LEGGE INCREDIBILE
Le multe per i grattini scaduti sono illegittime ma gli automobilisti continuano a pagare
Ormai pare sia unanime la decisione di molti Giudici di Pace che ritengono nulle le contravvenzioni comminate dagli ausiliari
Il “grattino” per la sosta oraria è scaduto e il solerte ausiliario del traffico vi ha elevato una contravvenzione di 24 euro? Chissà quante volte, a Fasano, dove ormai le strisce blu sono dappertutto vi sarà capitato. Ebbene sappiate che ora queste contravvenzioni sono nulle. O meglio, come chiarisce una giurisprudenza ormai consolidata, “inesistenti”. A stabilirlo numerose sentenze dei giudici di pace di tutta Italia, che hanno ovunque stabilito che questa tipologia di infrazione non è prevista da alcuna norma del codice della strada. La possibilità di sanzionare per parchimetro scaduto è in verità prevista dall'articolo 7 del Codice della strada, ma limitatamente al comune proprietario dell'area, con espressa esclusione, quindi, degli ausiliari, dipendenti di una società che ha in concessione il servizio. Questi ultimi possono solo esercitare tutte le azioni per il recupero delle somme dovute.
Un orientamento giurisprudenziale talmente radicato e diffuso da aver indotto, qualche giorno fa, il Ministero dei Trasporti ad emanare una apposita circolare con cui si informano le varie amministrazioni locali e le società concessionarie delle possibili ripercussioni di questo andazzo (giacché sono molte le amministrazioni locali che proprio dalla gestione esterna dei parcheggi a pagamento mediante ticket e grattini, traggono linfa vitale per i propri bilanci). Ebbene, ormai l'orientamento dei giudici di pace è praticamente univoco: la sanzione per ticket scaduto è “inesistente” perché non prevista da alcuna norma. Non si tratta quindi, né può trattarsi, di un illecito amministrativo: se mai all'automobilista poco accorto, può essere contestato il mero inadempimento (l'aver fruito cioè di un servizio, senza pagarne il corrispettivo).
La società che ha in gestione il parcheggio potrà a pieno titolo pretendere il recupero del credito e quindi il pagamento della differenza. Ma non potrà addebitare, mancando appunto l'illecito amministrativo, qualsivoglia sanzione. L'ultimo giudice di pace (ma soltanto in ordine di tempo) ad essersi pronunciato in tal senso, provocando la corsa ai ripari del Ministero dei Trasporti, è il Giudice di Pace di Lecce. Ma ecco che davanti a questa situazione nasce anche un problema che è quello che sono pochi gli automobilisti che preferiscono non pagare. Infatti la contravvenzione solitamente elevata è infatti di 24 euro: un ricorso al giudice di pace ne costerebbe 37 di solo contributo unificato. È vero che la parte soccombente (in questo caso l'amministrazione comunale) dovrebbe poi rimborsare le spese di giudizio, ma è evidente che recuperare queste somme quando si ha a che fare con enti territoriali (ed in particolare con Comuni) dalle casse disastrate come quelle fasanesi, è cosa alquanto tortuosa. Al danno quindi s'aggiunge inevitabilmente la beffa: se non si paga (e non si intende presentare ricorso al giudice di pace) si rischia la cartella esattoriale, che non potrà essere più impugnata per vizi del verbale. Insomma all'automobilista, conviene comunque pagare. Anche se la legge, e la giustizia, sono dalla sua parte.
di Redazione
24/11/2013 alle 07:21:49
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