INTERROGAZIONE IN CONSIGLIO
Opposizione polemica con l'Amministrazione Zaccaria sul rifacimento strade: 'Così spendiamo i nostri soldi?'
Un'interrogazione presentata da Scianaro, Rosato, Pagnelli, Albanese, Zizzi e Olive contesta la metodologia utilizzata per la manutenzione stradale
FASANO - Gran parte dell'opposizione cittadina all'attacco dell'Amministrazione Zaccaria sul tema della manutenzione stradale. Un'aticolata interrogazione è stata presentata dai consiglieri Antonio Scianaro, Gina Albanese, Giacomo Rosato, Antonio Pagnelli, Tonio Zizzi e Mariarosaria Olive. "Con riferimento all'appalto di Manutenzione straordinaria delle strade di Fasano, in via preliminare, si può affermare che: - Viale Stazione non è, di certo, una strada urbana - si legge nell'interrogazione -. Essa, infatti, collega Fasano con il centro commerciale Conforama, con la stazione ferroviaria e con le frazioni di Scanzossa e Savelletri. Nella relazione a corredo del progetto, si legge che le strade oggetto di intervento (tra le quali, appunto, Viale Stazione) sono state realizzate da oltre vent'anni. E' notoria l'entità del traffico veicolare sull'arteria in oggetto che, negli ultimi 20 anni, è aumentata in modo esponenziale, a causa del boom turistico di Savelletri, della presenza del centro commerciale, dell'aumento del numero di pendolari che, in auto o in pullman, raggiungono la stazione anche dai paesi limitrofi (Cisternino, Martina, Locorotondo, ecc.). Viale Stazione è, dunque, senza alcuna ombra di dubbio, una strada extra-urbana soggetta ad un elevatissimo traffico veicolare, anche di tipo pesante; Via Roma, di contro, è una strada classificabile come urbana, ma è, indubbiamente, l'arteria principale del tessuto urbano, anch'essa caratterizzata da un elevatissimo traffico veicolare, anche di tipo pesante.
Ciò premesso - continua l'interrogazione -, appare evidente come la riduzione del binder previsto dal progetto esecutivo - 4 cm. - in luogo dei 7 cm. previsti dal progetto definitivo, determini un peggioramento qualitativo dell'opera, che non può trovare giustificazione nell'entrata in vigore del nuovo prezziario regionale per le opere pubbliche. Nella Delibera di Giunta n. 194/2017 relativa alla riapprovazione del progetto esecutivo si legge testualmente: la riduzione del binder per le due strade suddette (Viale Stazione e Via Roma, nds.), che il progettista aveva inizialmente proposto con spessore maggiore rispetto alle altre strade trattandosi di arterie maggiormente soggette a traffico pesante e quindi per garantire una maggiore durabilità, è comunque rispettosa degli spessori minimi stabiliti dalla vigente normativa in materia di progettazione e manutenzione stradale, che tra l'altro corrisponde all'attuale spessore. Sul punto, appare imperioso evidenziare quanto segue: 1) non è citata la normativa che consentirebbe l'utilizzo di un binder dello spessore di cm. 4 per strade soggette ad elevato traffico veicolare, anche pesante, come quelle che ci occupano (da studi tecnici emerge che tale spessore possa variare tra i 6 e gli 8 centimetri e tanto appare perfettamente in linea con i 7 centimetri del progetto definitivo); 2) assolutamente maldestro il richiamo allo spessore esistente per due strade realizzate oltre 20 anni fa, con livelli di traffico veicolare di gran lunga inferiori; 3) non è dato comprendere come il progettista, nel passaggio da un definitivo ad un esecutivo, abbia potuto ridurre drasticamente lo spessore del binder, avvalendosi di norme tecniche che si è guardato bene dal citare. Sicchè, delle due l'una: o il progettista ha sbagliato in sede di definitivo, prevedendo, all'epoca, una spesa di denaro pubblico inutile o la parte politica ha deciso di modificare il progetto esecutivo, decidendo, inopinatamente e inopportunamente, di derogare alle norme tecniche in modo assolutamente autonomo ed autoritario, prevedendo di bitumare, con la “stessa coperta”, tutte le strade inizialmente previste, riducendo i materiali, con conseguenti carenze qualitative, di sicurezza e di durabilità dell'opera. In tal senso, giova riportare le definizioni di progetto definitivo e di progetto esecutivo novellate dai commi 7 e 8 dell'art. 23 del D.Lgs. n. 50/2016 (Nuovo Codice degli Appalti): 4) Il progetto definitivo individua compiutamente i lavori da realizzare, nel rispetto delle esigenze, dei criteri, dei vincoli, degli indirizzi e delle indicazioni stabiliti dalla stazione appaltante. 5) Il progetto esecutivo, redatto in conformità al progetto definitivo, determina in ogni dettaglio i lavori da realizzare, il relativo costo previsto, il cronoprogramma coerente con quello del progetto definitivo, e deve essere sviluppato ad un livello di definizione tale che ogni elemento sia identificato in forma, tipologia, qualità, dimensione e prezzo. Il progetto esecutivo deve essere, altresì, corredato da apposito piano di manutenzione dell'opera e delle sue parti in relazione al ciclo di vita.
Dalla lettura del richiamato disposto normativo - scrivono i consiglieri d'opposizione - appare evidente come l'amministrazione Zaccaria, in spregio al Codice degli Appalti, abbia stravolto il progetto definitivo, pur di giungere ad un risultato politico che ignora gli aspetti qualitativi dell'opera, riducendone il ciclo di vita e, di conseguenza, trattandosi di strade ad elevato traffico veicolare, riducendo gli standard previsti per la sicurezza stradale. E' dato presumere, dunque, che, a seguito dell'entrata in vigore del nuovo prezziario regionale, la Giunta Zaccaria non abbia chiesto al progettista, come d'uopo, una debita valutazione tecnica e oggettiva nella rielaborazione del progetto esecutivo, bensì una mera riformulazione economica e soggettiva, al fine di raggiungere l'obiettivo di bandire la gara con gli stessi soldi a disposizione. E ancora: non si conoscono gli oneri della sicurezza non soggetti a ribasso previsti dal primo progetto, ma si evince chiaramente che per lavori stradali dell'importo a base d'asta di 495.625,25 euro è stato previsto un importo per gli oneri della sicurezza, non ribassabili, pari a soli 3.620,62 euro. Siamo, dunque, di fronte alla prima opera pubblica italiana in cui gli oneri della sicurezza incidono sull'importo a base d'asta per una percentuale irrisoria dello 0,73%. Il dato appare ancora più inquietante , atteso che per detti lavori, che prevedono il rifacimento di 4 chilometri di strade, l'amministrazione in carica ha previsto per la sicurezza: - soli 60 metri lineari di recinzione provvisionale, - soltanto 2 estintori da utilizzare in caso di incendio, ignorando qualsiasi tipo di segnaletica provvisoria per la regolarizzazione del traffico cittadino (pedonale e veicolare) durante i lavori, ivi compresi i famosi semafori provvisori per regolare il traffico alternato su un'unica corsia. Del resto, il Sindaco Zaccaria, in materia “semaforica”, anche provvisoria, ha già dimostrato tutta la sua incompetenza durante l'estate appena trascorsa.
Quanto sopra dimostra, quindi - continua l'interrogazione -, in modo oltremodo eloquente, come l'appalto in oggetto sia stato bandito in totale violazione delle norme in materia di sicurezza relativa sia alle maestranze che realizzeranno i lavori sia a quella dei cittadini! La toponomastica delle strade interessate dai lavori (tutte altamente trafficate da pedoni e veicoli, in ogni ora della giornata) ci fa comprendere il modo di operare della Giunta in carica e, in particolare modo, quella dell'assessore tecnico al ramo: rinunciare alla qualità e alla sicurezza, pur di propagandare politicamente un intervento che si attendeva da molti anni. Sulla procedura di aggiudicazione dei lavori, poi, si è alle solite. Anche per un importo di circa mezzo milione si ricorre alla procedura negoziata. Pochi invitati, un paio di offerte e la solita aggiudicazione con un ribasso notevolmente al di sotto della media regionale per lavori stradali. Non vi è dubbio che il Nuovo Codice degli Appalti, per l'importo in oggetto, preveda la possibilità di ricorrere ad una procedura negoziata con un minimo di 15 invitati. Appunto, minimo 15! Perché, dunque, non invitare 80-100 imprese, al fine di garantire trasparenza e massima concorrenza, essendosi il Comune di Fasano dotato con il Comune di Monopoli della C.U.C. (Centrale Unica di Committenza)? Perché non cercare di affidare i lavori ad un ribasso più alto in linea con la media regionale ed ottenere maggiori economie per le casse del Comune da reinvestire? A giudizio dei sottoscritti l'aumento dei costi dei conglomerati bituminosi previsto dal nuovo prezziario avrebbe dovuto condurre ad una rivisitazione del progetto originario caratterizzata da una semplicissima riduzione dei chilometri da rifare (ad esempio, escludendo una strada) lasciando inalterati gli standard qualitativi (binder a 7 cm.) e gli standard di sicurezza; doveva essere utilizzata, poi, una procedura di affidamento aperta o negoziata “più ampia” (80-100 imprese invitate), che avrebbe consentito, con il ribasso d'asta ottenuto (certamente più alto di quello previsto dalla procedura in corso), di realizzare anche i lavori per la strada inizialmente esclusa. Si auspica che l'amministrazione Zaccaria non si trinceri dietro alla necessità di ridurre i tempi di affidamento.
Oggi - conclude il documento -, per espletare una gara con 100 partecipanti su piattaforma telematica, occorrono 2 massimo 3 giorni, grazie alla semplificazione delle dichiarazioni che i concorrenti devono rendere, prevista dal Nuovo Codice degli Appalti. In conclusione, non ci si può esimere dal sottolineare che oltre agli oneri della sicurezza risultino decisamente non congrue le somme per imprevisti inserite nel quadro economico generale. Soli 733,01 euro; praticamente, soltanto lo 0,15% dell'importo a base d'asta! Sono noti a tutti gli imprevisti annessi al rifacimento di una strada, dovuti, soprattutto, alla presenza di sottoservizi. Se poi il Governo dovesse aumentare l'Iva, l'appalto in oggetto andrebbe largamente a sforare il quadro economico già prima dell'aggiudicazione. Si evidenzia, infine, l'inopportunità di contrarre un mutuo di durata sconosciuta, per un lavoro non eseguito a regola d'arte, per espressa volontà politica. Per quanto sopra, si chiede alla Giunta l'immediato annullamento in autotutela della procedura in oggetto e l'annullamento del progetto esecutivo a base di gara, viziato da palesi illegittimità tecniche e normative. Con espressa riserva di trasmettere l'intera documentazione all'Anac, alla Procura della Repubblica ed all'Ispettorato Provinciale del Lavoro per i provvedimenti consequenziali".
di Redazione
20/09/2017 alle 06:18:40
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