INTERVISTA ESCLUSIVA
Cooperativa 'Alba Nuova': le verità dell'ex presidente Antonio Sarcinella
Nel novembre scorso, dopo aver dichiarato fallimento, si erano perse le sue tracce: ora viene allo scoperto per difendersi dalle ultime accuse lanciate dagli ex lavoratori della cooperativa
Piazza Ciaia
FASANO – Nel novembre scorso la cooperativa sociale Alba Nuova di Fasano (composta, per la maggior parte, da ex detenuti, ex tossicodipendenti e indigenti recuperati nel tessuto sociale) veniva cancellata dall'apposito albo regionale e dichiarata fallita in quanto si era scoperto un buco in bilancio di circa 750mila euro. Del suo presidente, Antonio Sarcinella, si persero le tracce. Ma quest'ultimo, stanco di essere tirato in ballo dagli ex lavoratori della sua cooperativa, ha deciso di dire la sua e spiegare molte delle cause che lo hanno portato a dichiarare fallimento.
«Ho deciso di parlare per spiegare alcune questioni – dice Sarcinella – a cominciare dalla mia presunta fuga che tale non è stata. Sono stato solo una settimana ospite di mia figlia. Il mio allontanamento era stato concordato e non posso andare oltre. In riferimento al buco non mi sono appropriato di un centesimo e le 750mila euro sono solo tasse non pagate. C'è da sottolineare che già quando assunsi la presidenza della cooperativa (che curava le pulizie al Municipio e la piccola manutenzione in città, ndr) questa era sotto di 250mila euro proprio di tasse non pagate. Nonostante questo ho cercato di tamponare, nel corso degli anni, questa situazione con rateizzazioni a Equitalia e Inps. Ma il buco andava allargandosi ogni anno in quanto non riuscivo a versare niente. I soldi erano troppo pochi. A fronte delle entrate le uscite erano molto superiori e allora o pagavo gli stipendi ai dipendenti, il materiale per lavorare e le spese vive della cooperativa o i contributi. Naturalmente ho optato per la prima soluzione sperando in tempi migliori».
Sarcinella, che deve affrontare diversi procedimenti penali per la questione Alba Nuova, coinvolge anche l'amministrazione comunale. «Ogni anno ho scritto al Comune informandoli che i soldi che ci davano erano pochi e che i debiti aumentavano – dice ancora l'ex presidente -. E' tutto protocollato. Chiedevo un aumento dei soldi destinati ai servizi che curavamo per conto dell'ente comunale. Ma l'amministrazione mi ha sempre risposto picche e per giunta solo a voce. Non mi ha mai risposto per iscritto. E così alla fine, sono andato avanti tappando buchi con i soldi di altri servizi che l'Alba Nuova curava, anche privati. Avevo preso a cuore la situazione. Molti dei dipendenti avevano davvero bisogno di quel lavoro vivendo in uno stato di disagio sociale. Ma nei ripetuti incontri avuti con il sindaco Di Bari e l'allora assessore Giuseppe Zaccaria ho sempre messo sul tavolo i problemi economici. Mi avevano rassicurato che superate le difficoltà amministrative mi avrebbero aiutato ma alla fine le condizioni erano le stesse e il buco in bilancio cresceva di 50-60mila euro all'anno tanto che mi sono ritrovato uno scoperto con Equitalia intorno ai 450mila euro».
Respinge anche le accuse di aver intascato il contributo comunale per il servizio svolto senza la dovuta documentazione soprattutto il durc (documento unico di regolarità contributiva). «Ogni anno il consulente della cooperativa – dice Sarcinella – ha presentato regolarmente la documentazione relativa alle dichiarazioni obbligatorie varie. La legge della presentazione obbligatoria del durc è venuta fuori nel giugno del 2011. Prima, invece, bastava effettuare una visura solo per Equitalia. Il Comune controllava eventuali inadempienze ma queste non risultavano in quanto, come ho già detto, avevo rateizzato le cartelle ricevute e le rate le pagavo regolarmente. Parliamo di quasi seimila euro al mese. Poi è venuto fuori il durc. Giugno, luglio e agosto 2011 il durc è stato regolarmente presentato tanto che il Comune di Fasano mi ha regolarmente liquidato. A settembre ero già in cattive acque e non potevo far fronte al pagamento delle cartelle di Equitalia e né di avere il durc dall'Inps. Sapete cosa ho fatto? Ho preso 30mila euro di soldi miei, togliendoli alla mia famiglia, e ho pagato gli stipendi ai dipendenti. Questo è un fatto dimostrabile. Da settembre il Comune non ha più pagato. E infatti sono rimaste le tre mensilità all'atto dello scioglimento per inadempienza avvenuto a novembre. Ripeto, ho pagato gli stipendi con fondi miei, tra contanti e assegni. Di questo ne ho messo a conoscenza l'amministrazione comunale».
Sarcinella molla tutto quando, nell'ottobre dell'anno scorso, giunse l'ennesima cartella Equitalia di 150mila euro. E' la botta finale che lo costringe al fallimento. Sarcinella scrive una missiva al sindaco Lello Di Bari, porta i registri in tribunale e molla tutto scomparendo per sicurezza in quanto non si potevano immaginare le reazioni dei lavoratori. Per pagare i primi debiti si è venduto anche un appartamento pagando, ancora oggi, conseguenze morali che ne stanno ledendo lo stato di salute. «Sono stato isolato da tutti. Vivo grazie alla mia pensione e qualche lavoretto extra che mi permette di pagare l'affitto. Ora però sono stufo di quello che sta accadendo – conclude Sarcinella -. Alcuni ex lavoratori continuano ad accusarmi ingiustamente di cose che non ho fatto entrando anche nella mia sfera familiare. E questo non l'accetto. Io risponderò davanti alla giustizia ma la mia famiglia deve restare fuori altrimenti passerò io alle querele. Hanno detto di tutto sul mio conto, anche che avevo il vizio del gioco. Quando andrò nelle sedi competenti dirò tutte le mie verità dimostrabili con un faldone di incartamenti non a parole. Affronterò processi penali e mi aspetto, e lo dico sinceramente, anche condanne ma questo lo vedremo a tempo debito. Al momento sono incensurato. Tutta questa storia ha minato la mia salute oltre alla tranquillità familiare che però ora sto recuperando e non voglio assolutamente che i miei familiari vengano nuovamente coinvolti in questa faccenda. I lavoratori protestano sotto il Comune perché non hanno lavoro? Io non c'entro più nulla. Perché tirarmi nuovamente in ballo? Ma se entrano in certi ambiti dopo che, e loro lo sanno, facevano la Via Crucis a casa mia per essere continuamente aiutati non mi va più. Probabilmente ho sbagliato a prendere a cuore l'intersa situazione e ora ne pagherò le conseguenze. La troppa bontà mi ha portato alla rovina. Ma ora voglio essere lasciato in pace».
di Alfonso Spagnulo
16/09/2012 alle 09:42:45
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