ATTUALITà
Il fasanese Mario Pentassuglia autore di un articolo su “Italian Botanist”
Il dottore ha collaborato al progetto di ricerca del Plantseed Lab dell’Università di Pisa con l’obiettivo di cariotipizzare alcune sottospecie di Centaurea aplolepa
Fasano - La fuga di cervelli è un fenomeno che caratterizza le università italiane a cui si va ad aggiungere l'esodo tutto meridionale verso il Nord. A volte, però, c'è chi riconosce le proprie origini e decide di non recidere il legame con la propria terra. È così che il giovane biologo Mario Pentassuglia, di Pezze di Greco, ha contattato la nostra redazione per invitare alla divulgazione di un lavoro scientifico di cui ha fatto parte: «non per vanità, ma per pura gioia di condivisione». Nonostante la vita in Toscana, Mario, classe '99, ha subito pensato alla sua terra quando si è trattato di divulgare Scienza e Cultura, segno tangibile che il filo rosso della sua identità non si è spezzato.
Mario Pentassuglia, laureato triennale in Scienze ambientali e naturali a Siena, è attualmente laureando magistrale all'Università di Pisa. Un primo fatto insolito è che Mario ha collaborato a un progetto di ricerca ancor prima di aver concluso il suo percorso di studi. Il progetto in questione, diretto dal Plantseed Lab dell'ateneo pisano, che si occupa di sistematica, evoluzione ed ecologia delle piante, ha avuto come obiettivo la cariotipizzazione (ovvero l'individuazione del numero di cromosomi) di quattro sottospecie della pianta endemica italiana Centaurea Aplolepa, raccolte in Liguria, e della Silene canescens. I risultati sono stati unici: per la prima volta sono stati individuati i numeri cromosomici di queste piante. In particolare, per la Centaurea aplolepa subsp. aplolepa (Asteraceae), per Centaurea aplolepa subsp. bertolonii, per Centaurea aplolepa subsp. levantina e per Centaurea aplolepa subsp. parvula il numero cromosomico è 2n = 18. Alla seconda e terza sottospecie ha lavorato personalmente Mario Pentassuglia. Il numero cromosomico individuato per la Silene canescens è stato invece 2n= 24. A guidare il progetto di ricerca sono stati, insieme a Pentassuglia, anche Antonio Giacò, Angelino Carta, Jacopo Franzoni, Alessio Mo e Lorenzo Peruzzi. La ricerca è stata pubblicata sulla rivista “Italian Botanist” che annualmente aggiorna i numeri cromosomici della flora italiana.
Mario, da dove nasce questa passione tutta in verde?
«Nasce dalla mia adolescenza. Ho frequentato l'Istituto Agrario a Locorotondo, dove mi sono approcciato al mondo dell'agricoltura. In quella scuola, però, l'approccio degli insegnamenti era indirizzato alla consumazione, al prodotto agricolo e meno alla scienza, verso cui io propendevo. Dopo il diploma ho scelto di frequentare l'università di Siena, dove mi sono laureato in Scienze ambientali e naturali. In magistrale sono rimasto sempre in Toscana, ma mi sono spostato a Pisa che offriva un corso più attinente ai miei interessi».
Stai scrivendo la tesi magistrale e già hai fatto parte di un progetto di ricerca…
«Esatto! Il mio argomento di tesi magistrale è uno studio di tassonomia integrata su una pianta endemica della Toscana, la Centaurea aplolepa. Al momento della scelta, il mio relatore mi ha proposto di entrare a far parte di un gruppo del Plantseed Lab dell'università in cui si stava lavorando proprio sulla specie di pianta che anch'io stavo analizzando. Per la ricerca, siamo usciti fuori dalla Toscana e abbiamo raggiunto la Liguria, perché le sottospecie da analizzare erano presenti lì. È stato un lavoro unico! I risultati che abbiamo pubblicato su “Italian Botanist”, una delle più autorevoli riviste di botanica in Italia, sono stati interessanti, perché abbiamo individuato i cromosomi di queste piante per la prima volta nella letteratura scientifica».
Come si è svolta la ricerca?
«Abbiamo raccolto le piante in specifiche zone della Liguria, in particolare a Capo Noli, a Genova e a Sestri Levante, con capolino ad Acqui Terme in Piemonte e nuovamente in Toscana per la Silene. Successivamente, siamo stati in laboratorio in cui le abbiamo trattate per essere visionate al microscopio e poter individuare i cromosomi. Innanzitutto, abbiamo pretrattato gli apici con colchicina 0.4% per tre ore e poi li abbiamo fissati con una soluzione Carnoy per un'ora; successivamente, dopo l'idrolisi in 1N di HCl a 60 °C per 8 minuti, gli apici sono stati trattati per due ore in fucsina leucobasica (reattivo di Schiff) che, legandosi ai gruppi aldeidici, conferisce una colorazione rosa-violetto ai cromosomi. Grazie a questa procedura è stato possibile individuare i cromosomi».
Anche se sei andato via, hai presto pensato a Fasano per la divulgazione.
«A Fasano sono cresciuto e il legame non si è mai spezzato. Ho pensato alla vostra redazione per una divulgazione di questo lavoro. Non m'importa che ci sia il mio nome, non voglio vantarmi o essere riconosciuto: il mio primo intento è fare divulgazione per avvicinare il grande pubblico a ciò che significa fare scienza. Trovo molto interessanti questi progetti di ricerca, perché sono unici, e penso che possano attrarre anche gli altri, appassionati e non!».
Per poter visionare l'articolo su “Italian Botanist” : https://italianbotanist.pensoft.net/article/128997/
di Sara Altamura
15/08/2024 alle 06:00:13
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