FLAI-CGIL
Perchè si dice sano come un pesce e non come un pescatore?
Se n'è discusso questa sera, 21 gennaio, in un convegno organizzato dalla Flai-Cgil, in occasione della giornata nazionale dedicata alle malattie professionali dei pescatori.
Il tavolo dei relatori
FASANO - Si è concluso poco fa il convegno organizzato dalla Flai Cgil di Fasano, in occasione della giornata nazionale dedicata alle malattie professionali dei pescatori. Hanno relazionato gli assessori comunali De Leonardis, De Mola e Vinci, assieme a Antonio Ligorio (segretario generale della Flai-Cgil di Brindisi), Francesco Vergine (direttore Inca-Cgil di Brindisi), Giuseppe De Leonardis (segretario regionale Flai-Cgil), Francesca Abbrescia (segretaria regionale Cgil) e Dario Stefàno (assessore regionale alle risorse agroalimentari). Ha coordinato i lavori Donato Acquaviva (responsabile Flai-Cgil di Fasano), mentre le conclusioni sono state affidate a Giovanni Mininni (segretario nazionale Flai-Cgil).
Francesco Vergine ha esordito lanciando una provocazione: ‹‹perchè si dice sano come un pesce e non come un pescatore?››. Diverse sono, infatti, le patologie che colpiscono questo tipo di lavoratori. Si va dall'artrosi all'ernia, dalle dermatiti alle ipoacusie, fino a toccare i più disparati generi di dolori osseo-articolari. Molte di queste malattie, però, non vengono ancora riconosciute dall'I.N.A.I.L. tra le cosiddette "infermità professionali", pregiudicando la possibilità da parte dei pescatori di ricevere gli indennizzi del caso. Questo è, dunque, il motivo che ha spinto la Flai-Cgil a proporre un questionario di sensibilizzazione alle malattie professionali derivanti dalla pesca. ‹‹La risposta in Puglia è stata eccezionale - ha dichiarato Giuseppe De Leonardis -, se consideriamo che su mille questionari compilati in Italia, circa la metà provengono dalla nostra regione››.
Secondo i vari relatori, la parola d'ordine per tentare di limitare i danni è "prevenzione". A tal scopo, dunque, la Flai-Cgil di Fasano, in collaborazione con il comitato locale della Croce Rossa e col Comune, ha prodotto e donato a tutti i pescatori presenti un opuscolo contenente le principali norme di primo soccorso, per affrontare le emergenze in mare.
L'occasione di questa sera è servita, inotre, per discutere della nuova programmazione regionale del Fondo Europeo per la Pesca, e dei cosiddetti ammortizzatori sociali troppo assenti nel settore. Secondo l'assessore Stefàno ‹‹il problema è che in Italia manca una ferma legislazione nel campo della sicurezza sul lavoro dei pescatori, il che allontana lo Stato dalle politiche comunitarie. Difatti, il Testo Unico 81 non viene applicato nella pesca, lasciando gli operatori del settore allo sbaraglio. La proposta che mi sento, dunque, di lanciare è di formulare, in accordo col resto delle regioni, un documento che accomuni, in una presa di posizione unica, l'idea dei pescatori con quella delle amministrazioni››.
Chissà se il progetto di Stefàno potrà bastare a colmare il deficit, ancora notevole, nel campo degli ammortizzatori sociali nella pesca. Fatto sta che, negli ultimi mesi, qualcosa si è mosso con le prime concessioni di cassa integrazione ai pescatori. La speranza è, quindi, che i diritti della categoria vengano sempre più tutelati, accanto al riconoscimento delle suddette malattie professionali.
di Claudia Turchiarulo
21/01/2013 alle 20:33:30
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