Fabiano Amati e Nicola Colonna in un dialogo sulle lettere di Papa Francesco e Papa Benedetto XVI

FASANO – Per il terzo anno consecutivo, ha preso il suo avvio l'itinerario di formazione promosso dalla Zona Pastorale di Fasano, in questa edizione dedicato alla tematica ‘Celebriamo la nostra fede'. Ieri sera (martedì 19 novembre), nel Salone dell'Oratorio del Fanciullo, molti religiosi, membri dei consigli pastorali, laici cristiani e fedeli hanno assistito ad una tavola rotonda coordinata da Don Sandro Ramirez. Gli ospiti dell'incontro, il politico Fabiano Amati e il prof. Nicola Colonna, hanno presentato alla collettività le loro riflessioni nate in seguito ad un'approfondita analisi delle lettere scritte da Papa Francesco e Papa Benedetto XVI, rispettivamente indirizzate a Eugenio Scalfari e Piergiorgio Odifreddi (quest'ultima non è stata rivelata nella sua versione integrale per volere di Odifreddi).

In entrambi i casi, i Pontefici si rivolgono a due uomini di intelletto. Da una parte, Papa Bergoglio risponde alle riflessioni pubblicate da Scalfari sulle pagine di Repubblica, esattamente il 7 luglio e il 7 agosto; dall'altra, il suo Predecessore si rivolge al matematico Odifreddi, autore del libro ‘Caro papa ti scrivo' realizzato in seguito all'opera ‘Introduzione al Cristianesimo' dello stesso Ratzinger.

Il Priore di Fasano ha voluto introdurre la conversazione tra gli accademici riprendendo le parole della prima Enciclica di Papa Paolo VI: «la Chiesa deve dialogare con il mondo in cui si trova a vivere; la Chiesa è colloquio, un'arte spirituale che ha bisogno di quattro caratteri principali: chiarezza, mitezza, fiducia e prudenza. Le due lettere prese in esame questa sera – ha concluso Padre Ramirez – si inseriscono meravigliosamente in questo spirito conciliare».

Durante l'incontro, ai relatori è stato chiesto di comunicare le impressioni scaturite dalla propria sensibilità, dalle esperienze personali e dalla loro forma mentis. Amati e Colonna hanno presentato il loro pensiero in modo trasparente e rigoroso, riflettendo sull'identità dell'uomo, sul primato della coscienza, sull'impegno della Chiesa e sulle percezioni che le due lettere hanno scaturito nel mondo politico e accademico. A tal proposito, Fabiano Amati ha dichiarato: «in politica siamo di fronte alla speculazione comunicativa poiché viviamo in un mondo in cui si ha una rapidità di comunicazione che genera grande consumismo. Per valutare queste lettere o l'incontro di questa sera, l'unica cosa da fare sarebbe tradurre gli argomenti trattati in un nuovo instillare profondità e cultura. Il problema non riguarda la ricettività di messaggi ‘esigenti' ma la mancanza di cultura».

Il prof. Colonna, dal suo canto, ha ribadito: «nell'ambito culturale l'intervento di Papa Francesco serve a riconnettere la crisi antropologica alla crisi della democrazia. Oggi, è stata tagliata fuori tutta la strumentazione che un tempo serviva a valorizzare la partecipazione: in essa vi è crescita e confronto. La presa di posizione del Papa significa riproporre il nesso tra la visione cristiana della dimensione comunitaria dell'assemblea e la necessità che anche chi cerca di cambiare i meccanismi alienanti della società possa trovare un terreno di incontro. È la riproposizione del rapporto tra cristianesimo e democrazia, un nesso che se valorizzato può contribuire ad una crescita diversa».

La tavola rotonda ha suscitato pieno interesse negli ascoltatori. Il prossimo appuntamento con l'itinerario formativo avrà luogo il 3 dicembre e riguarderà un approfondimento sul mistero pasquale.