POLEMICA SUI REFLUI
Fabiano Amati risponde ai Verdi
L'assessore regionale alle Opere pubbliche è stato attaccato da Cecilia De Bartholomaeis sulla questione depuratori di Manduria e Fasano
Fabiano Amati
FASANO - Non si è fatta attendere la risposta dell'assessore regionale alle Opere pubbliche Fabiano Amati alla lettera aperta della rappresentante dei Verdi Cecilia De Bartholomaeis sulla questione del depuratore di Manduria. Quest'ultima accusa l'assessore di aver avuto trattamenti diversi tra la cittadina tarantina e Fasano per quanto concerne proprio i depuratori. «Per il depuratore di Fasano – ha scritto nella sua lettera aperta la De Barholomaeis – si sta realizzando un articolato e costoso progetto, che ha come obiettivo lo “scarico zero”, cioè il riutilizzo totale dei reflui affinati, con conseguente eliminazione dello scarico in mare anche del cosiddetto troppo pieno».
Nei giorni scorsi i Verdi avevano chiesto le dimissioni di Amati ritenendo inadeguata l'intera gestione dei reflui della Regione Puglia. «Ciò che si sta facendo a Fasano in termini di ammodernamento – spiega Amati - è esattamente ciò che si vuol fare a Manduria in termini di concezione tecnologica originaria. È vero che a Fasano abbiamo finanziato l'ammodernamento e l'ampliamento dell'impianto di depurazione esistente. Il motivo? Non certamente per evitare lo scarico a mare in battigia, che sarà sempre il suo recapito, ma per poter trattare la sovraportata rispetto al depuratore esistente che quella città produce, e così convogliare tutte le acque al modulo di affinamento, il primo in Puglia già esistente. In buona sostanza: rendere l'impianto esistente compatibile con il numero di abitanti equivalenti di quella città (a proposito, il procedimento di determinazione degli abitanti è un calcolo scientifico e statistico del quale non so dar conto per impreparazione) rendendolo simile all'intero schema che a regime vogliamo realizzare per Manduria».
L'assessore alle Opere pubbliche, inoltre, tirato in ballo da settimane in questa polemica che ha visto coinvolti anche Romina Power e Al Bano, spiega anche il perché di questo tipo di intervento. «Per evitare i problemi di sovraportata, fonte di disfunzionalità, così da convogliare tutte le acque trattate al modulo di affinamento esistente, ripeto, il primo realizzato in Puglia negli anni ‘90, per il successivo riutilizzo in agricoltura. Cioè? Quello che vogliamo fare a Manduria, con lo stesso tipo di recapito finale in mare che idraulicamente non può mancare sia pure come "troppo pieno", con l'unica differenza che a Fasano avviene in battigia, mentre a Manduria avverrà attraverso condotta sottomarina».
Amati, poi, fa ancora riferimento alle differenze tra l'impianto già esistente a Fasano e quello nascente di Manduria. «È forse una colpa di quella città – dice l'assessore riferendosi proprio a Fasano - aver accettato molto prima e con entusiasmo prospettico l'avvio di questo processo (anni ‘80 ed io ovviamente non ero alla Regione), che oggi ha bisogno di ulteriori interventi per dotarlo dell'avanguardia tecnologica di cui disporrà quello di Manduria-Sava? Se devo dire il vero sino in fondo, a Fasano, la mia città, non avrebbero potuto, qualora lo avessero ritenuto, contrastare lo scarico a mare, così come non lo possono contrastare ora, perché non hanno mai avuto la fortuna di poter indicare una reale soluzione alternativa come quella della Palude del Conte per Manduria, che aspetto ancora di capire perché negli anni scorsi fu sonoramente bocciata, facendomi ritrovare oggi, è questo il treno in corsa, spiacevolmente in questa situazione».
di Redazione
04/09/2012 alle 00:03:53
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