ASSEGNAZIONE IN DIRITTURA D'ARRIVO
Appalto rifiuti: la Tradeco verso l'aggiudicazione provvisoria
Consegnata dall'azienda altamurana la documentazione giustificativa relativa all'eccesso di ribasso e la commissione può proseguire l'iter
Un camion per la raccolta dei rifiuti
FASANO – Si è riunita ieri (mercoledì 19 settembre) nuovamente la commissione aggiudicatrice dell'appalto per la raccolta e smaltimento dei rifiuti solidi urbani. All'ordine del giorno la valutazione della documentazione giustificativa presentata dall'azienda altamurana Tradeco relativa all'eccesso di ribasso presentato con l'offerta economica. Gli atti pare siano stati esaustivi tanto che oggi (giovedì 20 settembre), nel pomeriggio, ci sarà l'aggiudicazione provvisoria della gara alla Tradeco. Come si ricorderà la Tradeco aveva ottenuto 96,76 punti classificandosi prima in graduatoria mentre seconda si è posizionata l'Ati costituita dalla Tecnoservice (piemontese) ed Econord (Varese) con il punteggio di 89,96. Terza la Monteco di Campi Salentina con 85,30 punti ed ultima la ditta Aimeri Ambiente di Rozzano (Milano) con 80,548. In quanto allee offerte economiche laTradeco ha presentato un piano di 5 milioni e 705mila euro annui, la Tecnoservice di 5 milioni e 609 mila euro, la Monteco di 5 milioni e 536mila euro e l'Aimeri di 5.705.500 euro.
L'appalto rifiuti ha suscitato anche diversa curiosità mista a polemica riguardo alcune ditte partecipanti alla gara. Proprio ad iniziare dall'azienda vincitrice. Il 28 febbraio scorso, il quotidiano “Il Secolo XIX” pubblicava un articolo riguardante la Tradeco. La Direzione distrettuale antimafia e la Procura di Bari avevano avviato un'indagine sulla società di Altamura che si era appena aggiudicata in provincia di Imperia un mega appalto relativo alla gara di affidamento del servizio di nettezza urbana del capoluogo e riguardante anche i comuni del sub-ambito. “Un affaire da 93 milioni di euro (appalto della durata di 7 anni) – si legge nell'articolo - e che ha, appunto, visto come unica azienda offerente, proprio la Tradeco, finita più volte in Puglia nel mirino degli inquirenti. L'indagine riguarda soprattutto i presunti rapporti che legherebbero la società - che fa capo a Carlo Dante Columella, già coinvolto in altre inchieste giudiziarie - con la malavita organizzata. Si cercano elementi a conferma dei sospetti. La Tradeco più volte, anche indirettamente, è stata sottoposta ad indagini, non ultima quella condotta in questi giorni dai carabinieri del Noe su ordine del sostituto procuratore della Dda Desireée Digeronimo. I militari si sono recati, infatti, in Comune ad Altamura, come sottolinea La Gazzetta del Mezzogiorno, comune per il quale la Tradeco opera come appaltatrice del settore rifiuti. Sarebbe stata acquisita una nutrita documentazione relativa all'appalto rifiuti che ha preso il via il 30 gennaio del 2002 ed è scaduto il 17 febbraio scorso. Indirettamente la Tradeco era finita nel ciclone giudiziario anche il 21 maggio del 2008 quando lo stesso magistrato Digeronimo dispose gli arresti domiciliari per due degli esponenti principali della società Viri, che all'epoca faceva parte del gruppo Tradeco. E le accuse mosse nei loro confronti riguardavano turbativa d'asta, corruzione, rivelazione di segreti d'ufficio, falsità materiale in atti pubblici”.
Il 9 ottobre del 2011, sul portale Ticinonews, invece, a finire sotto accusa è la Econord, ditta che in Ati con la Tecnoservice è giunta seconda in graduatoria a Fasano. A puntare il dito contro quest'azienda è un consigliere comunale di Mendrisio, comune svizzero del Canton Ticino. In un'interrogazione chiede lumi sull'acquisto di “circa dieci benne nuove dalla ditta Econord di Rancate. La ditta in questione non sarebbe, secondo Robbiani, propriamente "pulita". Infatti il testo dell'interrogazione continua con "rendo presente che la ditta Econord di Rancate è Italiana ed è conosciuta, nella vicina penisola, per evasione fiscale e discariche abusive". Naturalmente la Econord, qualche giorno dopo, preannuncia querele e Robbiani ritratta parzialmente quanto detto scusandosi per aver usato “termini non idonei”.
Ancora più vicino a noi è quello che si legge riguardo all'Aimeri Ambiente di Rozzano, giunta ultima in graduatoria. Il portale Monopolitube.it, il 9 dicembre scorso, pubblica un corposo reportage su questa ditta che si è aggiudicata, nella confinante cittadina barese, l'appalto battendo anche la “favorita” Lombardi ecologia. “Parte del Gruppo Biancamano, l'Aimeri Ambienti, è abbastanza noto, fa capo ai fratelli Pizzimbone – si legge con fonte “Terra” dell'agosto 2011- un altro simbolo della liberalizzazione all'italiana dei servizi locali. Sono originari di Savona e molto vicini al Pdl, soprattutto a Marcello Dell'Utri. Pierpaolo Pizzimbone nel 2004 ha inaugurato a Imperia uno dei primi Circoli del Buongoverno, l'associazione politica fondata dal senatore siciliano. I Pizzimbone sono a capo di una holding dei rifiuti che negli ultimi cinque anni ha preso sempre più quota. Si tratta del gruppo Biancamano, con sede nel paradiso fiscale di Cipro, che ha al suo interno la Ponticelli srl, insediata soprattutto in Liguria, l'Aimeri Ambiente, con grossi interessi in Sicilia, e la Manutencoop servizi ambientali, acquistata nel 2009 dal colosso emiliano allargando la sfera di influenza della holding a Bologna e all'Emilia Romagna. Un quarto del fatturato, la Biancamano lo realizza in Sicilia. Nel 2006, i Pizzimbone si sono aggiudicati prima l'appalto dell'Ato Catania 1, poi la gestione dei rifiuti a Caltagirone e infine dell'Ato Caltanissetta 2. Gare vinte ovunque con ribassi sorprendenti. A Caltanissetta, la commessa da 22 milioni per lo spazzamento delle strade e dello smaltimento dell'immondizia viene vinto con un ribasso di appena lo 0,1 per cento. E nell'altro Ato addirittura con soltanto lo 0,0014 per cento. Ma i guai giudiziari dei Pizzimbone cominciano un paio di anni fa, in Liguria. La Procura di Imperia ha iscritto nel registro degli indagati il fratello più piccolo, Pierpaolo, presente nel cda della Ponticelli srl, insieme all'ex presidente della provincia di Imperia, Gianni Giuliano, e all'ex assessore provinciale all'ambiente Alberto Bellotti. Secondo i magistrati, gli amministratori pubblici avrebbero compiuto «una serie di omissioni per favorire la Ponticelli srl», garantendo alla società «la continuità della gestione della discarica a seguito dell'ampliamento e, quindi, il conseguimento di cospicui profitti connessi alla gestione». Ai Pizzimbone sarebbe stato consentito di ampliare il loro invaso anche se era completamente esaurito”.
Insomma, pare proprio che non ci sia pace nel settore rifiuti e, dulcis in fundo, un'altra piccola curiosità: La Monteco, l'azienda che per anni ha gestito il servizio a Fasano, ha dovuto ingoiare boccone amaro anche a Lecce dove è stata esclusa dalla gara per mancato adempimento ad alcuni requisiti della parte economica. L'azienda di Campi Salentina ha già prodotto ricorso ma in pochi giorni vedersi sfuggire due appalti di certo non è piacevole.
di Redazione
20/09/2012 alle 08:36:44
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