INIZIATIVA SCOLASTICA
Treno della memoria: lettera aperta di alcuni studenti del 'Da Vinci' di Fasano ai proprio compagni di scuola
I ragazzi hanno voluto racchiudere nella missiva le emozioni vissute durante la visita ai campi di concentramento nazisti
FASANO - Da alcuni studenti dell'istituto superiore "L. da Vinci" di Fasano partecipanti al Treno della Memoria riceviamo e pubblichiamo una lettera aperta indirizzata ai propri compagni di scuola.
"Ogni viaggio ha il suo compito: formare, insegnare, meravigliare... Molti lasciano il segno, ci rimangono impressi per la bellezza dei posti visitati o per le persone conosciute. I viaggi possono essere di vario tipo: di svago, di formazione, di lavoro, di necessità. Spesso viaggiamo per divertirci, dimenticare la routine e i problemi, per cercare qualcosa che ci manca, o magari anche ritrovare noi stessi. Ebbene, ci sono viaggi che consentono il tutto in un'unica esperienza. A noi ragazzi dell'Istituto Da Vinci è stata offerta la possibilità di compiere un viaggio di questo tipo. L'euforia di compierlo ci ha indotto a cogliere subito quell'occasione, di visitare nel mese della memoria, i campi di concentramento di Auschwitz e Birkenau. Per affrontare il viaggio abbiamo partecipato ad alcuni incontri preparatori, anche se nulla avrebbe potuto prepararci a quest'esperienza. Le preoccupazioni futili per i bagagli, la durata del viaggio, la sistemazione o il freddo sono scomparse nel momento della partenza da Bari. All' interno del gruppo, ovvero il “gruppo T”, è nata fin da subito un'empatia inspiegabile, nonostante fossimo alunni di istituti diversi, a cui si sono aggiunti anche ragazzi universitari. Paradossalmente, sono state le preoccupazioni, i pregiudizi di non riuscire a socializzare che hanno contribuito a rendere questo viaggio particolare. In tutto questo siamo stati sempre aiutati dai nostri “grandiosi” educatori Chiara ed Andrea, senza i quali sicuramente il viaggio non sarebbe stato la stesso. Ed è a loro che va un ringraziamento speciale, per aver gestito e organizzato il tutto, e perché si trovano oggi qui con noi. C'è una frase del coordinatore di tutto il progetto, Paolo, che rende bene l'importanza di alcuni momenti del viaggio: «E' nella scomodità che si scoprono i veri valori di condivisione e amicizia». Come dargli torto ora. A sentirlo all'inizio, però, non ci avremmo creduto, perché si sa, si è sempre portati a guardare il lato negativo di ogni situazione, ma soprattutto dopo aver visto, e toccato con mano ciò che è stato, ci si rende conto di quanto sia importante dover apprezzare tutto, perché se c'è una cosa che quest'esperienza insegna è che bisogna aiutarsi molto e lamentarsi poco. Non sempre si realizza la tragica portata dell'evento accaduto. In questo caso è solo lì che si capisce l'importanza di compiere quest'esperienza: è come se ci si sentisse dei testimoni chiamati in causa per riportare ciò che si è visto in quelle baracche di legno, dove ciò che dominava e domina sono il freddo, il silenzio, il dolore e il senso della morte. Il nostro compito è allora riportare nelle case e nelle classi ,tra genitori e amici, che ciò di cui si parla tanto nei libri e film è realmente esistito. E non solo questo. Il treno della memoria insegna che il genocidio degli ebrei non è un caso isolato, ma si può ripetere.
Oggi è tutto molto più occultato, ma se accettiamo le ingiustizie senza combattere, si tornerebbe nuovamente al regresso iniziale. Ed è qui che si trova il cuore della questione. Non vivere né vedere questo sterminio come qualcosa lontano da noi, ma come un pericolo sempre in agguato. Ed è per questo che abbiamo deciso di portare la nostra esperienza qui, oggi, il giorno dell'assemblea dedicata al tema dell'amore. Perché forse, tra i tanti insegnamenti di questo treno, quest' ultimo è il più importante: non chiudere gli occhi e aprire il cuore. Grazie.
di Redazione
11/02/2018 alle 06:01:59
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