EMERGENZA OCCUPAZIONE
Restano senza lavoro 18 ex lavoratori della cooperativa sociale 'Alba Nuova'
Il gruppo di ex detenuti non ha accettato la riduzione di ore proposta dalla cooperativa barese a cui l'Amministrazione comunale ha affidato il servizio
Il Municipio di Fasano
FASANO – «Non abbiamo accettato la loro proposta e ci hanno buttato fuori. Ora molti di noi non sanno come mantenere le proprie famiglie». Non amano tanti giri di parole i 18 ex lavoratori della cooperativa sociale “Alba Nuova” che dopo aver lavorato qualche mese con un'altra cooperativa, “Il Girasole”, ora si trovano senza lavoro. La vita non è stata facile per molti di loro. La cooperativa “Alba Nuova”, infatti, era nata per meri scopi sociali dato che puntava al recupero e al reintegro in società di ex detenuti, ex tossicodipendenti ed ex alcolizzati. Avevano ottenuto dal Comune di Fasano l'appalto per la cura del verde pubblico. Quando la cooperativa è fallita sono stati integrati, come detto, dalla fasanese “Il Girasole” che però non si è più accordata con l'Amministrazione comunale. E allora quest'ultima, proprio qualche giorno fa, ha affidato alla cooperativa “Acquarius-B” il servizio di manutenzione ordinaria del verde pubblico comunale e delle aree pubbliche destinate a verde. Come da contratto la priorità d'assunzione era per i vecchi dipendenti ma ecco che le cose non sono andate proprio per il verso giusto.
Infatti i responsabili della cooperativa barese hanno inviato una lettera a tutti i dipendenti ex “Alba Nuova” in cui si invitavano gli stessi a presentarsi presso un ufficio comunale per firmare il nuovo contratto di lavoro “con la medesima qualifica e le medesime mansioni” che avevano con la cooperativa precedente. Ma nella lettera mancava un particolare importante. Le ore di lavoro non sarebbero state più quattro al giorno (in totale 20 ore settimanali per cinque giorni lavorativi per uno stipendio mensile di circa 460 euro) ma soltanto due (12 ore settimanali per tre giorni lavorativi per uno stipendio di 260 euro mensili). Ecco quindi che molti lavoratori si sono rifiutati non di lavorare ma di sottoscrivere l'offerta anche perché alcuni di loro attualmente sono in stato di disoccupazione e mensilmente percepiscono 460 euro mensili. «Abbiamo già difficoltà a mantenere le nostre famiglie con 400 euro – spiegano -. Accettando la proposta delle due ore al giorno ne avremmo guadagnate la metà. Ci dicano loro come avremmo potuto sostenere i nostri cari».
Gli stessi lavoratori avevano anche fatto una proposta alternativa e per certi versi anche altruista: avevano chiesto che l'Acquarius-B assumesse chi non era in disoccupazione facendo fare però ai lavoratori 4 ore al giorno. Ma la cooperativa non ne ha voluto sapere anche perché, a detta dei responsabili, i soldi a disposizione sono davvero pochi e il servizio deve essere espletato sino al 31 dicembre. Però ora alcuni di questi 18 lavoratori non percepiscono neppure la diaria di disoccupazione e si trovano, disperati, senza un lavoro e senza guadagnare un centesimo. «Hanno preferito assumere altre persone piuttosto che trovare un accordo con noi – denunciano gli ex lavoratori -. Oltre tutto le ultime righe della lettera inviataci sono un vero e proprio ricatto morale. La cooperativa ha scritto che se non avessimo accettato la proposta saremmo stati tagliati fuori anche da eventuali appalti successivi. La cosa che ci rammarica è che a mediare tra noi e la cooperativa c'era anche un consigliere comunale di maggioranza che, pur conoscendo la nostra situazione, ha fatto finta di niente. Ribadiamo che noi vogliamo lavorare ma vorremmo anche essere rispettati come uomini e come lavoratori». Per far valere i loro diritti il gruppo si è anche affidato ad un avvocato.
di Alfonso Spagnulo
29/08/2012 alle 01:03:01
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