CHIESA E COMUNITA'
Secondo appuntamento del progetto 'Ci interpellano le dipendenze?'
In questo secondo incontro, il prof. Pelizzari ha riflettuto sulla libertà come indipendenza dal mondo reale e dalla storia, analizzando il trattato anonimo 'A Diogneto'
Fasano - Lo scorso venerdì 22 febbraio, nella sala-teatro della parrocchia di Santa Maria della Salette di Fasano si è tenuto il secondo appuntamento del progetto contro ogni forma di dipendenza, proposto dalle Zone Pastorali Fasano e Fasano Sud e coordinato dal priore don Sandro Ramirez. A presiedere la serata, dal titolo “Alle origini di una chiesa libera e liberante”, è stato il professor Gabriele Pelizzari, docente di Letteratura cristiana antica presso l'Università Statale di Milano e di Esegesi del Nuovo Testamento presso la facoltà di Teologia di Lugano (Svizzera).
La riflessione ha preso avvio dalla lettura del trattato “A Diogneto” (5,1-6,3), testo anonimo risalente alla metà del II secolo. Il tema centrale della libertà è stato osservato dal punto di vista squisitamente cristiano. Il professore, infatti, ha cercato di dare una definizione di dipendenza, partendo dalla sua etimologia latina per poi giungere alla moralità religiosa. La parola deriva dal verbo dependo, che propriamente significa “essere sottoposto a qualcuno”, ma i primi cristiani non utilizzavano tale termine per esprimere il concetto di dipendenza, bensì essi si rifacevano alla schiavitù. Così, la vicenda dell'esodo degli ebrei dalla schiavitù d'Egitto diventa prefigurazione della liberazione della Chiesa dal Male. Il faraone viene abbandonato dal popolo eletto, allo stesso modo in cui il cristiano rinuncia al “mondo reale”.
La libertà sembra essere collegata al digiuno dal mondo: come riuscire a essere slegati dall'unica realtà che conosciamo? Per fornire una risposta, il professore ha citato San Paolo: il cristiano deve passare la scena del mondo. Come se vivesse su un palcoscenico, il fedele deve aggirarlo e lasciar fluire la vita. Liberarsi significa rompere le catene della dipendenza da noi stessi, dalla storia e dal creato, ricordandosi di essere cittadini del cielo. Per dirla in breve, «l'anima abita nel corpo, ma non è del corpo; i cristiani abitano nel mondo, ma non sono del mondo» (A Diogneto, 6,1-6,3).
A termine dell'intervento, il prof. Pellizzari ha argomentato attorno al tema della coscienza, nucleo principale in cui ha inizio il processo di libertà. Essere liberi nella mente è l'imprescindibile primo passo verso Dio. Droga, alcol, gioco d'azzardo oppure sesso: le schiavitù dell'uomo moderno devono essere combattute con la forza della ragione e della fede, affinché si possa vivere per vivere e non per evitare di morire. Il vero cristiano, conclude Pelizzari, è colui che va oltre per cercare il vero e il bene in Dio, così come Gesù ha superato le leggi di Mosè.
Il prossimo appuntamento si terrà venerdì 22 marzo presso la chiesa San Giovanni Paolo II. Ospite e protagonista dell'incontro, dal titolo “Per una Chiesa al servizio della dignità e della libertà dell'uomo”, sarà il S.E. Mons. Giancarlo Bregantini, arcivescovo di Campobasso-Boiano.
Nel progetto sono coinvolte Caritas Diocesana, Comunità Papa Giovanni, l'associazione Umanamente, l'Ufficio di Pastorale Diocesana, le scuole, i servizi sociali socio sanitari, l'Asl, le forze dell'ordine.
di Sara Altamura
23/02/2019 alle 18:02:40
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