CRISI ECONOMICA
Fallisce azienda e 36 lavoratori chiedono aiuto
Il fallimento della Natcarni, azienda operante nella commercializzazione di carni, ha lasciato senza lavoro decine di persone
La Natcarni
FASANO - Anche le aziende fasanesi devono fare i conti con la pesante crisi economica. Nei mesi scorsi una delle aziende più moderne presenti sul territorio, la Natcarni (operante nella commercializzazione di carni e animali vivi, nonché della macellazione per conto terzi), che ha sede nella zona industriale sud di Fasano, è stata posta sotto sequestro dal Tribunale Fallimentare di Brindisi e a giugno i 36 dipendenti si sono visti recapitare a casa la raccomandata inviata dal curatore fallimentare con la quale si sanciva il loro licenziamento. Ora gli stessi ex lavoratori chiedono che vengano tutelati i loro diritti. Intanto è partita la procedura di messa in disoccupazione in attesa che si registri quella di mobilità.
Dicevamo dei lavoratori. Questi ultimi, innanzi tutto, lamentano la totale assenza della classe politica soprattutto durante l'ultimo periodo in cui l'azienda è rimasta attiva. Era concomitante con la campagna elettorale fasanese e pare che nessun candidato abbia affrontato la questione. Ma, a parte questo, ecco che i lavoratori licenziati si pongono degli interrogativi a cui vorrebbero risposte precise. «I sindacati – affermano con la forza della disperazione gli ed dipendenti -, che dovrebbero essere le associazioni che tutelano il “lavoro” e i “lavoratori”, cosa hanno realmente fatto per scongiurare il peggio visto che questa situazione era a loro conoscenza già da tempo? Ora, a cose fatte, chi e come tutelerà i lavoratori messi per strada da un giorno all'altro, considerando anche la particolarità del lavoro, che vede l'esistenza di aziende similari e distanze notevoli? Gli ammortizzatori sociali, escludendo la mobilità che sembra non rientri nei parametri di ammissibilità, si limitano alla disoccupazione per 6-8 mesi con una percentuale dello stipendio, Questa è la tutela che le associazioni sindacali assicurano?».
Parole dure ma, come detto, dettate anche dalla disperazione di chi si è ritrovato da un giorno all'altra senza lavoro. I problemi alla Natcarni sono cominciati due anni fa circa e nell'agosto del 2011 ci fu uno sciopero dei lavoratori che non ricevevano stipendi da mesi. In quell'occasione anche i sindacati scesero al fianco dei dipendenti per protestare. Ma il passare dei mesi ha peggiorato la situazione sino al fallimento. «Ora siamo nelle mani del curatore fallimentare – dicono i lavoratori licenziati -. Non vorremmo trovarci di fronte al classico “ricatto morale” di chi, offrendoci un nuovo lavoro, magari ci impone nuove condizioni lavorative tra cui sicuramente contratti a tempo determinato e non i contratti a tempo indeterminato di cui godevamo prima. Tra l'altro abbiamo perso tutti fra i tre e i cinque stipendi, oltre al trattamento di fine rapporto per il quale risponderà con i suoi tempi e solo in parte l'Inps».
Per concludere una richiesta “particolare” proprio al curatore fallimentare. «Si dice che darà in fitto la struttura al maggior offerente – dicono infine gli ex dipendenti Natcarni -, ma sarebbe giusto che, oltre a guardare l'offerta economica più vantaggiosa, si facesse attenzione anche a “chi” fa la richiesta, affinché diventi un'azienda sana e seria, capace di funzionare nel modo giusto e che nel contempo assicuri lavoro senza forme di sfruttamento, curando un servizio importante per il territorio».
di Redazione
03/09/2012 alle 07:07:43
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