EMERGENZA CORONAVIRUS
La Pasquetta Fantasma a Fasano VIDEO
Osservatoriooggi.it racconta la 'Pasquetta Fantasma' vissuta a Fasano: un racconto in prima persona di Antonio Latartara, corredato di foto, e un video servizio, per rendere partecipi tutti quelli che hanno rispettato le regole e sono restati a casa
Fasano - Non ricordo quanti anni sono trascorsi dall'ultima Pasquetta senza vestire i panni dell'organizzatore, ed anche se iniziavo a desiderarne una senza particolari responsabilità, è stato oggi piuttosto spiacevole non dovermi svegliare comunque presto nonostante il giorno festivo, per ottemperare alla spesa e per radunare i sopravvissuti alla Pasqua.
Superfluo il controllo del meteo, che in sacrosanto rispetto della più classica delle Leggi di Murphy, recitava 25°C e sole pieno, senza ombra di nuvole e pioggia, e senza venti fastidiosi, che siano di scirocco o di maestrale. Che ricordi non era mai successo, perlomeno negli ultimi vent'anni.
Con lo sport ormai fermo da un po', e con il tesserino giornalistico che ne reclamava l'utilizzo, ho così deciso di indossare ugualmente t-shirt e pantaloncini, sneakers ed occhiali da sole, nella più classica delle divise di Pasquetta, e sono uscito da casa, munito delle opportune autorizzazioni.
Entrato in auto, con un pizzico di sarcasmo la prima idea è stata dunque quella di dirigermi presso i luoghi cult del Lunedì Dell'Angelo fasanese, solitamente evitati dalla popolazione locale poiché assaltati da turisti.
Prima tappa, dopo un breve salto in piazza Ciaia, è stata ovviamente lo Zoosafari, con l'ironico sorriso frutto del poter essere comunque in giro nonostante il lockdown, che presto lasciava posto al senso di smarrimento dettato dalla visione di una SS. 172 completamente deserta, proprio nel giorno in cui l'interminabile coda di auto regnava in ogni direzione dalle prime luci dell'alba al tramonto.
Giunto nel piazzale antistante al parco faunistico ha iniziato a palesarsi sempre più concretamente il peso del danno inferto dal Covid-19 all'economia locale, con il magone non placatosi neanche con il “salire alla Selva” per le Giritoie senza dover proferire i classici improperi ai forestieri avventuratisi senza esperienza su una strada non propriamente agile, soprattutto se trafficata.
Arrivato in vetta e distratto un attimo da ricordi primaverili ed estivi, ho svoltato in viale Toledo certo di incontrare la consueta flotta di bikers, ma, ripreso il contatto con la realtà, di motociclisti neanche l'ombra, così come frastornante è stato fermarsi qualche minuto, nel silenzio assoluto della SS. 172, a bere un po' d'acqua dalla fontana presente nello spiazzo antistante la chiesa di Laureto.
Rinfrancato dal rispetto delle normative osservato fedelmente da gran parte dei fasanesi (solo otto le violazioni registrate nell'intera giornata dalle forze dell'ordine, presenti in maniera capillare sull'intero e vasto territorio), ho dunque puntato alla direzione della litoranea, con il pensiero che respirare l'aria del nostro mare avrebbe stemperato, perlomeno in parte, il senso di angoscia montante.
Inutile dire che così non è stato: come è giusto che fosse prato di Savelletri deserto, spiaggia di Torre Canne senza anima viva per chilometri e chilometri, nessuno a mangiare frittura e panino con polpo, nessun barese (mi perdonino il riferimento) a far incetta di ricci a Forcatella… solo un grande senso di vuoto e tanta tristezza.
In altri momenti avrei approfittato della situazione per restare in pace a riflettere sul mio amato scoglio, ma proprio lì dove il solo rumore delle onde del mare è sempre stato d'aiuto, fruttuosamente contribuendo anche allo studio nel mio periodo universitario, quest'oggi, senza il vociare festoso dei bambini, gli schiamazzi felici degli adulti, i profumi di una brace più o meno “legittima” ed il rotolare a volte invadente di un pallone calciato fuori posto da un gruppo di adolescenti, avrei rischiato di essere travolto dalla profonda malinconia che il giorno di festa “mancata” ha causato, ed ho dunque preferito rientrare a casa.
La speranza, pur utopistica, è quella che cambi qualcosa già nell'imminente futuro, consentendo un minimo ritorno alla normalità già nelle festività del 25 aprile e del 1° maggio, che insieme alla Pasquetta rappresentano i giorni di lancio per l'economia turistica fasanese, quelli in cui si iniziano a recuperare gli investimenti proiettandosi con maggior tranquillità ai mesi estivi. Realisticamente però, occorrerà esser soddisfatti già se non si perderà completamente l'intero periodo, e con esso l'enorme mole di posti di lavoro stagionali legati al comparto.
Fondamentali saranno dunque gli aiuti economici che giungeranno sia all'imprenditoria del settore, sia alle famiglie coinvolte; altrimenti oltre ad una già triste primavera e ad un'infelice estate, occorrerà prepararsi all'inverno più nero della recente storia locale. I negativi pensieri, certo frutto anche dell'esplorazione solitaria del territorio, lasciano comunque posto, in chiusura di questa giornata, all'ottimismo, convinto che la forza di volontà e l'inventiva tipica del fasanese, unitamente al profondo senso di solidarietà dilagante in queste settimane, contribuiranno a far tornare a brillare quanto prima un territorio baciato dalla fortuna.
Antonio Latartara
di Redazione
13/04/2020 alle 19:47:57
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