro e 82mila euro per la plastica, per un totale di circa 170mila euro nel semestre. Ne ricaviamo una situazione paradossale. Dobbiamo spendere, nel semestre, 170mila euro per ricavarne 46mila. È chiaro ora? “Ma allora la RD non conviene ! “ mi dicono tanti cittadini e amici. No, non è vero che non conviene. Va visto il tema nella sua complessità per poter dire se conviene o meno e non prenderne in considerazione solo una parte. Purtroppo questi paradossi dipendono fortemente dalla carenza impiantistica del nostro territorio, dalla difficoltà di riusare questi materiali, dalla lobby di settore nel caso del vetro e da tanti altri fattori che fanno sì che i costi di selezione siano alti e poco convenienti i ricavi. Ma non è una situazione immutabile. Anzi è questa che va fortemente contrastata perché la convenienza sia tangibile e non occorra tanto credito di attenzione per essere compresa. Da questi fattori non si può prescindere quando si confrontano realtà molto diverse tra di loro. Nel contesto attuale, la mia proposta a riguardo è quella di trattare con l'azienda affinché si prenda il 100% dei benefici di vendita (quindi anche il 20% oggi destinato al comune), sostenendo nel contempo per intero i costi di selezione. Per il comune, infatti, è molto difficile, se non impossibile, effettuare puntuali verifiche per capire il grado di purezza delle frazioni raccolte. Con la mia proposta si sposta l'interesse della qualità di raccolta tutto sull'azienda, che operando nel suo mercato di riferimento potrà spuntare i prezzi migliori di vendita dei prodotti e ottenere un vantaggio economico, oltre a ripagarsi i costi di selezione che potrà così tarare al livello di massima convenienza economica. Allo stesso tempo il comune non dovrà sostenere alcun costo di selezione. In base ad una stima della raccolta nel 2014, questa proposta potrebbe comportare un risparmio secco per il comune di circa 320mila euro nel 2014.
Oneri di conferimento in discarica
Per oneri di conferimento in discarica si intende il costo che il comune sostiene per poter smaltire in discarica il rifiuto indifferenziato, cioè il cosiddetto “secco” indifferenziato. Nel 2013 abbiamo sostenuto un costo di conferimento di circa 50 euro/ton, uno dei più bassi in assoluto: la media regionale è di circa 125 euro/ton. Questo costo così basso contribuisce a rendere poco conveniente la raccolta differenziata, ma è un discorso assolutamente momentaneo. Infatti già dal 7 gennaio scorso, a seguito di una ordinanza del sindaco di Brindisi, il costo di conferimento è stato più che raddoppiato. Quindi da un lato la raccolta differenziata diventerà più conveniente, perché conferire in discarica costerà molto di più, dall'altro avremo costi aggiuntivi per i maggiori oneri rispetto al passato che posso stimare in circa 300 mila euro nel 2014, nella ipotesi di mantenere le stesse percentuali di RD registrate nel secondo semestre 2013. È di tutta evidenza che se per un qualche motivo registriamo cali della RD, per ogni tonnellata in più conferita in discarica avremo un costo di circa 105 euro. Quindi il problema non è tanto il maggior costo che è giustificato dal punto di vista ambientale (perché mira a ridurre il più possibile il conferimento in discarica), quanto la brusca impennata della tariffa che può creare seri problemi ai bilanci di quei comuni che hanno basse percentuali di raccolta differenziata e cioè elevate quantità di indifferenziata. Fasano quindi è ben messa rispetto a questo problema se mantiene elevate percentuali di RD. In ogni caso, su questo fronte, con il sindaco, siamo impegnati attivamente nelle varie sedi per far valere le ragioni dei comuni e ottenere una graduale progressione dell'incremento tariffario. In definitiva, l'invito da fare ai cittadini è di continuare nell'impegno profuso per differenziare i rifiuti perché se avessimo un crollo della percentuale di RD potremmo avere nel 2014 un costo aggiuntivo stimabile in circa 400mila euro (oltre ai 300mila conseguenti all'incremento tariffario imposto).
Organico (umido)
“Mi devo prendere tutto il fastidio di separare i rifiuti organici … dovrei pagare di meno”. Lo penserei anche io se non svolgessi questo ruolo oggi e se non avessi dovuto approfondire una serie di questioni. Nel secondo semestre del 2013 a Fasano sono state raccolte circa 12.000 ton di rifiuti solidi urbani (RSU) di cui 3.900 ton di organico (il 32,5%), il cosiddetto “umido”. Una stima effettuata sul 2014 fornisce i seguenti dati attesi: 20mila ton di RSU e 7.500 ton di organico. Ogni tonnellata di organico costa al Comune di Fasano 105,60 euro (iva compresa). Ma Fasano è fortunata, perché il punto di conferimento dell'organico (la Tersan di Modugno), ancorché fuori provincia è a meno di 70 km, quindi non comporta costi aggiuntivi di trasporto. Ci sono diversi comuni del brindisino che non hanno questa fortuna, per cui devono aggiungere anche i costi di trasporto al già oneroso costo di trattamento dell'organico. I 55 euro/ton più volte dichiarati dal consigliere Giacomo Rosato è il prezzo che fa l'Amiu di Taranto. Quando, mesi fa, ne sono venuto a conoscenza ho contattato il presidente dell'Amiu, che peraltro conosco personalmente, che purtroppo si è detto impossibilitato ad accettare nel proprio impianto le quantità (elevate) raccolte nel comune di Fasano. Quindi oggi non vedo alternativa al conferimento alla Tersan di Modugno. Per questo ho deciso di avviare una trattativa con la proprietà di questo impianto per ottenere uno sconto sul costo di conferimento in cambio dell'impegno a garantire un flusso minimo per un certo periodo di tempo. Anche sul versante dell'organico la situazione presenta profili paradossali. L'organico è pari a circa un terzo del totale degli RSU prodotti. Nel 2013 avevamo un costo per ton in discarica di circa 50 euro e un costo di trattamento dell'organico, sempre per ton, di circa 100 euro. Ovvio che guardando “solo” questi dati avremmo avuto convenienza a conferire in discarica senza differenziare. Ma come detto più volte si sbaglia se non si considerano tutti i fattori insieme. Nel 2014 proiettando i dati del secondo semestre 2013 stimo che saranno raccolte 7.500 ton di organico che ci costeranno 792mila euro. Allo stato della trattativa con Tersan dovremmo riuscire a risparmiare circa 40 mila euro l'anno, ma confido che potremo avere un ulteriore sconto soprattutto se saremo in grado di garantire percentuali di impurità basse. Riferirò i dettagli e gli avanzamenti della trattativa nel corso del tavolo tecnico specifico preannunciato.
Ecotassa
“Cosa è l'ecotassa?” Si tratta di una tassa che si aggiunge al costo di conferimento in discarica per scoraggiarne l'uso e quindi, di converso, favorire e finanziare le politiche a sostegno della raccolta differenziata. In sostanza, per le amministrazioni comunali è un extracosto che rappresenta la misura della propria efficacia nell'attivare e sostenere la RD. Giusto per avere una idea più precisa dell'argomento. L'ecotassa viene pagata parametrandola alla percentuale media di raccolta differenziata, validata dal competente ufficio regionale, con riferimento ad un periodo temporale di 12 mesi, calcolato da agosto a settembre dell'anno successivo. Ad esempio, con determina dirigenziale n. 274 del 27 dicembre 2013 pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione Puglia n. 3 del 9 gennaio 2013 è stata validata la RD di Fasano relativa al periodo agosto 2012-settembre 2013 pari al 33,90%. A questo valore corrisponde una ecotassa da applicare al conferimento in discarica per il 2014 per il comune di Fasano di 22,59 euro/ton. Dopo una lunga discussione in Consiglio Regionale, con la l.r. n. 45 del 30 dicembre 2013 è stato previsto un complesso meccanismo per il quale, senza penalizzare troppo i comuni in ritardo rispetto agli obiettivi di RD, risultano premiati comunque gli sforzi dei comuni virtuosi, come il nostro, tanto che potremo a fine febbraio 2014 chiedere la rideterminazione dell'ecotassa 2014 se nel periodo settembre 2013-febbraio 2014 avremo conseguito una RD del 65% … e dovremmo farcela (altro motivo per continuare gli sforzi necessari per mantenere alta la RD). Così facendo potremo avere una ecotassa nel 2014 di 5,17 euro/ton, anziché di 22,59 euro/ton, con un importo di 31mila euro, anziché di 135mila (quindi circa 100mila euro in meno), nella ipotesi da me stimata di 6.000 ton di rifiuti indifferenziati conferiti in discarica quest'anno.
Isole ecologiche interrate
Le sento tirare in ballo spessissimo tanto che qualcuno ha addirittura detto che appartengono al passato, forse perché stanco di sentirne solo parlare. Apparteranno al passato solo quando non produrremo più rifiuti. Circa i sistemi di raccolta occorre dire con chiarezza che non ne esiste uno perfetto. Anzi, in generale occorre mixare diversi sistemi in funzione delle peculiarità del territorio e del tessuto edilizio e produttivo, in modo da avere servizi di qualità al minor costo possibile. Nei mesi scorsi ho rinvenuto negli uffici del servizio ecologia comunale una richiesta di finanziamento per 581mila euro per un progetto di informatizzazione del processo di raccolta dei rifiuti, di fatto superato dal fatto che già il contratto Tradeco prevede il tracciamento della produzione dei rifiuti. Inoltre quel finanziamento non poteva superare una soglia di circa 150 mila euro e, dopo una interlocuzione con gli uffici regionali, abbiamo raggiunto la intesa di utilizzarlo per realizzare delle isole ecologiche interrate (un paio) che, collocate opportunamente nel centro storico di Fasano, potranno consentire di liberare dai bidoni del porta a porta le caratteristiche viuzze, sgravando nel contempo i residenti dalle problematiche di spazio e di igiene lamentate nei mesi scorsi a causa delle piccole dimensioni di quelle abitazioni. Questa soluzione può determinare un minor costo del servizio per il gestore per via della riduzione dei civici da servire con il porta a porta spinto, peraltro in una zona poco accessibile ai mezzi meccanizzati.
Centro Comunale di Raccolta (CCR)
La gara per la realizzazione del Centro Comunale di Raccolta (CCR) è finalmente in dirittura di arrivo. Il costo complessivo dell'intervento è di 333.970 euro, di cui circa 126.900,00 euro di cofinanziamento comunale. Nei prossimi mesi sarà realizzata l'infrastruttura nei pressi del centro agroalimentare, in una posizione facilmente accessibile sia da Fasano che da Pezze di Greco. L'amministrazione intende affidare la struttura in gestione alla Tradeco che così potrà evitare di realizzare il Ccr previsto da contratto. Il valore della infrastruttura dovrà essere scomputato dal valore del contratto consentendo così di poter avere una significativa economia.
ECOPOINT
Con un ulteriore finanziamento di 50 mila euro (cui si aggiunge un cofinanziamento comunale già stanziato di 11.250 euro) stiamo per conferire incarico per la progettazione dell'ecopoint (una specie di isola ecologica attrezzata) che sorgerà a Montalbano, in modo da servire la seconda frazione più popolosa. Anche per l'ecopoint valgono le considerazioni fatte per il Ccr rispetto al contratto Tradeco.
CONCLUSIONI
Mi rendo conto che ci vuole tanta pazienza e tanta buona volontà per leggere con la necessaria attenzione questo documento, che nella prima stesura era lungo il doppio e aveva molti più dettagli, ma sono sicuro che possa costituire una prima base di ragionamento in sede di tavolo tecnico e che possa servire a conseguire gli obiettivi unanimemente sentiti di avere un servizio di qualità ad un costo accettabile e sostenibile. Altri spunti sono sicuro verranno dal lavoro che ci apprestiamo a fare in sede di Ambito di Raccolta Ottimale (Aro) nei prossimi mesi e rispetto al quale mi auguro ci sarà da parte di tutti, maggioranza e opposizione nel rispetto dei distinti ruoli, un approccio critico, ma costruttivo per il bene dei cittadini.
di Redazione
04/02/2014 alle 20:47:18
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