CONVEGNO NATURALISTA
La beccaccia, eco sostenibile e monitoraggio della specie
Incontro nella circoscrizione di Pezze di Greco sulla caccia sostenibile e molti cacciatori si informano.
Il tavolo dei relatori
FASANO - Sabato scorso (21 aprile), nella sala di rappresentanza della circoscrizione di Pezze di Greco, si è tenuto un partecipato incontro di studio sulla “Caccia Sostenibile” alla beccaccia, organizzato dalla locale sezione Enalcaccia. Alla presenza di numerosi esperti ed appassionati dell'ars venandi dell'intera Regione Puglia, si è discusso della tutela e del monitoraggio della specie in questione, oltre che di un modo diverso di andare a caccia, con un occhio particolare alla tutela delle specie cacciate perché “caccia sostenibile” vuol dire svolgere un consapevole esercizio venatorio basato su dati scientifici, che consenta l'equilibrio tra il prelievo e la conservazione delle specie. All'incontro ha partecipato il presidente dell'Atc di Brindisi Francesco Potenza, il Presidente provinciale dell'Enalcaccia Mino Delle Donne ed il Vice-Presidente Nazionale dell'Associazione Beccacciai d'Italia Giuseppe Raho. Quest'ultimo, dopo aver proiettato un video prodotto da ricercatori francesi della specie, ha illustrato ai presenti le azioni concrete che la stessa associazione sta mettendo in atto da qualche anno per monitorare e tutelare la specie e lo stato dell'habitat: azioni volte allo studio ed alla tutela di questo animale e del suo ambiente.
La beccaccia, o Regina dei Boschi, come viene chiamata da tutti coloro che la insidiano, infatti è un simbolo quasi mistico della caccia, vista la sua natura molto schiva e la riconosciuta difficoltà di abbatterla nei boschi, se cacciata però nell'unico modo ammesso dalla legge, cioè con l'ausilio del cane da ferma. Proprio per questo suo fascino, essa è invece spesso preda dei bracconieri che invece l'ammazzano a tradimento all'alba o al tramonto quando fa rientro nei boschi dopo una notte passata nei luoghi di pastura. Il motivo per cui questo animale deve essere tutelato sta proprio nella sua natura selvaggia, perchè è uno dei pochi uccelli migratori che, nonostante ripetuti tentativi fatti in passato in varie parti d'Italia e d'Europa, non è possibile riprodurre in cattività e quindi reimmettere successivamente sul territorio con azioni di ripopolamento. E' molto importante dunque seguire gli sviluppi, monitorare il numero e capire gli spostamenti, in modo da avere delle solide basi scientifiche che possano permettere di tenere sempre sott'occhio la specie ed evitare quindi l'eccessiva pressione venatoria. Quindi sono gli stessi cacciatori che vogliono salvaguardare la specie e cercano di far emergere una nuova cultura della caccia, un modo diverso di andare a caccia: dimentichiamo i numeri ed il carniere, oggi quella caccia è finita, quella cultura è finita.
di Redazione
24/04/2012 alle 01:24:23
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