ATTUALITà
Michele Bravi conquistato dalla sensibilità di Dominga
Dalla macchina fotografica alla macchina da presa: il viaggio nel mondo della regia di Dominga Lussone
Dominga Lussone
Fasano - (Tratto dal mensile Osservatorio di dicembre 2023) - Il 2020 è stato un anno epocale per tutto ciò che abbiamo dovuto “vivere” a causa della pandemia da Co-vid-19, ma in realtà per tanti di noi è stata la “scossa” per ribaltare alcuni aspetti della propria vita. Diversi hanno cambiato lavoro, seguendo le nuove professioni tecnologiche che si stanno sempre più sviluppando, altri invece hanno avuto la possibilità di apportare cambia- menti alla propria quotidianità. Tra questi la giovane fasanese Dominga Lussone, che proprio nel periodo pandemico si è trasferita a Milano per intraprendere la strada di aiuto regista.
Proprio nelle scorse settimane il suo nome ha riecheggiato nel mondo della discografia musicale perché lei ha curato la regia dell'ultimo singolo Odio di Michele Bravi. Le abbiamo chiesto come nasce la sua collaborazione con il cantante? «In maniera del tutto casuale, se vogliamo pensare che il caso esista! – spiega Dominga –. Era da tempo ormai che sentivo la necessità di fare qualcosa di veramente mio dopo questi tre anni trascorsi ad affiancare registi incredibili. Sono stata contattata da Anna Pastore, manager di Michele Bravi con cui avevo già fatto dei lavori in passato quando si occupava solo di styling sul set. A lei avevo confidato il mio desiderio di approcciarmi alla regia. Da allora è trascorso circa un anno, fino a quando mi ha chiamata per propormi come regista per il nuovo singolo di Michele Bravi. Così mi ha messa in contatto con l'artista, abbiamo fatto una videochiamata in cui Michele mi ha fatto ascoltare il brano, abbiamo buttato giù delle idee e ho compreso che eravamo completamente allineati per la realizzazione del video, perché abbiamo riscontrato di avere gli stessi gusti. Da quel momento, lui mi ha lasciato piena libertà. Ho inviato una serie di documenti con immagini di reference, film a cui mi sono ispirata e abbiamo iniziato a lavorare sulle diverse inquadrature da realizzare. Di seguito, ci siamo incontrati di persona. All'inizio è stato strano, imbarazzante, non credevo a quello che mi stava accadendo! Poi tutto è diventato estremamente naturale. Con lui e l'altro attore abbiamo fatto delle prove di recitazione, per te- stare i vari livelli di intensità che volevamo raccontare nel video: affrontare le fasi di una relazione tossica da cui non riesci a uscire perché sei completamente innamorato del tuo “carnefice”. Abbiamo simulato una scenata di gelosia ma anche una fase di rassegnazione in cui entrambi sono consapevoli che la relazione è in fase decadente ma nessuno dei due riesce a compiere il primo passo. Sono entusiasta e grata della fiducia che Anna ha riposto nei miei confronti, della libertà di scelte che Michele Bravi mi ha dato per la realizzazione del video e soprattutto della scelta della squadra che mi ha affiancato per arrivare a prodotto sincero, intimo e puro. La scelta del di- rettore della fotografia è fondamentale per la riuscita di un prodotto e sono davvero grata di aver avuto l'opportunità di lavorare con Michele Brandstetter perché, in quanto professionista, ha capito perfettamente quello che avevo in men- te e ha curato una fotografia impeccabile. Sul set, davanti alla macchina da presa, ho iniziato a credere davvero di potercela fare, ho ricominciato a credere in me stessa e tutto questo lo devo anche e soprattutto alle persone che mi circondano e che mi ricordano quanto valgo».
Nel 2021 hai preso parte come aiuto regia allo spot di Amazon Prime. Da allora hai fatto altre espe- rienze di regia?
«Sì, nello spot di Amazon Prime ero aiuto regia, affiancavo altri due aiuto registi molto in gamba. In tutto questo tempo ho lavorato come aiuto regia, ponendomi l'obiettivo di avere responsabilità sempre più grandi. Sono passata da assistente ad avere io degli assistenti ed è un traguardo bellissimo in così poco tempo! Lavorare al fianco di numerosi registi, molto apprezzati nel panorama italiano e internazionale, ti permette di apprendere direttamente sul campo, di studiarli e osservare come ottenere un buon prodotto e di capire l'importanza del lavoro di squadra e delle figure che scegli di avere al tuo fianco.
Il video di Michele Bravi potremmo definirlo come una tua opera prima?
«Sì e no, perché ho lavorato precedentemente alla regia di un piccolo video-clip, Mia, l'estate scorsa in Puglia di un duo emergente, i MUSA, in cui lo stesso cantante è pugliese. Io lo avevo conosciuto in università, accumunati dallo studio della lingua russa, poi ci siamo persi di vista per sei anni. Qualche tempo fa mi scrisse per informarmi che era a Milano e che aveva cambiato lavoro dedicandosi interamente alla musica, scrivendo il suo primo album. Lui pensava che io facessi ancora la fotografa e mi chiese di dedicarmi agli scatti della copertina dell'album. In realtà, nel momento in cui ci siamo incontrati, gli ho detto che da qualche tempo ho messo da parte la fotografia per la regia e che cercavo qualcuno che mi desse fiducia non avendo materiale personale da mostrare. E così è nata la collaborazione: lo- ro avevano bisogno di qualcuno che credesse in loro come gruppo, io di qualcuno che credesse in me come regista ed è nata questa collaborazione. Ho deciso di girare il videoclip in Puglia, nei posti dove sono nata e cresciuta e per cinque giorni li ho ospitati a casa mia a Fasano, c'erano attori, manager, direttore della fotografia e cantante! Anna Pastore mi ha chiamata proprio nel momento in cui stavo ultimando il montaggio di questo video. Ecco perché credo che il caso non esista».
Com'è stato lavorare con Michele Bravi?
«Lui è una persona splendida con una sensibilità incredibile e un talento indiscutibile. Ho avuto modo di conoscerlo un po' più a fondo anche durante le sessioni di montaggio perché abbiamo tra- scorso molto tempo insieme. Non mi ha fatto per niente percepire il distacco tra artista e regista, eravamo come due a- mici che stavano lavorando al loro piccolo progetto, non avevo ancora rea- lizzato tutta l'ondata che questo video avrebbe portato con sè. L'ultimo giorno del montaggio lui mi ha comunicato una notizia bomba: “Proiettiamo il trailer del videoclip sul ledwall in via del Babbuino a Roma!”. Ci siamo abbracciati e lui era felicissimo. Per me è stato un momento incredibile, non si trattava di realizzare solo un prodotto che piacesse a me, ma soprattutto che rendesse felice lui e Anna».
Quando è stato lanciato il videoclip?
«Il videoclip è stato proiettato, tutti i giorni e più volte al giorno, dal 25 ottobre al 5 novembre sul ledwall nei pressi di piazza di Spagna e poi il 6 novembre è stato pubblicato su tutte le piattaforme musicali».
Ora cosa ti attende nel prossimo futuro
«(sorride) Eh! Ora sto iniziando a fare dei lavori da regista: ho girato uno spot per Natale per Technogym e sto lavorando su diversi altri progetti. Il mio obiettivo è crearmi più esperienza possibile arricchendo il mio portfolio. L'obiettivo finale è arrivare al cinema, ma con calma, non voglio bruciare le tappe».
Da donna, come ti sembra il mondo della regia?
«Devo dire che da regista è completamente diverso, probabilmente perchè abbiamo una sensibilità diversa. Michele Bravi lo sapeva già, quando mi ha guardata e mi ha detto che era sicuro che una regista donna avrebbe compreso il senso profondo del suo brano. Devo dire che c'è tanta fiducia e spazio nei confronti della donna regista. Al momento siamo ancora in poche, ma è una comunità in crescita».
Ora è un periodo proficuo per le donne regista?
«Nel mondo della pubblicità sono in tante e si stanno attestando anche vincendo numerosi riconoscimenti del settore, ma nel mondo del cinema sono ancora poche, Di recente è ormai un fenomeno mediatico il primo film alla regia di Paola Cortellesi. Io l'ho visto e devo ammettere che è veramente un'opera incredibile che rende giustizia al mondo femminile e ai diritti delle donne. Lei ha fatto un lavoro eccezionale».
Il periodo del Covid per te è stato “positivo”?
«Guarda, è brutto dirlo, ma sì! È stato uno dei momenti peggiori per l'umanità, ma per me è stato “una botta di vita” incredibile. Io ero ferma, senza stimoli e mi hanno chiesto di aiutare un regista gratuitamente per quattro giorni. Sem- brava una di quelle esperienze apparentemente senza sbocco ma io gli devo tutto, grazie a lui che mi ha spronato a lasciare la mia confort zone in Puglia e a trasferirmi a Milano per lavorare assieme. Ora collaboro con lui e con altri registi, sto avendo uno spettro ampio dell'arte contemporanea. Sono di stanza a Milano ma praticamente non ci sono mai, ho sempre la valigia pronta a partire e a confrontarmi su tematiche sempre diverse: da corti a tema sociale e di grande attualità, a set per pubblicità di vario genere».
di Marica Mastrangelo
24/01/2024 alle 06:05:01
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