POLEMICA INFINITA
Anche il Comitato silvano dice no al casinò ma il sindaco Di Bari sembra sordo alla richieste dei cittadini
Mentre la maggioranza dei fasanesi sembra contraria all'iniziativa il primo cittadino continua a caldeggiare l'apertura della sala giochi silvana
Palazzo dei Congressi alla Selva
FASANO – Ancora un no alla nascita di una sala giochi alla Selva ma il sindaco pare non interessarsi del parere dei suoi cittadini e va avanti per la sua strada. Andiamo per ordine. Dopo la dura presa di posizione del parroco della Selva don Gino Copertino durante l'omelia di domenica scorsa (30 settembre) ieri è stato il neonato “Comitato silvano” costituito da residenti e villeggianti della frazione collinare fasanese ad esprimere preoccupazione per la ventilata ipotesi di apertura di una sala multifunzionale nei locali del Salone dei Congressi della Casina Municipale.
“Il Comitato – si legge in una nota -, che si è reso protagonista di alcune iniziative tese a rivitalizzare la frazione collinare durante la scorsa estate, ultima la Festa di San Michele, il 29 settembre scorso, ritiene che centrare lo sviluppo di una località sul gioco d'azzardo non sia del tutto opportuno da un punto di vista socio-economico. In questo periodo di crisi, ci risulta che già molte famiglie fasanesi subiscono i danni causati dalla dipendenza dal gioco, vera e propria malattia sociale della nostra epoca: la ludopatia. La popolazione silvana, già alle prese con problemi cronici quali furti in appartamento, mancanza di sorveglianza, carenza di servizi, randagismo, potrebbe essere costretta a subire anche una invasione di giocatori d'azzardo. Vale la pena ricordare che spesso i frequentatori di simili locali sono interessati a riciclare denaro di dubbia provenienza. La vocazione della Selva è da sempre il turismo qualificato, interessato alla cultura, all'ambiente, alle bellezze paesaggistiche ed architettoniche.
A fronte di ciò si rileva una carenza di strutture e di iniziative: sport, teatro, letteratura, musica, attività ricreative. Di questo avrebbe bisogno la Selva di Fasano per essere rivitalizzata e vissuta a pieno. Pertanto auspichiamo che l'amministrazione fornisca alla popolazione silvana, che a tutt'oggi non è stata interpellata a riguardo, e che sull'iniziativa esprime dissenso, chiarimenti progettuali dettagliati”.
E il sindaco? Tornato da Roma, dove ha partecipato ad una riunione dell'Anit proprio per parlare di casinò, pare abbia ribadito che intende andare avanti in quanto la sala giochi rivitalizzerebbe la Selva e perché richiestogli dagli albergatori e operatori turistici silvani. Alla faccia della democrazia. Ci si chiede come mai Di Bari per la scelta della provincia abbia optato per il referendum e non faccia lo stesso per il casinò. Un atteggiamento decisamente incoerente da parte del primo cittadino. Il vero motivo della nascita del casinò potrebbe essere la ristrutturazione del Palazzo dei Congressi. Sarebbe impossibile infatti per l'ente, dati gli attuali chiari di luna delle casse comunali, intervenire in questo senso senza l'aiuto dei privati.
Ma sul territorio nazionale, in fatto di giochi, sta succedendo il finimondo. Sta scoppiando una guerra tra i casinò (quelli veri e importanti, vedi Venezia, Sanremo e Saint Vincent) e le sale giochi. I primi registrano presenze e incassi in caduta libera e accusano le seconde per questo. E così stanno mettendo alle strette il Governo affinché si trovi una soluzione al problema. Insomma più che di casinò qui si parla di casino bello e buono.
di Alfonso Spagnulo
05/10/2012 alle 01:30:35
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