ACCESA POLEMICA
Vito Bianchi: 'La Tares è un disastro per i fasanesi'
Il movimento “in Comune” condivide le proteste dei cittadini alla luce dei pesanti bollettini relativi al saldo della tassa
FASANO - “Aspettiamo a pagare la Tares: ci sono ancora errori e molti punti da chiarire!”. E' questo l'invito di Vito Bianchi, rappresentante di “in Comune”, il movimento che, su richiesta di centinaia di cittadini inviperiti dal tributo comunale sui rifiuti e servizi, ha indetto per le prossime ore, presso la sede di via F.lli Rosselli 71, un'assemblea straordinaria, aperta al pubblico, per venire incontro alle istanze della popolazione fasanese.
“Come avevamo più volte previsto, preannunciandolo anche in consiglio comunale – dice Bianchi – la Tares sta provocando la reazione, a volte aggressiva e comunque indignata, dei Fasanesi. I problemi sono molteplici: dall'aumento pazzesco delle tariffe (dovuto all'approvazione supina, che il sindaco e compagnia hanno avallato, di uno spropositato Piano di Gestione nel comparto dei rifiuti), agli errori nell'invio dei bollettini di pagamento (con conteggi palesemente sballati), alla mancata rateizzazione degli importi, fino al meccanismo, assurdo, dei rimborsi a posteriori (quando si poteva calcolare subito le cifre da corrispondere, anche in base al reddito Isee). Insomma: un disastro per i cittadini, dovuto alla disastrosa amministrazione del denaro pubblico e a scelte amministrative che abbiamo perennemente osteggiato e cercato di far cambiare.
Da parte del sindaco e dei suoi collaboratori – aggiunge Bianchi – non vale invocare la scusa di aumenti imposti dallo Stato: in realtà, noi cittadini di Fasano paghiamo oltre misura per il servizio di raccolta e conferimento dei rifiuti, nonostante l'impegno profuso nella differenziata. Avevo anche suggerito a chi ci governa, sempre in consiglio comunale, e sempre consapevole della catastrofe cui saremmo andati incontro, di predisporre degli sgravi sulla Tares commisurati al peso effettivo del materiale riciclato da ciascun nucleo familiare. Niente: i miei appelli sono rimasti inascoltati. Adesso, di fronte a una protesta che rischia di sfociare in aperta ribellione (molte persone, esasperate anche dalla crisi economica, hanno deciso di rifiutare ogni pagamento), il sindaco e i suoi fidi si assumano le proprie responsabilità. Sappiano però, stavolta, che i cittadini, opportunamente informati dal movimento “in Comune”, non sono più disposti a subire malversazioni e vessazioni”.
di Redazione
15/01/2014 alle 16:47:01
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