TRIBUNALE DEL LAVORO
Lavoro da comandante, stipendio da vigile urbano: Stefano Rosati presenta il conto al Comune di Fasano
Il capitano fasanese, ormai in pensione, per anni avrebbe svolto mansioni superiori non essendo però retribuito come tale
Il capitano Stefano Rosati
FASANO - Per anni ha svolto le funzioni di comandante di Polizia municipale a Fasano ma il suo stipendio non era equiparato a tale incarico. Per questo ha citato in giudizio, rappresentato dall'avvocatessa Anna Rita Bongiorno, il Comune di Fasano di fronte al giudice del lavoro del Tribunale di Brindisi chiedendo 258.446,79 euro come differenza delle funzioni svolte. Il protagonista di questa vicenda è Stefano Rosati che per anni ha svolto, gradi in spalla, il suo lavoro di agente di polizia municipale a Fasano ed in pensione dal marzo del 2011.
Rosati, dal 2006 al 201o, ha svolto materialmente, secondo anche quanto dimostra la nutrita documentazione portata davanti al giudice del lavoro, a tutti gli effetti le funzioni di comandante del corpo dei vigili urbani fasanesi. Nel corso della sua carriera di vigile lo stesso Rosati si era sempre messo in evidenza per la professionalità in servizio. Era facile incontrarlo, dalla mattina alla sera e divisa addosso, pronto a seguire i problemi della viabilità cittadina, a organizzare turni e servizi interni, a collaborare con le altre forze dell'ordine in caso di emergenze. Più che un lavoro per lui, quella stessa divisa, era una missione.
Così, dall'alto dell'esperienza acquisita in tanti anni di servizio, per Rosati non è stato difficile, nel 2006, sostituire nelle funzioni l'allora comandante Leonardo Spalluto, ammalatosi gravemente. Già in precedenza lo stesso Spalluto lo aveva delegato alle mansioni dirigenziali di comandante ma, come detto, è dal 2006 che Rosati le espletò in modo continuativo. Dopo la morte di Spalluto avvenuta sempre nel 2006 l'allora sindaco Vito Ammirabile nominò provvisoriamente alla direzione della polizia municipale il dirigente Fernando Virgilio. Ma quest'ultimo, avendo numerosi altri incarichi, delegò a sua volta Rosati, data la sua anzianità di servizio e le qualifica ufficiale di vicecomandante, ad espletare le funzioni dirigenziali relative alla polizia municipale. Ecco quindi che Rosati firmò ordinanze, coordinò il personale e diresse quest'ultimo nell'attività di servizio assumendosi di fatto responsabilità da comandante. Ormai era diventato lui il punto di riferimento del corpo. Era lui che interagiva con il sindaco e le forze di polizia giorno e notte. Non cambia nulla quando, nel 2009, il sindaco Lello Di Bari, scaduto il mandato di Virgilio, assegna la direzione del settore di Polizia locale al segretario generale del Comune di Fasano Pasquale Greco. Lo stesso primo cittadino specifica, nell'assegnazione, che il segretario potrà avvalersi degli ufficiali in servizio e in particolar modo del capitano Stefano Rosati. E così fu con Rosati che di fatto ha svolto il ruolo di comandante operativo del corpo di polizia municipale cittadino fino alla nomina dell'attuale, maggiore Antonio Orefice.
Tanti anni con responsabilità e impegni da comandante ma stipendio da qualifica di appartenenza. Ecco quindi che ora Stefano Rosati, con la sua avvocatessa Anna Rita Bongiorno, presentano il conto all'ente comunale. La cifra richiesta, davanti al giudice del lavoro del Tribunale di Brindisi Domenico Toni, è di 258.446,79 euro. La prima udienza è già stata fissata: si terrà il 22 gennaio del 2013.
di Alfonso Spagnulo
09/10/2012 alle 07:09:37
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