FESTIVAL DELLA SCIENZA 2019
Festival della Scienza 2019: Umberto Guidoni sul palco del 'Da Vinci' VIDEO
Ieri 25 ottobre l'astronauta e astrofisico italiano, intervistato dalla giornalista Anna Puricella, ha dialogato con i ragazzi del liceo ricordando l'allunaggio e presentando le sfide del futuro
Fasano - Sarà la missione Artemide, sorella di Apollo, a raggiungere per la seconda volta la Luna più di cinquanta anni dopo, nel 2024, secondo le stime della NASA. E ieri 25 ottobre Umberto Guidoni, astronauta e astrofisico, ne ha parlato nell'auditorium del Liceo “Da Vinci” di Fasano, ospite per la seconda edizione del Festival della Scienza 2019.
In una società galoppante, il mestiere dell'astronauta e l'economia spaziale rivestono oggi un ruolo importante e fondamentale, di ricerca non solo extraterrestre ma anche per la nostra quotidianità: questo il tema centrale dell'incontro. Umberto Guidoni, guidato dalla giornalista di «La Repubblica» Anna Puricella, ha così spiegato ai giovani che gremivano l'auditorium come e perché si diventa “idraulici dello spazio”, per citare Paolo Nespoli, astronauta anche lui. Dopo un'accurata selezione medica e fisica, i giovani aspiranti operatori spaziali hanno davanti a sé una dura preparazione a tutti i livelli: dalle conoscenze teoriche a quelle ingegneristiche e pratiche, finché un giorno il capo degli astronauti, a Houston, ti chiama all'ultimo piano e ti informa che sei stato scelto per il prossimo volo. Un altro anno di corsi specializzati, poi in orbita: Guidoni ha volato due volte, nel 1996 e nel 2001. E si “atterra” sulla ISS, la Stazione Spaziale Internazionale, che orbita da vent'anni attorno alla Terra a 400 km di distanza, con una velocità di 28.000 km/h. Avarie, guasti, imprevisti: gli astronauti sono pronti a tutto e, quando una studentessa gli ha chiesto se avesse mai avuto paura, Guidoni ha raccontato di quando l'equipaggio dovette affrontare un problema tecnico al computer di bordo principale, una delle situazioni più difficili fra quelle presentate nei protocolli di emergenza.
Nonostante l'addestramento, la prima cosa che un astronauta fa a bordo dello shuttle che lo porterà lontano è guardarsi indietro e scoprire la bellezza del nostro pianeta, stupefacente e magnifico. In un video, Guidoni ha mostrato lo spettacolo che dalla cupola – un modulo della Stazione Spaziale – gli astronauti osservano e fotografano: catene montuose, pianure, corsi d'acqua, ma anche eruzioni vulcaniche e uragani. Eppure di giorno non c'è traccia di umanità, nessuna città è visibile; solo di notte si accendono le luci e Mosca, New York, Londra iniziano a brillare intensamente. Una volta nello spazio, ci si deve dimenticare di tutto ciò che sulla Terra si è imparato a compiere automaticamente, ma della Terra non ci si scorda mai: l'ISS, infatti, è un grandissimo laboratorio, in cui collaborano 15 nazioni, che permette di fare importanti passi avanti nella tecnologia e nella scienza di tutti i giorni, dal GPS ai farmaci.
Sempre dallo spazio ci si rende conto del ruolo dell'uomo, su questo immenso pianeta blu. Parlando di clima, Guidoni ha incoraggiato i giovani a prendere a cuore l'argomento, non solo perché alla Terra dobbiamo voler bene, tanto «la Terra se la cava da sola, dobbiamo salvare noi. O come si dice nei film di fantascienza, la civiltà come la conosciamo».
Nella mattinata il sindaco Zaccaria, dopo aver portato i suoi saluti a scuola, ha incontrato l'astronauta facendogli dono di una copia dei cabrei del 1700, l'antico documento che annotava i possedimenti dei Cavalieri di Malta a Fasano.
di Sara Altamura
25/10/2019 alle 15:22:32
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