TUTTO PER TUTTO
Nubi all'orizzonte sul destino dell'ufficio del Giudice di Pace a Fasano
I Comuni di Fasano e Cisternino hanno chiesto la quantificazione delle spese ma lo scoglio più grosso da superare è il personale da inviare
FASANO - Dopo la sezione distaccata del Tribunale Fasano rischia di perdere anche l'ufficio del Giudice di Pace. Nonostante gli sforzi portati avanti dall'Amministrazione comunale, infatti, nere nubi si addensano all'orizzonte per via di alcuni problemi di natura logistica. Venerdì scorso (11 ottobre) si è tenuta una riunione a Palazzo di Città a cui hanno partecipato i sindaci di Fasano e Cisternino Lello Di Bari e Donato Baccaro e gli addetti ai lavori (avvocati e Giudice di Pace).
Gli amministratori hanno chiesto proprio ai responsabili dell'ufficio di quantificare quanto possano essere le spese di mantenimento dello stesso e soprattutto quali figure professionali i Comuni debbano destinare come personale. A proposito di quest'ultimo potrebbero nascere i problemi più seri. Infatti sia Fasano che Cisternino hanno difficoltà nel reperire impiegati da poter destinare all'ufficio del Giudice di Pace. Soprattutto i cistranesi non ne vorrebbero sapere di inviare una unità a Fasano anche per mancanza di un'adeguata copertura economica. Infatti se in precedenza molte utenze del Tribunale erano a spese del Comune di Fasano, l'ufficio del Giudice di Pace vede le due amministrazioni dividersi il computo delle uscite. I due sindaci, poi, temono che tutti gli sforzi potrebbero rivelarsi inutili in quanto l'ultima parola sarà del Ministero della Giustizia che deciderà quali uffici tenere aperti. Una cosa è certa: se dovesse restare aperto l'ufficio del Giudice di Pace di Fasano cambierà sede. Lo ha fatto capire chiaramente il sindaco Di Bari che vuol liberare completamente l'attuale struttura.
Ci si è aggiornati alle prossime settimane quando i due Comuni avranno contezza delle spese e dovranno decidere cosa fare. Del resto, nei giorni scorsi, sia il sindaco Di Bari che l'assessore al contenzioso Renzo De Leonardis, nel rispondere ad alcuni interrogativi sull'argomento posti dal capogruppo Udc Tonio Zizzi erano stati chiari. "Ribadiamo il fermo intendimento di questa Amministrazione comunale di dare attuazione alla richiesta di mantenimento del locale ufficio del Giudice di pace, che si considera presidio fondamentale per la tutela dei diritti dei cittadini fasanesi - avevano detto i due amministratori -. L'istanza indirizzata al ministero della Giustizia in data 24 aprile 2013, come ricorderà traeva titolo da una intesa tra le Amministrazioni di Fasano e Cisternino, peraltro condivisa in pubblica assemblea con gli operatori di settore, diretta a mantenere il locale ufficio giudiziario assicurandovi un numero di tre dipendenti, individuati nelle piante organiche dei due Comuni così come prescritto dal Decreto legislativo n. 156 del 2012. Invero, l'ufficio di Segreteria generale del nostro Comune ha successivamente riflettuto sulle modalità con cui procedere alla selezione del personale, ma attende che il ministero della Giustizia fornisca le linee attuative, anche in ordine alla formazione del personale che, a quanto pare, dovrebbe essere curata dal medesimo Ministero. Ad oggi, si specifica, l'unica cosa certa è che entro dodici mesi dal 29 aprile 2013, il ministro della Giustizia, all'esito della valutazione delle richieste pervenute, modificherà le tabelle individuando definitivamente le sedi che saranno mantenute e quelle soppresse: non si conoscono, tuttavia, né i tempi né le modalità di esecuzione degli accorpamenti. La nostra Amministrazione, in ogni caso – affermano Di Bari e De Leonardis - si è resa parte diligente indirizzando, a cura della propria Avvocatura, una lettera di chiarimenti agli uffici di Roma, onde conoscere in anticipo i predetti indirizzi attuativi, qualora già individuati. Sotto altro profilo, non si potrà non considerare la gravosità dell'impegno che la normativa nazionale ha addossato sui Comuni i quali, già penalizzati dai continui tagli dei trasferimenti statali, dovranno assumersi l'onere di un rilevante impiego di risorse umane ed economiche”.
Sarebbe curioso conoscere il parere degli avvocati sulla vicenda. La categoria, in passato, si è spesa molto nel sollecitare la politica a trovare una soluzione. Soluzione che, visti i presupposti, si allontana.
di Alfonso Spagnulo
14/10/2013 alle 02:23:06
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