PROCESSO FINITO
Piano di recupero del centro storico: per Di Bari e Amati sentenza il 13 febbraio
I due esponenti politici erano stati accusati di abuso d'ufficio in concorso per la vicenda risalente al 2009
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FASANO - Il consigliere regionale Fabiano Amati e il sindaco di Fasano Lello Di Bari dovranno attendere il 13 febbraio per la sentenza del processo che li vede imputati con l'accusa di abuso d'ufficio in concorso in relazione alla questione del piano di recupero del centro storico di Fasano. Questa mattina si è tenuta l'udienza, con rito abbreviato così come richiesto dagli imputati, che ha visto Fabiano Amati, Lello Di Bari e Davide Maria Dioguardi (anche lui accusato di abuso d'ufficio in quanto, da tecnico paesaggista, aveva redatto dei pareri sul piano) esporre le proprie ragioni mentre come testimone a difesa è stato chiamato a parlare anche l'attuale capogruppo consliare del Pdl Giuseppe Zaccaria. Dopo di che la decisione di rinviare al 13 febbraio la discussione e l'emissione della sentenza.
La questione riguardava, come detto, il piano di recupero del centro storico che lo stesso sindaco Di Bari affidò, per seguirne l'iter, ad Amati allora consigliere comunale. I fatti risalgono al 2009 quando Amati, allora consigliere comunale di opposizione, fu delegato da Di Bari a seguire l'iter di definitiva approvazione dello strumento urbanistico che doveva disciplinare gli interventi edilizi nel centro storico della città. Secondo il primo cittadino, avendo Amati svolto nell'Amministrazione precedente, quella guidata da Donato De Carolis, l'incarico di assessore all'Urbanistica, era la persona migliore per redigere uno strumento di tale importanza. Cosa che l'ex assessore regionale alle Opere pubbliche fece nonostante le tante polemiche di natura politica che un incarico simile scatenò in città.
La vicenda poi finì anche nella aule dei tribunali amministrativi per una presunta incompatibilità di Amati che non avrebbe potuto occuparsi del Piano di recupero del centro storico in quanto nell'area che lo strumento indica come centro storico lui e i suoi familiari hanno una serie di interessi. Per questo, nella primavera del 2009, ci furono, come detto, due ricorsi al Tar di Lecce: uno presentato da Saverio Potenza, ed uno da Maria Rosiello, Francesco e Vincenzo Saponaro. I due atti avevano un comune denominatore: puntavano il dito contro il consigliere Amati. Ma i giudici amministrativi respinsero le due istanze in quanto non hanno ritenuto il piano di recupero “non viziato da alcuna irregolarità, senza violazioni di legge e dei principi di materia di pianificazione urbanistica”.
di Redazione
17/12/2013 alle 14:13:16
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