FESTA DEI LETTORI
Il ruolo di papa Francesco secondo lo scrittore Marco Politi
Ieri 30 settembre, nella quindicesima edizione della Festa dei Lettori lo scrittore leccese ha dialogato con il vicesindaco Giovanni Cisternino nel Chiostro dei Minori Osservanti a Fasano
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Fasano - Che Francesco sarebbe stato un papa “destabilizzatore”, lo si era capito già al momento della sua elezione nel marzo del 2013. Nel suo ultimo libro, La Solitudine di Francesco (ed. Laterza), lo scrittore e giornalista Marco Politi analizza, infatti, qual è stata l'innovazione che questo papa argentino ha portato alla Chiesa, rivoluzionandola e svecchiandola, non senza rischi.
Nell'incontro di ieri 30 settembre, presso il Chiostro dei Minori Osservanti, il dialogo è stato preceduto da una premessa di Annamaria Toma, presidente della sezione di Fasano “Presìdi del libro” che ha curato l'appuntamento. In particolare, la Toma ha voluto omaggiare Lorenza L'Abbate, scomparsa il 29 settembre scorso. Lasciando libero fra il pubblico il posto che lei avrebbe occupato, la professoressa ha ricordato il suo amore per la cultura e il suo impegno con un discorso commovente ed emozionante.
Lasciata la parola al docente e vicesindaco Giovanni Cisternino, la conversazione si è incentrata sul ruolo strategico e al tempo stesso terribile che ricopre papa Francesco in tempi come questi. Per la quindicesima edizione della Festa dei Lettori, il tema scelto è la Costituzione: a Fasano Marco Politi ha parlato del rapporto fra la Chiesa, l'innovazione e la politica. Elencare il curriculum di Politi è davvero difficoltoso per l'ampiezza dei ruoli e delle attività che ha svolto: in sintesi, per diciassette anni è stato corrispondente vaticano di «Repubblica», editorialista de «Il Fatto Quotidiano» e “vaticanista” de «Il Messaggero», oltre ad aver collaborato alla biografia best-seller di Giovanni Paolo II Sua Santità (ed. Rizzoli).
Dal gelo delle dimissioni di papa Benedetto XVI, nessuno si aspettava che il vescovo di Buenos Aires potesse trarne fuoco e determinazione. Procedendo in parallelo con le vicende di papa Giovanni XXIII e Paolo VI, Politi ha sottolineato come Francesco sia stato in grado di rimettere al centro il precetto evangelico essenziale dell'amore verso il prossimo e, inoltre, di recidere il legame fra politica italiana e Chiesa Cattolica, allargando il suo raggio d'azione a tutto il mondo. Tutto questo, però, gli sta costando caro: Francesco è solo. Ma forse è proprio questa solitudine che gli consentirà di “salvare” la Chiesa e riavvicinarla alla società.
di Sara Altamura
30/09/2019 alle 22:14:48
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