LENTEZZA AMMINISTRATIVA
Variazione di destinazione d'uso per alcuni locali: dopo un anno si sblocca la situazione
Nel gennaio del 2012 il consiglio comunale deliberava l'equiparazione delle zone B ma il provvedimento è arrivato in Regione solo nei giorni scorsi
FASANO – Può una delibera di consiglio comunale giacere oltre un anno in un cassetto impedendo di fatto a tanti cittadini, soprattutto frazionali, di poter usufruire del lecito cambio di destinazione d'uso di locali che fino a quel momento non potevano essere utilizzati se non a livello residenziale? La risposta è sì e, tanto per cambiare, accade a Fasano. Il 30 gennaio del 2012 l'assise comunale delibera la possibilità di adottare varianti al piano regolatore per quanto concerne le zone B2, B3 e B4 e portarle alla stessa stregua delle zone B1. Cosa significa? Nelle zone B1 il piano regolatore consente residenze; uffici privati e studi professionali; associazioni sociali, culturali, religiose e politiche; commercio al dettaglio ed artigianato di servizio; ristoranti, bar ed attività ricreative. Nelle zone B2, B3 e B4, invece, il Prg consentiva solo residenze, studi professionali e associazioni sociali, culturali, religiose e politiche. Il consiglio comunale del 30 gennaio, come detto, uniformò il tutto alla stregua delle zone B1.
A beneficiare del provvedimento sarebbero stati soprattutto i residenti di Montalbano e Pezze di Greco dato che in queste due frazioni si trovano le maggiori particelle di Zone B2, B3 e B4. Ma dopo l'approvazione in consiglio comunale la delibera è scomparsa in un cassetto senza essere sottoposta al vaglio della giunta regionale che doveva approvarla per renderla esecutiva. Come mai? Chi aveva interesse affinché si ritardasse l'iter procedurale del provvedimento? Fatto sta che nei giorni scorsi ad alzare la voce sono stati due amministratori frazionali: l'assessore montalbanese Nicola Mola e il capogruppo consiliare del Pdl, il pezzaiolo Giuseppe Zaccaria. Hanno interessato della questione l'assessore all'urbanistica Giuseppe Angelini che, nonostante il tutto fosse iniziato quando era impensabile un suo incarico amministrativo, ha scovato la delibera e grazie ai suoi buoni uffici in Regione ha fatto sì che andasse al vaglio della Giunta regionale che l'ha licenziata. Ora i residenti della frazioni possono tirare un respiro di sollievo ma quanta sofferenza.
di Redazione
12/05/2013 alle 01:09:50
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