Il 'Salvemini' ospita Peppino Fazio, padre del 16enne barese ucciso per caso dalla mafia

FASANO – Nell'ambito del progetto “Letture in corso…Educazione alla legalità”, riservato alle classi II A, I B e II B dell'IPSEOA “Salvemini”, nella mattinata di ieri (venerdì 25 maggio), i ragazzi hanno incontrato Peppino Fazio, padre di Michele, il 16enne ucciso per sbaglio dalla mafia barese il 12 luglio 2001. La storia di questa giovanissima vittima è stata raccontata nel libro Il grido e l'impegno di Francesco Minervini, che gli stessi studenti – con la guida e il supporto delle docenti Angelica Brunetti, Angela Ranieri Dellino, Nunzia Todero e Lucia Sibilio – hanno avuto modo di leggere approfondire durante le ore di lezione. È da questa accorata lettura che hanno preso a cuore la storia di Michele, un coetaneo la cui vita è stata barbaramente spezzata da un proiettile destinato a un pregiudicato nella lotta tra clan.

Gli studenti hanno formulato diverse domande a Peppino Fazio, che ha risposto catturando la loro attenzione, parlando loro con semplicità e onestà. «Più che parlare di coraggio – ha detto Peppino Fazio – ho avuto tanta rabbia nell'affrontare la mafia barese del mio quartiere. Dopo l'uccisione di mio figlio, le finestre della mia casa sono rimaste chiuse a lungo, perché di fronte abitano alcune persone legate ai clan mafiosi. Provavo un senso di disgusto nei loro confronti, soprattutto dopo l'archiviazione delle indagini riguardanti la morte di mio figlio. Ma quando gli organi competenti, dopo una grande azione investigativa della Polizia dello Stato, hanno riaperto le indagini, io e mia moglie Lella ci siamo affacciati sul balcone di casa e abbiamo ripreso a respirare il profumo della libertà. E della giustizia. Oggi – ha aggiunto Peppino Fazio con una punta d'orgoglio – le finestre dell'abitazione di fronte alla nostra sono chiuse. Un fatto simbolico, certo. Ma anche il frutto del nostro lavoro incessante: siamo determinati a proseguire la nostra battaglia, nel segno della legalità e con la forza di chi crede nel valore delle istituzioni e delle forze dell'ordine».

I ragazzi hanno mostrato un video da loro preparato sulle tante modalità in cui può manifestarsi l'omertà. Sollecitato dalle curiosità dei suoi interlocutori, Fazio ha anche parlato del suo legame con Don Luigi Ciotti, che lo ha aiutato a superare il dolore subito dopo la morte del figlio. Ha raccontato che grazie a lui tanti sono i progetti da poter mettere in pratica. «Abbiamo in cantiere il recupero e il successivo riutilizzo a fini sociali di un grande giardino di una casa confiscata alla mafia barese». Non solo. Lo stesso ha annunciato la nascita di una cooperativa che permetta agli ex detenuti di riabilitarsi nella società. «La sua energia ci ha catturati – ha rivelato in chiusura la prof.ssa Brunetti –. Chiudiamo l'anno scolastico con quello che è per noi il nostro impegno quotidiano: fare qualcosa, anche se nel nostro piccolo». «Grazie a Peppino Fazio è come se tutti noi avessimo conosciuto Michele – ha aggiunto la prof.ssa Ranieri Dellino –».

A proporre l'incontro è stato proprio uno studente del 'Salvemini', Giuseppe Sibilio, che già aveva avuto modo di conoscere il vulcanico "padre coraggio". In chiusura, Peppino Fazio ha promesso ai ragazzi di tornare in futuro con sua moglie Lella: ospiti di scuole, istituzioni, associazioni non solo pugliesi, ma anche di altre regioni meridionali e settentrionali, i due genitori raccontano la loro tragica esperienza ma soprattutto diffondono educazione alla legalità. I proventi della vendita del libro sono destinati all'Associazione Libera di don Ciotti che, dal 1995 sollecita la società civile nella lotta alla criminalità organizzata e di favorire la creazione di una comunità alternativa alle mafie stesse.