CONTINUA L'AGITAZIONE
I lavoratori di Monna De'lizia s'incatenano ai cancelli
Sempre più esasperati i dipendenti del pastificio sito tra Fasano e Pezze di greco che alzano il tiro e chiedono l'immediato intervento del Prefetto.
I lavoratori di Monne De'lizia incatenati ai cancelli dell'azienda
FASANO - Il livello di esasperazione e disperazione dei dipendenti del pastificio “Monna De'lizia” di Fasano sta aumentando giorno dopo giorno. Ieri (lunedì 2 aprile), dopo il primo fine settimana trascorso in regime di sciopero, alcuni lavoratori dell'azienda si sono incatenati ai cancelli d'ingresso. Chiedono a gran voce che l'azienda paghi gli emolumenti arretrati. Sono cinque le mensilità spettanti, più la tredicesima e la quattordicesima, non versate dalla proprietà e questo sta causando non pochi problemi a chi, e sono tanti, deve anche sostenere una famiglia.
Ieri mattina, mentre un gruppo si incatenava ai cancelli, altri lavoratori hanno effettuato del volantinaggio nella tradizionale fiera delle Palme che si teneva in città. «Il nostro scopo – afferma Donato Acquaviva, responsabile locale della Cgil – è quello di sensibilizzare l'intera cittadinanza al problema Monna De'lizia. Chiedo espressamente ai fasanesi di dare supporto, anche se solo morale, a questi lavoratori nei cui occhi leggo ogni giorno di più tanta disperazione. A loro basterebbe un sorriso, una stretta di mano, sentire, insomma che non sono soli a combattere questa dura battaglia per un loro diritto, cioè quello di poter essere pagati dopo aver fatto il proprio dovere di lavoratore». A qualche metro di distanza dal picchetto degli scioperanti, si è visto anche Rocco Cavallo, della proprietà del gruppo che gestisce il pastificio.
Era presente anche lui, venerdì scorso (30 marzo), all'incontro in cui la stessa azienda, davanti alle rappresentanze sindacali, avanzò una proposta d'accordo: il pagamento, per ciascun dipendente, di 500 euro entro venerdì prossimo, altre mille euro entro il 30 aprile e il rientro delle restanti mensilità nel termine di 4 mesi a partire dal maggio 2012 (il tutto con le dovute garanzie di legge) a patto che da ieri si tornasse tutti a lavoro. In caso di rifiuto si invitava alla rimozione dei cartelloni contenenti slogan offensivi. Una proposta, come detto, rigettata dai lavoratori che hanno bisogno di liquidità maggiori per poter far fronte al sostenimento delle rispettive famiglie, al pagamento dei mutui e degli affitti.
Ci dovrebbe anche essere un incontro tra una rappresentanza dei lavoratori e il Prefetto di Brindisi. Sono stati i sindacalisti della Flai Cgil, con la segretaria provinciale Giovanna Tomaselli in testa, a chiedere questo particolare vertice ritenendo la questione di rilevanza anche dal punto di vista dell'ordine pubblico. Fino a quando non ci saranno spiragli seri nell'intera questione i lavoratori continueranno ad incrociare le braccia e a stazionare giorno e notte davanti all'azienda.
di Alfonso Spagnulo
03/04/2012 alle 01:35:36
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