ATTUALITà
L’UTL celebra la Giornata Nazionale del Dialetto
La locale Università, ancora una volta, si fa promotrice della diffusione della lingua dei Padri
Fasano - Venerdì, 17 gennaio 2025, alle ore 18,00, nella propria Sala convegni (Portici- Fasano), la locale Università del Tempo Libero celebra la Giornata Nazionale del Dialetto e delle Lingue Locali, per il dodicesimo anno consecutivo. L'incontro «U Dialètte. A Sant'Antúne se bálle i se súne. Letteratura popolare – Poesia - Gastronomia - Musica - Canti» è curato dal Corso «La lingua delle radici» e dal Laboratorio di Canto. Durante la serata si esibirà il Coro dell'UTL, diretto dalla maestra Rosa Trisciuzzi di Musicando, che proporrà canti in vernacolo locale, ma anche in napoletano e non solo. Il dialetto è l'espressione di un popolo, è come l'artigiano che confeziona l'abito su misura, diventando egli stesso abito. Il termine dialetto in senso linguistico indica una varietà di una lingua; in senso genealogico, una lingua che si è evoluta da un'altra. Dal punto di vista socio-linguistico, il dialetto è una lingua sociologicamente subordinata a una lingua politicamente dominante. In quest'ultima accezione, dialetto può essere una lingua regionale, suddivisa nelle lingue dei paesi facenti parte della medesima regione, che ha perso autonomia rispetto a un'altra divenuta ufficiale, con cui ha però una certa affinità. La parola dialetto viene usata nella linguistica italiana, in analogia al francese patois, per riferirsi alle lingue regionali italiane evolutesi autonomamente dal latino, ossia i dialetti italo-romanzi, che diversi autori definiscono come lingue sorelle dell'italiano. «Da anni presso la nostra Università – afferma la presidente Palmina Cannone – lo studio del dialetto è molto richiesto. E ciò mi arreca immenso piacere perché esso va difeso, valorizzato e divulgato. Èl'espressione di un popolo e rappresenta il quotidiano verace. Fa parte – seguita Palmina – del bagaglio culturale che ognuno di noi porta scritto nel proprio DNA. È il segno che identifica l'appartenenza a un determinato tempo e luogo e ci colloca nel posto preciso della nostra storia personale. Identifica i soprannomi, i rioni, le località. Il dialetto dà nuova forma alle parole, riesce a rendere l'idea prima ancora di ridurla in termini precisi. A volte armonizza, a volte smussa. L'importanza del dialetto consiste nel fatto che rappresenta una diversità di radici storiche e culture, esperienze umane da tutelare». Pier Paolo Pasolini scrive: «Il contadino che parla il dialetto è padrone di tutta la sua realtà». Lo scrittore vede nella lingua dei padri l'ultima sopravvivenza di ciò che è ancora puro e incontaminato. I dialetti sono un patrimonio culturale di straordinario valore. Sono presenti nella letteratura, nel teatro, cinema, e in televisione. Si ricordino, tra gli altri poeti, scrittori e cantanti a livello nazionale: Giambattista Basile (17° sec.), Carlo Goldoni, Gioacchino Belli, Carlo Porta, Albino Pierro, Trilussa, Salvatore Di Giacomo, Eduardo De Filippo, Andrea Camilleri, Fabrizio De André, Pino Daniele, Eugenio Bennato. Tra i fasanesi la memoria corre a: don Filippo Bonifacio, Achille Monopoli, Marco Carparelli, Pietro Bianco, Nico Bungaro, Andrea Conversano, Giuseppe Marangelli, Teresa Schettini, Gianni Custodero, Franco e Augusto Lisi, e altri. Il dialetto è una risorsa in più, perciò festeggiamolo e soprattutto impariamo a scriverlo e a parlarlo bene.
La cittadinanza è invitata.
di Redazione
17/01/2025 alle 06:52:49
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