SICUREZZA STRADALE
Nuove norme per il conseguimento della patente di guida: parlano gli operatori del settore
A dire la loro gli istruttori di due autoscuole locali e la presidente dell'associazione "Flavio Arconzo" - Vittime della strada e della giustizia.
Il vecchio "patentino"
FASANO - In relazione alle nuove norme per il conseguimento delle patenti di guida, a seguito della recente entrata in vigore del decreto legislativo n.59 del 18 aprile 2011, abbiamo ascoltato l'opinione degli operatori locali del settore, nonché dell'associazione che a Fasano maggiormente si spende per diffondere l'educazione stradale tra i giovani, ovvero la "Flavio Arconzo" - Vittime della strada e della giustizia.
Le nuove disposizioni, infatti, aprono un panorama tutto nuovo per i minorenni che decidono di ottenere un titolo di guida valido per condurre il proprio scooter, o la propria minicar, al fine di rendere le strade italiane sempre più sicure. Novità primaria è che il vecchio "patentino" è ormai uscito di scena, lasciando spazio alla nuova patente AM. Ebbene sì, è proprio di patente che si tratta. Per poterla ottenere, infatti, occorre aver compiuto i 14 anni di età e, a seguito di un vero e proprio corso di preparazione frequentato in un'autoscuola, superare un esame specifico. In alternativa si può, comunque, affrontare l'esame da privatista. Ma non è tutto. Anche per questo nuovo documento è prevista la decurtazione dei punti in caso di infrazioni al codice della strada (clicca qui per maggiori dettagli).
Vediamo, quindi, cosa ne pensano gli operatori locali del settore. Secondo Patrizio Petruzzi (istruttore Autoscuola Trullo d'Oro di Fasano), le nuove norme non possono che migliorare il grado di educazione stradale tra i giovani. ‹‹In passato, infatti, per poter accedere all'esame bastava aver frequentato un corso di 13 ore nella propria scuola media o superiore. Ora, per quanto un ragazzo possa essere ben predisposto all'apprendimento, una dozzina di ore non bastava assolutamente ad offrirgli una preparazione tale da indurlo ad una guida responsabile. Anzi. Molti di questi giovani, finito il corso, non distinguevano neppure un divieto d'accesso da un senso unico. Quindi, se anche superavano l'esame, magari per pura fortuna, cosa accadeva, poi, nel momento in cui gli si affidava uno scooter?››. Ecco, dunque, la causa di molti incidenti stradali, con relative vittime. Il segreto sta proprio nell'educare i giovani alla conoscenza e al rispetto delle norme stradali, per contenere al minimo i danni.
Dello stesso avviso Francesco Perrini (istruttore Autoscuola "Pieffe nuova" di Fasano), secondo cui, comunque, due mesi di corso non sono ancora sufficienti per responsabilizzare i ragazzi che si approcciano alla guida di un mezzo. ‹‹Occorrerebbe, al contrario, creare una sinergia tra scuola e famiglia, per far in modo che quello dell'autoscuola sia solo il compimento di un lungo progetto di sensibilizzazione al tema. Purtroppo, infatti, quello che noi rilasciamo è un vero e proprio porto d'armi, e le precauzioni del caso non saranno mai abbastanza, sebbene l'inasprimento delle norme in oggetto non può che indirizzare i giovani verso una sempre maggiore responsabilizzazione››. Lo stesso Perrini, a tal proposito, offre quotidianamente il suo impegno al servizio delle scuole e delle associazioni che si battono per la diffusione dell'educazione stradale. E' il caso, ad esempio, del sodalizio fasanese "Flavio Arconzo" - Vittime della strada e della giustizia.
Secondo la presidente Katia Schiavone ‹‹le nuove norme per il conseguimento delle patenti, soprattutto per i minorenni, sono decisamente buone. Il punto, però, è che troppo spesso le regole non vengono messe in pratica. Le direttive dovrebbero, quindi, viaggiare di pari passo con l'inasprimento dei controlli, per trasmettere quantomeno il messaggio che quel titolo di guida, seppur "sudato", può essere revocato da un momento all'altro. Sì alle pene, dunque, come nel caso della decurtazione dei punti, ma a patto che queste siano rieducative e non meramente economiche››.
La parola d'ordine è, quindi, educazione. Non solo dal punto di vista della conoscenza delle norme stradali, ma anche e soprattutto nel rispetto delle stesse. Non resta, dunque, che confidare nel buon senso dei giovani patentati, magari trasmesso dal connubio scuola-famiglia, così come suggerisce Francesco Perrini.
di Claudia Turchiarulo
23/01/2013 alle 00:57:46
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